martedì 9 dicembre 2008

PD: paladino delle scuole paritarie

Il PD non contento di avere tolto, anche con il proprio voto in data 19 novembre 2008, risorse alla scuola pubblica per finanziare missioni militari, chiede il ripristino dei fondi per le scuole paritarie.

Da Rinascita riporto:
"Mercoledì 19 Novembre 2008 – 14:36 – Tatiana Genovese

È sempre più marcata l’ambiguità che contraddistingue il centrosinistra, paladino della scuola pubblica nei cortei, ma difensore soprattutto degli istituti paritari nei palazzi di potere. Lo conferma la recente decisione presa da alcuni esponenti del Pd - i senatori Antonio Rusconi, capogruppo in Commissione istruzione, Mariapia Garavaglia, ministro dell’Istruzione del governo ombra, Mariangela Bastico Mauro Ceruti, Anna Serafini, Albertina Soliani, Flavio Pertoldi, Vincenzo Vita - di presentare ieri una mozione che impegna il governo a “ripristinare immediatamente la somma di 133 milioni di euro sul fondo delle scuole paritarie per garantire la possibilità che la scuola dell’infanzia sia assicurata a tutti gli alunni nel nostro Paese”. In realtà però la mozione non è nuova, anzi sarebbe il terzo emendamento alla finanziaria di questo genere. Il primo era stato presentato dall’onorevole Gabriele Toccafondi (Pdl), per essere subitamente ritirato in seguito alle rassicurazioni del governo, che in aula, per bocca del sottosegretario all’Economia Giuseppe Vegas, aveva garantito che i finanziamenti sarebbero stati ripristinati dal ministero entro l’anno. Questo emendamento era poi stato ripreso di pari passo dall’esponente dell’Udc Simonetta Rubinato che lo aveva presentato circa due settimane fa, incassando anche l’appoggio del Pd, in particolare di Luigi Bobba, vicepresidente della Commissione Lavoro della Camera, ma non quello di Montecitorio che lo aveva respinto con 244 voti contrari e 198 favorevoli. Una bocciatura che aveva fatto addirittura sollevare in aula l’ira dell’esponente del Pd Rosa De Pasquale che aveva difeso l’emendamento, non prima però di affermare che comunque “il Partito Democratico non è per la scuola privata ma per la scuola pubblica”. Tuttavia l’ostinazione del Pd nel sostenere le scuole paritarie ha portato nuovamente ieri i senatori del centrosinistra a riprovarci di nuovo. Per giustificare questa ostinazione i parlamentari del Pd in una nota hanno fatto presente che “la libertà di scelta educativa delle famiglie e, quindi, la parità scolastica, è un diritto giuridico e costituzionale” e che “con la legge n. 62 del 2000 sono stati definiti i criteri per il riconoscimento delle scuole paritarie, gestite dagli enti locali o da soggetti privati, che sono parte, insieme alle scuole statali, del sistema nazionale di istruzione pubblica”. “Dal 2002 però - hanno ancora sottolineato i senatori - il contributo alle scuole paritarie è fermo a 536 milioni di euro, per l’80% destinato alla scuola dell’infanzia”, aggiungendo che “Nel disegno di legge finanziaria 2009 e nel Piano triennale del Bilancio dello Stato risulta un taglio ingiustificato di oltre 133 milioni di euro/anno, che metterebbe anche le scuole F.I.S.M. - che rappresentano il 60% delle scuole paritarie - in condizione di non assicurare la prosecuzione del servizio per i 500.000 bambini che la frequentano e comprometterebbe l’applicazione del C.C.N.L. per gli oltre 40.000 dipendenti”. Inoltre, hanno concluso gli esponenti del Pd: “In questi anni, causa l’aumento di istituti accreditati, la somma versata dallo Stato a ogni sezione di scuola dell’infanzia o paritaria è diminuita progressivamente”, sottolineando infine con un colpo al cerchio e uno alla botte: “Tali contributi non sottraggono comunque risorse alle scuole statali”.E guarda caso la legge n.62 del 2000 a cui fanno riferimento nella nota i senatori del Pd con cui le scuole paritarie, di natura giuridica privata, vennero pienamente inserite nel sistema pubblico dell’istruzione “in quanto rispettano regole e standard previsti dalla stessa legge” venne approvata proprio dall’allora governo di centrosinistra del dopo Prodi. È quindi una storia lunga e spesso celata o comunque trascurata dai media, quella che vede il centrosinistra farsi paladino delle scuole paritarie, difenderle e scendere in Aula per loro.Una storia di cui però si sa poco basti infatti pensare che Walter Veltroni pubblicamente, sebbene il suo partito per due volte ha presentato degli emendamenti in merito, sulla questione non ha mai speso una parola, preferendo invece conquistare consensi parlando a favore della scuola pubblica. Come si suol dire: un colpo al cerchio e uno alla botte."

domenica 7 dicembre 2008

SENIGALLIA: MAGGIORANZA FARFANICCHIA

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Maggioranza Pd-Verdi-Idv : tra demagogia e mistificazione

A Roma votano assieme al PDL di Berlusconi la sottrazione di risorse alla scuola, a Senigallia non si accorgono, dimenticando anche i gravi errori dei precedenti ministri del PD.

Per essere credibili e onesti intellettualmente, bisogna che i rappresentanti della maggioranza di questa amministrazione siano pronti ad ammettere non solo che il piano Gelmini non è altro che la prosecuzione del piano Luigi Berlinguer-Moratti-Fioroni e che i provvedimenti del piano Gelmini derivano dal libro bianco Fioroni, ma anche la condotta non affidabile delle proprie rappresentanze parlamentari attuali.

Sanno il Pd, i Verdi e l’Idv locali che pochi giorni fa, alla Camera dei Deputati, il PD e l’Idv hanno votato assieme al PDL un provvedimento che distoglie risorse dalla scuola?

Il 20 novembre scorso infatti, è stato convertito in legge (20 novembre 2008 n. 183), con il voto favorevole anche del PD e dell’ Idv, il dl 22 settembre 2008 n. 147, recante “Disposizioni urgenti per assicurare la partecipazione italiana alla missione di vigilanza dell’Unione europea in Georgia”. Nell’articolo 3 (copertura finanziaria), si legge che 2.457.000 euro vengono tolti alla scuola, 985.000 euro all’università e alla ricerca, 1.618.000 euro alla cultura.Oltre 5milioni di euro, questa la cifra totale, ancora una volta rubati ai settori della conoscenza che vengono buttati via in operazioni militari senza senso.

Potete ascoltare la dichiarazione finale di voto per il PD, cliccando sull'intervento dell'on. Rosa Maria Villecco Calipari pg 78 -ore 16,45 del 19 novembre scorso:
La Camera dei deputati - La diretta audio/video La Camera dei deputati - La diretta audio/video Link: http://video.camera.it/default.aspx?id_ODL=1220&id_csm=190413&VideoType=&leg=&seduta=&dataora=&dateserial=
Ogni commento su questo voto sarebbe superfluo.

Ritengo che la maggioranza PD-Verdi-Idv di Senigallia cerchi di recuperare il consenso perduto a sinistra, ma le loro iniziative risultano chiaramente demagogiche e mistificatorie, poiché le loro azioni vanno in opposta direzione alle dichiarazioni.

A livello cittadino, nei fatti, l’accoppiata PD-Verdi locali rappresenta la “seconda destra” cittadina.

Gli ultimi fatti lo testimoniano: si prevedono ancora miniappartamenti al mare, si spostano anche strade per favorire le operazioni immobiliari, si costruiranno presto centri direzionali attrattori di traffico all’inizio della città, si deturpa il territorio con grave danno per l’economia turistica. Intanto San Gaudenzio aspetta il cemento votato, alcuni mesi fa, con la benedizione dei Verdi locali.

E i rappresentanti di questa maggioranza si dicono di centro-sinistra.
Non hanno nulla né di sinistra, né di centro. Chiamiamoli “farfanicchi”.

lunedì 1 dicembre 2008

SABINA GUZZANTI : BUGIARDONA

Applausi e non fischi verso gli studenti

Cara Sabina, ho letto il post , sui fatti di Senigallia, sul tuo sito ufficiale http://www.sabinaguzzanti.it/
Resto esterrefatto, è un post bugiardo.
Da tutte le testimonianze raccolte, a me risulta che dalla platea gli studenti hanno ricevuto unicamente applausi, forti e calorosi applausi, con gli studenti c’erano alcuni insegnanti e genitori. Altri insegnanti e genitori, che fanno parte dello stesso comitato, erano spettatori paganti seduti per il tuo spettacolo.
Verso gli studenti che hanno letto il comunicato sono stati rivolti solo applausi, ripeto.
I fischi che hai sentito dal tuo camerino sono stati rivolti a chi, dell’ organizzazione dello spettacolo, era poi salito sul palco per giustificare.
I giornalisti e le 900 persone presenti possono tutti testimoniare.
Il resto del tuo scritto, purtroppo molto acido, si commenta da sé.
Voglio credere, anzi ne sono certo, che quanto successo sia dovuto ad una serie di equivoci, di mancanza di giusta comunicazione, so che non è ascrivibile alla tua volontà.
Comunque, prima di scrivere una dichiarazione, come hai fatto nel tuo post, bisogna informarsi bene per non aggiungere altre inesattezze palesi, inesattezze che qualcuno dello staff (?) ti ha comunicato e che tu, facendole proprie, finisci per essere bugiardona.

martedì 25 novembre 2008

GELMINI E I SUOI PREDECESSORI

Rapporto alunni/docente: le stupidaggini di Gelmini e del suo predecessore Fioroni.
Tutto il Quaderno Bianco sulla scuola di Fioroni/Padoa Schioppa ruotava attorno a questo obiettivo, che ora il trio Tremonti/Brunetta/Gelmini sta cercando di raggiungere.
Ma, come sappiamo, i numeri poi non sono così oggettivi: un rapporto si fa tra grandezze omogenee e i sistemi d’istruzione dei paesi europei non sono poi così omogenei da poterli rapportare.
Il Quaderno Bianco rilevava che su 100 studenti della primaria in Italia ci sono 9,3 docenti, 5,3 nei paesi Ocse; nella secondaria di primo grado 9,7 per l’Italia contro il 7,3 dell’Ocse; nella secondaria di secondo grado 8,7 Italia e 7,9 Ocse.
Ma una analisi più attenta del nostro sistema scolastico rivela una realtà che si può leggere da altri punti di vista.
Nell’anno scolastico 2005-2006 i posti di insegnante statale in Organico di Diritto per il sostegno sono stati 48.607 (fonte Miur), che, se si tiene conto dell’organico di fatto, arrivano a circa 90.000. Nel resto d’Europa gli alunni diversamente abili frequentano scuole speciali, pertanto gli operatori che se ne occupano non rientrano nel numero dei docenti. Solo in Francia per i diversamente abili viene destinato un organico di 280.000 operatori sociali, che appartengono comunque ad amministrazioni diverse dalla scuola.
Poi ci sono i 25.679 insegnanti di religione cattolica che negli altri paese europei non esistono, ma che vengono conteggiati quando si parla di un numero troppo alto di insegnanti in Italia.
La specificità del nostro territorio dal punto di vista geomorfologico, inoltre, rappresenta un ulteriore elemento che altera il rapporto, ma di cui si continua a non tener conto: il nostro paese è fatto di realtà montane, di piccole isole e paesi che comunque bisogna dotare di servizi scolastici efficienti.
Poi c’è la questione del tempo pieno. In Italia la scuola dell’infanzia funziona per otto ore al giorno con un numero doppio di insegnanti rispetto ai paesi con la metà delle ore. Da noi circa il 35% della scuola primaria, soprattutto nelle grandi città del Nord - finché si riuscirà a resistere agli evidenti tentativi di smantellamento - funziona a tempo pieno (con 70.000 insegnanti in più rispetto al tempo normale), così come una parte importante della scuola media funziona a tempo prolungato.
In alcuni sistemi europei dell’istruzione esistono miriadi di figure professionali che - pur svolgendo funzioni legate al sistema educativo - non sono conteggiati tra i docenti: assistenti, educatori, bibliotecari, etc.
Insomma, quando si parla di portare il rapporto alunni/docente ai cosiddetti standard europei, si tratta di un imbroglio, in realtà si vuole smantellare il servizio pubblico d’istruzione, frutto di lotte e battaglie di civiltà.
I Cobas scuola, senza peli sulla lingua, denunciano da anni la cattiva gestione della scuola da parte dei governi di centro-destra e dei cosiddetti governi di centrosinistra.

domenica 9 novembre 2008

AMNESIE O FOLGORAZIONE ?

Grande, straordinaria manifestazione questa sera a Senigallia di studenti, genitori e insegnanti contro i provvedimenti governativi sulla scuola.
Ho visto assessori e sindaco unirsi al corteo e leggo ora su VS un articolo dell’assessore e vicesindaco Ceresoni.
Mi fa piacere questa loro presenza e auspico che le cose dette siano sentite e non frutto di un certo opportunismo.
Una domanda mi è d’obbligo.

Sono pronti ad ammettere, per essere credibili, i rappresentanti di questa amministrazione comunale che il piano Gelmini non è altro che la prosecuzione del piano Luigi Berlinguer-Moratti-Fioroni?

Sa Ceresoni che i provvedimenti del piano Gelmini derivano dal libro bianco Fioroni? Per la verità quello che aveva scritto Fioroni era già contenuto nei provvedimenti poi abortiti della Moratti e quello che la Moratti prendeva a base non era altro che l’elaborazione gigantesca del ministro Luigi Berlinguer (il ministro De Mauro è stato solo una fugace parentesi). La scuola-azienda non è frutto di questi ultimi mesi, il DS ne fu il primo fautore.

Prendiamo in mano questo benedetto quaderno bianco dell’ ex ministro Fioroni e leggiamolo:

A pag. V leggiamo: il rapporto insegnanti per 100 studenti è decisamente più alto che negli altri paesi OCSE, in tutti gli ordini di scuola: in media circa 1 punto e mezzo in più, effettuando il confronto per il 2004 su aggregati compatibili (Fioroni non ha pensato che la media è alta per via delle scuole in zone disagiat, scuole che pur devono esserci).

A pag. VI : Più alta della media internazionale è anche la spesa per istruzione misurata per studente ….. esiste un serio problema di allocazione delle risorse finanziarie. (Fioroni non ha pensato che finanziamo le scuole private).Ne fa parte anche un livello insufficiente della spesa in conto capitale, per attrezzature e strutture. Per quanto riguarda la dimensione delle classi, si osserva un forte squilibrio verso la piccola dimensione, ben al di sotto dei valori indicati dalla normativa. Nella determinazione dell’organico si è sedimentato un “metodo contrattuale” e in due stadi (“diritto” e “fatto”) che è fonte di opacità e tensioni.
A pag. XI-XII si invoca una più piena autonomia economico-finanziaria delle istituzioni scolastiche, accompagnata da capacità e trasparenza contabile e dalla crescente potestà di attuare gli interventi necessari al miglioramento dei risultati. (Ecco allora le fondazioni).
A pag. XVII si invoca un nuovo reclutamento.
A pag. XVIII prevedere incentivi per il complesso degli insegnanti (e del personale) in relazione al conseguimento di obiettivi.
E così via perché il quaderno bianco si snocciola per ben 287 pagine con ricchezza di dati tabelle e studi.

Se le ubbie padronali e aziendali hanno prodotto questa “perla” nel Libro che più che Bianco è risultato assai Nero per la scuola del futuro, l’idea del “bollino blu” alle scuole “di qualità” era un puro parto dell’idiozia a cui si giunge quando, volendo scimmiottare l’efficientismo aziendale, non ci si preoccupa neanche di chiedere in giro per il mondo cosa in passato hanno prodotto idee simili. In pratica l’idea-base era questa: diamo un punteggio alle scuole e in base all’altezza di esso le aiutiamo di più e via via eliminiamo le altre. Senonchè per valutare le scuole si valuterebbero i “punteggi” ottenuti dagli studenti agli scrutini finali e i risultati di test periodici. In Giappone, dove ai punteggi erano collegati anche gli stipendi dei docenti, scoppiò un gigantesco scandalo quando un insegnante, una volta andato in pensione, scrisse un libro raccontando come fosse prassi consueta tra i docenti giapponesi non solo promuovere anche le “capre” ma soprattutto passare direttamente agli studenti i test da svolgere. Il Canada abbandonò tentativi del genere quando ne apparve chiaro non solo l’effetto corrompente e grottesco ma anche gli elevati costi dell’elefantiaco e farraginoso sistema di valutazione così edificato: qualcuno fece notare che era assai più produttivo investire i soldi del sistema di valutazione nelle strutture scolastiche e negli stipendi dei docenti.

E’ bene che i docenti ne siano dettagliatamente informati/e del recente passato perché non ci dobbiamo meravigliare, se la Gelmini ha voluto recuperare tali “perle nere” con zelo produttivistico, non ha fatto altro che raccogliere la nefasta staffetta che ha collegato Berlinguer, Moratti e Fioroni.

La risposta oggi è la lotta contro le idee nefaste che hanno condotto agli ultimi provvedimenti di legge, dobbiamo chiedere il cambiamento delle norme ultime approvate. Ma per fare questo deve essere coscienza di tutti l’abbandono dell’idea della scuola-azienda.

Non dobbiamo firmare cambiali in bianco a nessuno, garanzia è la continuazione della lotta, molti insegnanti ricordano l’idea del concorsone meritocratico a test e a quiz, con cui gli insegnanti avrebbero dovuto essere “differenziati” per circa mezzo milione di lire di stipendio in base al superamento di questo concorsone. Tale nefasta idea di Luigi Berlinguer nel 2000 è stata sconfitta dalle lotte di piazza degli insegnanti.

Oggi possiamo sconfiggere la Gelmini, ma per favore non dimentichiamo la storia recente e recentissima.

sabato 18 ottobre 2008

RECESSIONE DEMOCRATICA

Un Sindaco deve rispettare anche i cittadini che contestano.
Ho ascoltato la registrazione audio del forum sulla complanare, grazie a Popinga. Quello che mi ha colpito, ancora una volta, è lo "stile" del Sindaco.
Credo che un sindaco non possa rivolgersi ad un gruppo di cittadini dicendo loro di avere bisogno di essere alfabetizzati. Questo comportamento è inaccettabile
, come è inaccettabile il suo "gesto" in consiglio comunale di un mese fa, come è inaccettabile l'infelice frase del vicesindaco alla lettura del risultato di una votazione in consiglio comunale. Credo che al primo punto di ogni programma di governo vada posto il rispetto degli altri.
Si affanna, inoltre, a sottolineare che all'inizio si era tutti d'accordo e che strada facendo in molti hanno cambiato idea. Qui non capisco il fatto che vengono considerati bravi e coraggiosi chi a lei si avvicina, come il consigliere Monachesi, chi si allontana no. L'equazione allora non torna.
Dopo l'ascolto della registrazione meglio rifarsi con un pò di musica anche liberatoria:
Salentoweb.tv - WEB-TV del salento 24 ore su 24 on demand ed eventi live.

sabato 4 ottobre 2008

ECCO LA RIFORMA GELMINI

La mini-scuola della Gel-mini:
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Meno maestri
Meno professori
Meno classi
Meno scuole
Meno materie
Meno ore settimanali di lezione
Meno giorni di scuola
Meno anni di scuola
Meno risorse
.....e la chiamano razionalizzazione.....



venerdì 3 ottobre 2008

PALAZZO GHERARDI RESTI AL PATRIMONIO PUBBLICO

Si fanno sempre più insistenti, in questi giorni, le voci di un museo Giacomelli in area Sacelit (sarebbe prossima la presentazione di un progetto da parte dell’amministrazione comunale) e nel contempo della volontà di alienare palazzo Gherardi.

Ribadisco la proposta di dichiarare Palazzo Gherardi patrimonio pubblico indisponibile per la vendita o la cessione a qualsiasi titolo a privati, e di considerare l’eventualità di trasformare palazzo Gherardi a sede del museo Giacomelli.

Questa amministrazione comunale vorrebbe tutti silenti, ossequiosi, senza diritto di critica e di proposta. E’ uno stile, quello imposto dal sindaco, che non piace affatto, che alimenta di fatto quella cultura del non confronto che oggi dilaga nel paese, quella cultura del “decisionismo muscolare” che passa come un caterpillar su tutti e su tutto.
Voglio ricordare che sul piano Cervellati la posizione del mio partito è stata sempre e continua ad essere seria e responsabile. Il consigliere Mancini in seno al consiglio comunale, in merito al piano Cervellati, persegue da una parte l’obiettivo di migliorare il piano, dall’altra di evitare che questa maggioranza lo pieghi agli interessi speculativi di mercato.

Abbiamo sempre detto che la nostra volontà non è quella di affossare il piano, abbiamo sempre creduto e crediamo ancora oggi che la filosofia che guida il piano Cervellati sia positiva: primo perché prevede di aumentare i cittadini residenti nel centro storico, secondo per il rispetto e il ripristino tipologico del costruito, terzo perché vediamo la possibilità di un rilancio del commercio e dell’artigianato.
Vogliamo ricordare che il piano Cervellati è arrivato in consiglio comunale con ritardo di anni, quante volte in maggioranza abbiamo denunciato il grave ritardo dovuto alla sciaugurata scelta di voler procedere ad altri piani di espansione -come la variante al prg zona arceviese- che vanno a dissipare la campagna, l’ambiente circostante e il paesaggio.

Ma la cosa più grave, e che ci deve far riflettere molto, è che questa amministrazione vuole piegare, perfino questo piano, allo logica degli affari e della speculazione.
Perché non dire subito, in modo netto e chiaro, che palazzo Gherardi deve restare al patrimonio pubblico?
Credo, ormai, che la mancanza di chiarezza, di questa maggioranza, su questo argomento, sia dettata dal fatto di voler alienare palazzo Gherardi per fare cassa. Si ripete, qui a Senigallia, quanto sta avvenendo in molti centri storici di molte città italiane, votate agli affari e alla speculazione. Si vende il patrimonio pubblico del centro storico per fare cassa e poter procedere alla costruzione di nuove opere pubbliche. Il danno, come dice l’architetto Paolo Berdini nel suo ultimo libro sulla città di Roma “Una città in vendita”, è ”che in questo diffuso modo di operare da parte delle amministrazioni comunali, si guarda a ciò che si va a fare, dimenticandosi e non interessandosi di quanto succederà del bene alienato”.

Il caso di Senigallia mi fa venire in mente che, probabilmente, con i proventi di palazzo Gherardi, si procederà alla costruzione di un nuovo museo Giacomelli, forse in zona Sacelit, ma non si pensa a cosa succederà al palazzo Gherardi venduto. Non penso proprio che l’architetto Cervellati darebbe giudizio positivo di un palazzo Gherardi trasformato in appartamenti per non residenti, trasformato in lussuose seconde o terze case, che non darebbero certo vita al centro storico.

Noi continueremo con impegno a lavorare perché questo non avvenga. Volevamo scongiurare la vendita del palazzo Gherardi in prima battuta nel consiglio comunale del 26 agosto. Non è stato possibile discutere la mozione in quella data, riproporremo la questione nuovamente, con chiarezza, cercando di scongiurare la furbata di chi vuole decidere di non decidere, di chi in pratica vuol vendere e cerca di rimandare la decisione della vendita a “tempi migliori”.
Palazzo Gherardi per la sua posizione strategica non va venduto.

domenica 7 settembre 2008

ROTONDA SENZ ' ANIMA

Rotonda: insostenibili divieti
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pg 1
ATTESE DISILLUSE
Vi dico subito che sarò alquanto polemico, anticipo così il rimprovero che qualcuno o molti mi rivolgeranno. Comunque, cercherò di essere propositivo, anzi il vero scopo di questo mio scritto è spiegare e sostenere la mia semplice proposta. La devo sostenere, perché pur se semplice, ad oggi, mi pare non compresa nel suo valore.
Mi dispiacerebbe se le persone che andrò a citare dovessero pensare ad un mio astio o questione personale nei loro confronti. L’astio non alberga assolutamente nel mio dna. Credo fermamente nel valore dialogico delle idee e credo sia un bene che le idee possano essere vive e a volte anche irritanti, piuttosto che sempre concilianti.
D’altra parte, delle cose che dirò, porto anche la mia parte di responsabilità, avendo fatto parte per molto tempo di questa giunta comunale.

Per la verità devo dire che sulla Rotonda non avevo e non dovevo avere voce, né dovevo violare il campo, piedi di piombo ogni volta che veniva coinvolta la Rotonda in manifestazioni.
Andiamo per ordine.
E’ noto che appena insediata la prima giunta di questo mandato amministrativo, il Sindaco decise di spostare la gestione della Rotonda ( i lavori di recupero era ormai alla fine), dall’assessorato al turismo all’assessorato alla cultura. Lì per lì ho pensato che il sindaco si sentisse meglio garantita dal fatto che l’assessore Velia Papa, che di professione fa il direttore artistico, mettesse la propria provata professionalità al servizio della Rotonda.
Allora non mi sono dispiaciuto della cosa, perché , in fin dei conti e con una grana in meno, sarebbe stato per me molto più facile concentrarmi su determinate questioni e iniziative, come in effetti ho poi fatto,
Mi è parso, invece, che l’ufficio turismo non avesse gradito molto la scelta del sindaco, perché, fino a quel momento, il dirigente e il funzionario erano stati molto bravi a non farsi sfuggire i finanziamenti europei e avevano saputo costruire i giusti contatti burocratici e tutto un carteggio per tale fine. Il lavoro era stato buono, non si aspettavano questo scippo.
Ma non ho voluto approfondire, né creare o acuire dissensi all’interno degli uffici. Il fine verso cui tutti gli assessori e relativi uffici si devono muovere è sempre lo stesso: fare il bene della città. Io credo nel gioco di squadra, e devo aggiungere che anche degli uffici dell’assessorato alla cultura avevo e ho una grande considerazione e stima, insomma mi andava bene.
Ma con il passare del tempo mi sono accorto che la scelta di far transitare la Rotonda dall’assessorato al turismo all’assessorato alla cultura era dettata soprattutto da altro.
Sicuramente sulla Rotonda un’ansia da prestazione deve avere colpito il sindaco Angeloni e di conseguenza l’assessore Papa.

La Rotonda doveva essere un brand, una vetrina per Senigallia. Per raggiungere tale obiettivo, non doveva più servire per balli popolari, né essere percorsa e visitata a piedi nudi o peggio ancora in costume da bagno. Il timore di una sua banalizzazione deve essere cresciuto in loro oltremisura.
Bisognava farla diventare un contenitore culturale, solo così, il prestigio della città (e della rotonda) sarebbe di gran lunga cresciuto.
Non si è pensato che, oggi, la cultura ha sempre meno bisogni di contenitori, la cultura si può fare ovunque e si può fare anche in luoghi dove si va a piedi nudi e in costume da bagno.
Il risultato è che la Rotonda oggi appare, per l’ utilizzo che se ne fa, come vetrinizzata, plastificata, lontana dall’animo della gente di Senigallia e anche dei turisti.
Certo, ci sono stati dei convegni e degli incontri interessanti, momenti di buona musica, per fortuna niente stucchevoli concorsi per miss, momenti di ottima gastronomia, ma, a mio parere, non è bastato e non basta.
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L’ INAUGURAZIONE
La festa d’ inaugurazione dopo il restauro, avvenuta ormai tre anni fa, mi è piaciuta, spettacolo molto molto costoso, ma bello. Ne hanno parlato giornali nazionali, tv e riviste. La rotonda tornava a vivere. Ho visto persone oltremodo felici e sorridenti di poter nuovamente entrare nella Rotonda. La Laurito, ospite della giornata inaugurale, è stata abbracciata e baciata da tante signore di Senigallia, come se fosse stata una loro vecchia amica. Insomma una giornata di calore e sentimento, verso tutti e verso tutto.
Molto interessante è stata la presentazione, a Palazzo del Duca, del buon libro - Senigallia una Rotonda sul mare - curato dalla prof. Claudia Conforti, docente di storia dell’architettura presso l’università di Roma 2 Tor Vergata. Io stesso vi ho partecipato, come rappresentante dell’amministrazione comunale. La curatrice mi è stata subito molto simpatica e siamo entrati subito in sintonia, è una fan di Caterpillar, tanto che già mi conosceva: aveva seguito tutti i miei interventi scherzosi al caterraduno svoltosi a Senigallia il mese prima.

IL DOPO INAUGURAZIONE : ROTONDA ANOMALA
Ma nei giorni successivi tutto cambia. All’inizio del pontile, compare subito un cartello* di divieti ed un grosso cordone per impedire il libero accesso.

*ATTENZIONE!
Non è consentito accedere in
Rotonda:
-con gelati, cibi e bibite
-con animali
-con biciclette, pattini e monopattini
-in costume e senza scarpe


Credo che a nessuno venga in mente di entrare in qualsiasi locale col cestino da picnic, non capisco perché le persone dovrebbero farlo alla rotonda. Ma col costume da bagno alla rotonda, diamine, quello si.
Le più belle foto storiche della rotonda (rischiamo che resteranno le uniche) sono quelle dove compaiono bagnanti sul pontile e dentro la rotonda, col costume da bagno appunto.
Ora è vietato, non si può nemmeno arrivare dalla spiaggia, è vietato. O si è vestiti di tutto punto o niente rotonda. La passeggiata sul bagnasciuga, dallo stabilimento balneare più o meno distante, per giungere in costume da bagno alla rotonda e gustare un caffè o un gelato o dissetarsi con una bibita, negli orari di apertura, non può più esistere, vietato.
E poi non dimentichiamo che al mattino e nel primo pomeriggio la Rotonda è chiusa, deserta, abitata dai soli gabbiani.
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LE REAZIONI

A me piace andare tra la gente, trovo interessante sentire e cercare di capire le impressioni e le sensazioni delle persone di fronte ad avvenimenti, a fatti, a luoghi.
A parte i pettegolezzi, credetemi, spesso e volentieri, si impara molto.
Con questa mia abitudine-passione quale migliore occasione di sedersi sul muretto all’inizio del pontile e osservare quel nugolo di persone che, per moltissimi giorni dopo l’inaugurazione, si riversava alla Rotonda.
Una mattina di luglio (quindi in orario di chiusura), pochi giorni dopo l’inaugurazione, decidevo di recarmi, in anonimato, proprio all’inizio del pontile per osservare e capire le libere reazioni delle persone al non poter fruire della Rotonda.
Ho potuto definire tre tipologie di reazioni.
Una grande maggioranza di persone dopo aver letto il cartello dei divieti, con un vaffa andava subito via.
Un’altra grande parte di persone, come se si fossero messe tutti d’accordo prima, accompagnavano al vaffa una stessa frase: “n c’avevano n’ usciere* del comune per tenè aperto?
*L’usciere non c’è davvero, perché con la politica comunale di diminuire il personale, Brunetta in confronto è uno zuccherino, siamo arrivati al punto che i messi comunali a malapena possono garantire i turni. Per chi non lo sa, i nostri messi comunali fanno gli uscieri con il carico di servizio al palazzo comunale, fanno gli autisti per sindaco e assessori, fanno i messi a servizio dei vari uffici comunali, fanno i messi notificatori per tutto il territorio comunale (e non solo per notifiche comunali, con responsabilità penali e civili), insomma sono proprio messi male per il numero.

Un’ ultima parte, abbastanza consistente, leggeva il cartello, se ne infischiava, segno che l’indole anarchica persiste nei cittadini senigalliesi, superava il cordone, arrivava a fine pontile, ma lì veniva bloccata da una voce metallica.
Da un altoparlante, mimetizzato sulla parete, una voce con fare intimidatorio intimava di non proseguire oltre. A questo punto, nonostante il dna anarchico, questi cittadini “insolenti” tornavano indietro con un più sonante vaffa.
Merita di essere ricordata anche la reazione di un cittadino senigalliese, di cui non conosco il nome, ma che incontro spesso. Ha letto, a voce alta per far sentire l’amico con cui passeggiava, il cartello e, senza soluzione di continuità, ha aggiunto “ma a questi li ha arbuttati il mare!”. Avevo pensato che qualcuno avesse aggiunto a pennarello la frase e lui l’avesse letta. Sono andato a sincerarmi, ma non c’era alcuna scritta aggiunta a pennarello. Era la sintetica, spontanea e pungente critica di questo cittadino agli estensori del cartello.

LA SOLITUDINE DI OGGI
In queste assolate mattinate di agosto si vede la spiaggia pullulare di persone e, di converso, la rotonda apparire desolatamente deserta, solo i gabbiani indisturbati trovano sosta sulla cupola. Lo sguardo corre dalla Rotonda al lungo pontile vuoto. Molto triste la solitudine durante il giorno di questa architettura: imponente, elegante , ma ignorata per obblighi e divieti.
Chi la visita nell’orario di apertura, quest’anno dopo le 17.00, ha l’impressione di entrare in una sala asettica. Il saluto e il sorriso delle graziose hostess, che indossano una divisa che sta a metà tra la collegiale e la guardia carceraria, non aiutano. Il visitatore beve frettolosamente il caffè Lavazza di Uliassi o Cedroni ed esce quasi con un sospiro di sollievo, avendo avuto la sensazione di essere stato in una specie di sala da TAC-PET.
E’ una sensazione che deriva, non dalla forma dell’architettura, ma dalla conoscenza e coscienza dell’uso che si fa della Rotonda, anzi dall’uso che non se ne fa, dall’anima sottratta a questa architettura.
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LA PROPOSTA: ALLA ROTONDA IN COSTUME DA BAGNO

Ma quanto sarebbe bello, nei mesi estivi, poterla visitare liberamente, poterci entrare per degustare un caffè (meglio se Saccaria) o un gelato o dissetarci con una bibita, provenendo direttamente dalla spiaggia in costume da bagno.
Quanto sarebbe facile e piacevole definire che in luglio e agosto nelle serate di venerdì e sabato alla Rotonda si balla. I biglietti, a prezzo popolare, coprirebbero bene le spese di orchestra e SIAE, rispettando la quota delle 430 persone ospitabili per via della sicurezza.
In aggiunta possiamo ospitare durante l’anno convegni, presentazioni di libri, incontrare uomini e donne illustri, organizzare momenti di buona musica, di arte, di gastronomia, ecc.
Ma in aggiunta.
Mi auguro che possa accadere presto questo. So che per via dei finanziamenti ottenuti non è possibile svolgere attività di lucro nella Rotonda, ma le mie proposte non si discostano dal punto di vista burocratico dall’utilizzo che si è fatto fino ad ora. Ciò che propongo è un diverso modo di vivere e vedere La Rotonda. Non credo che l’ attuazione di queste semplicissime proposte banalizzerebbe il monumento, non credo che farebbe diminuire le richieste di affitto da parte di imprese a migliaia di euro a serata.
Credo , anzi, che un monumento vivo e con più anima, valga ancora di più, anche dal punto di vista culturale.

giovedì 4 settembre 2008

LA DEMOCRAZIA SECONDO I PD-VERDI LOCALI


Le loro lezioni

Apprendiamo dai locali PD-Verdi che:
E' antidemocratico presentare in consiglio comunale mozioni bene articolate e non fumose (fanno perdere tempo).

E' antidemocratico non avere accettato nell’ultimo consiglio la loro discussione postecipata e, di fatto, non più efficace.
E' antidemocratico esprimersi, adesso e in modo chiaro, su palazzo Gherardi.
E' antidemocratico non accettare le "belle parole" di Ceresoni anche video-audio registrate.
E' stato antidemocratico non avere accettato in passato i nove secondi per discutere gli emendamenti sulla variante al prg area Arceviese.
E’ stato antidemocratico avere votato contro la suddetta variante.

Siamo stati antidemocratici a chiedere, pazientemente per oltre un anno, una verifica sui programmi attuati e da attuare.
E' antidemocratico essere forza politica autonoma che crede nel valore dialogico delle idee.
E’ antidemocratico affermare che questa maggioranza non è più quella voluta dagli elettori.
Democratico è invece il pensiero unico.

Democratico è adeguarsi a quello che il sindaco impone.

Non ci stiamo.

Per Senigallia, profondamente democratica, è necessario un nuovo governo cittadino. E’ necessario uno stile profondamente diverso di governare.

L’arroganza e la forza muscolare, vanto di questa amministrazione, vanno messe da parte, è ora di governare con la forza delle idee e del confronto.





giovedì 28 agosto 2008

ENTRIAMO NEL MERITO DELLE QUESTIONI

Si rischia di non entrare più nel merito delle questioni che riguardano il piano del centro storico.
Rifondazione rilancia con forza le proprie proposte sul Piano Cervellati.

1. SULLA CASA
Almeno il 50 % delle nuove superfici ottenute dai ripristini o sopraelevazioni venga destinato a edilizia sovvenzionata anche attraverso l’intervento dell’ERAP o a edilizia agevolata riservata alla costruzione di prime abitazioni; l’edilizia convenzionata proposta dalle Norme Tecniche di Attuazione non fornisce sufficienti garanzie sul piano sociale.

La Giunta Municipale deve presentare un programma di attuazione che individui nell’insieme delle superfici rese disponibili dal Piano Particolareggiato quelle da riservare agli interventi di cui sopra, avendo cura di destinare ad essi quelle aree che possano valutarsi come confacenti per una effettive realizzazioni in tempi appropriati.

2. SU PIAZZA SIMONCELLI
Eliminare del Piano Particolareggiato del Centro Storico della Città di Senigallia la previsione di edificare Piazza Simoncelli, che contrasta con l’uso che la città ha assunto negli ultimi decenni relativamente a tale piazza, utilizzata, oltre che per il mero parcheggio delle auto, per manifestazioni pubbliche, mercati, mostre, feste cittadine e altre attività che abbisognano di ampi ed adeguati spazi all’aperto non reperibili altrove nel centro cittadino.

Impegnare la Giunta Municipale ad elaborare un progetto urbanistico di riqualificazione che ne conservi gli usi civici sopra ricordati e meglio la connoti come luogo della memoria per aver ospitato il Ghetto della locale comunità israelitica.

3. SU PALAZZO GHERARDI
Dichiarare Palazzo Gherardi patrimonio pubblico indisponibile per la vendita o la cessione a qualsiasi titolo a privati, comprendendo il medesimo nella tipologia storica specialistico civile.

Impegnare la Giunta Municipale ad elaborare e presentare al Consiglio un progetto per Palazzo Gherardi che includa, tra l’altro, l’eventualità di renderlo sede permanente delle attività legate alla fotografia ed alla figura di Mario Giacomelli, anche avvalendosi dell’indizione di un concorso pubblico di idee;

4. SUL RIONE PORTO
Eliminare dal Piano Particolareggiato del Centro Storico della Città di Senigallia la previsione delle edificazioni di ripristino relative a Via Corfù, per mantenere una strada di collegamento interno al Rione stesso tra le diverse vie, che non sarebbero più intercomunicanti se non alle estremità, fatto che contrasterebbe con abitudini consolidate nei decenni ed inciderebbe negativamente sulla vivibilità complessiva del quartiere.

Impegnare la Giunta Municipale ad elaborare uno studio che valuti la congruità dell’ intervento urbanistico nel Rione con la situazione di rischio molto elevato” (R4, il più alto) di esondazione riconosciuta dai vigenti strumenti della Regione Marche (Piano di Assetto Idrogelogico –PAI- , tavola RI 14).

Impegnare la Giunta Municipale a:
a) predisporre un percorso partecipativo con gli abitanti del Rione Porto circa l’insieme delle previsioni del Piano stesso riguardanti il quartiere;
b) recepire gli eventuali rilievi avanzati dai cittadini, presentandoli come proprie osservazioni al Piano Particolareggiato per il successivo esame del Consiglio Comunale.

martedì 29 luglio 2008

LA CONOSCENZA NON VA DI MODA

Ottimo articolo di Ilvo Diamanti che propongo per una riflessione comune
Maledetti professori
di Ilvo Diamanti
IL "PROFESSORE", ormai, primeggia solo fra le professioni in declino. Che insegni alle medie o alle superiori ma anche all'università: non importa. La sua reputazione non è più quella di un tempo. Anzitutto nel suo ambiente. Nella scuola, nella stessa classe in cui insegna. Gli studenti guardano i professori senza deferenza particolare. E senza timore. In fondo, hanno stipendi da operai specializzati (ma forse nemmeno) e un'immagine sociale senza luce. Non possono essere presi a "modello" dai giovani, nel progettare la carriera futura. Molti genitori hanno redditi e posizione professionale superiori. E poi, la cultura e la conoscenza, oggi, non vanno di moda. E' almeno da vent'anni che tira un'aria sfavorevole per le professioni intellettuali. Guardate con sospetto e sufficienza. Siamo nell'era del "mito imprenditore" . Dell'uomo di successo che si è fatto da sé. Piccolo ma bello. E ricco. Il lavoratore autonomo, l'artigiano e il commerciante. L'immobiliarista. E' "l'Italia che produce". Ha conquistato il benessere, anzi: qualcosa di più. Studiando poco. O meglio: senza bisogno di studiare troppo. In qualche caso, sfruttando conoscenze e competenze che la scuola non dà. Si pensi a quanti, giovanissimi, prima ancora di concludere gli studi, hanno intrapreso una carriera di successo nel campo della comunicazione e delle nuove tecnologie. Competenze apprese "fuori" da scuola. Così i professori sono scivolati lungo la scala della mobilità sociale. Ai margini del mercato del lavoro. Figure laterali di un sistema - la suola pubblica - divenuto, a sua volta, laterale. Poco rispettati dagli studenti, ma anche dai genitori. I quali li criticano perché non sanno trasmettere certezze e autorità; perché non premiano il merito. Presumendo che i loro figli siano sempre meritevoli.
Si pensi all'invettiva contro i "professori meridionali" lanciata da Bossi nei giorni scorsi. Con gli occhi rivolti - anche se non unicamente - alla commissione che ha bocciato "suo figlio" agli esami di maturità. Naturalmente in base a un pregiudizio anti-padano. I più critici e insofferenti nei confronti dei professori sono, peraltro, i genitori che di professione fanno i professori. Pronti a criticare i metodi e la competenza dei loro colleghi, quando si permettono di giudicare negativamente i propri figli. Allora non ci vedono più. Perché loro la scuola e la materia la conoscono. Altro che i professori dei loro figli. Che studino di più, che si preparino meglio. (I professori, naturalmente, non i loro figli). Va detto che i professori hanno contribuito ad alimentare questo clima. Attraverso i loro sindacati, che hanno ostacolato provvedimenti e riforme volti a promuovere percorsi di verifica e valutazione. A premiare i più presenti, i più attivi, i più aggiornati, i più qualificati. Così è sopravvissuto questo sistema, che penalizza - e scoraggia - i docenti preparati, motivati, capaci, appassionati. Peraltro, molti, moltissimi. La maggioranza. In tanti hanno preferito, piuttosto, investire in altre attività professionali, per integrare il reddito. O per ottenere le soddisfazioni che l'insegnamento, ridotto a routine, non è più in grado di offrire. Sono (siamo) diventati una categoria triste. Negli ultimi tempi, tuttavia, il declino dei professori è divenuto più rapido. Non solo per inerzia, ma per "progetto" - dichiarato, senza infingimenti e senza giri di parole. Basta valutare le risorse destinate alla scuola e ai docenti dalle finanziarie. Basta ascoltare gli echi dei programmi di governo. Che prevedono riduzioni consistenti (di personale, ma anche di reddito): alle medie, alle superiori, all'università. Meno insegnanti, quindi. Mentre i fondi pubblici destinati alla ricerca e all'insegnamento calano di continuo. Dovrebbe subentrare il privato. Che, però, in generale se ne guarda bene. Ad eccezione delle Fondazioni bancarie. Che tanto private non sono. D'altra parte, chissenefrega. I professori, come tutti gli statali, sono una banda di fannulloni. O almeno: una categoria da tenere sotto controllo, perché spesso disamorati e impreparati. Maledetti professori. Soprattutto del Sud. Soprattutto della scuola pubblica. E - si sa - gran parte dei professori sono statali e meridionali. Maledetti professori. Responsabili di questa generazione senza qualità e senza cultura. Senza valori. Senza regole. Senza disciplina. Mentre i genitori, le famiglie, i predicatori, i media, gli imprenditori. Loro sì che il buon esempio lo danno quotidianamente. Partecipi e protagonisti di questa società (in)civile. Ordinata, integrata, ispirata da buoni principi e tolleranza reciproca. Per non parlare del ceto politico. Pronto a supplire alle inadempienze e ai limiti della scuola. Guardate la nuova ministra: appena arrivata, ha già deciso di attribuire un ruolo determinante al voto in condotta. Con successo di pubblico e di critica. Maledetti professori. Pretendono di insegnare in una società dove nessuno - o quasi - ritiene di aver qualcosa da imparare. Pretendono di educare in una società dove ogni categoria, ogni gruppo, ogni cellula, ogni molecola ritiene di avere il monopolio dei diritti e dei valori. Pretendono di trasmettere cultura in una società dove più della cultura conta il culturismo. Più delle conoscenze: i muscoli. Più dell'informazione critica: le veline. Una società in cui conti - anzi: esisti - solo se vai in tivù. Dove puoi dire la tua, diventare "opinionista" anche (soprattutto?) se non sai nulla. Se sei una "pupa ignorante", un tronista o un "amico" palestrato, che legge solo i titoli della stampa gossip. Una società dove nessuno ritiene di aver qualcosa da imparare. E non sopporta chi pretende - per professione - di aver qualcosa da insegnare agli altri. Dunque, una società senza "studenti". Perché dovrebbe aver bisogno di docenti? Maledetti professori. Non servono più a nulla. Meglio abolirli per legge. E mandarli, finalmente, a lavorare.

martedì 15 luglio 2008

PREMIO PONZIO PILATO

Tre ex aequo per il Ponzio Pilato dell'anno

Dopo il monnezza-day di giovedi 8 luglio e le successive dichiarazioni di alcuni nostri amministratori, credo sia giunto il momento di istituire a Senigallia il premio Ponzio Pilato.
Senz’altro risulterebbero vincitori ex aequo: il sindaco Angeloni, l’assessore Mangialardi e l’assessore Ceresoni.

La prima dichiarazione che ho letto, e che mi ha lasciato di stucco, è stata quella dell’assessore Mangialardi: ”i rifiuti fanno ormai capo al Cir 33, noi come Comune non c’entriamo più niente, più niente”.
Ma come, non era Lei assessore Mangialardi che assicurava tutti, nei mesi scorsi, affermando che la raccolta rifiuti, dopo un primo periodo di rodaggio, sarebbe andata alla grande, grazie anche alle ditte affidabilissime vincitrici dell’appalto? E non era Lei assessore Mangialardi che fino a che le cose andavano (in via presunta) bene , si affannava a mostrare attraverso comunicati stampa, conferenze, incontri ecc..di essere stato bravissimo? oggi che le inefficienze sono evidenti, l’assessore Mangialardi non c’entra “più niente, più niente”?

E assessore Ceresoni non era Lei che ad un’interrogazione di alcuni consiglieri sui problemi della raccolta rifiuti , rispondeva meno di un mese fa che è necessario guardare agli aspetti positivi dell’operazione?

Infine, possibile che Lei Signor Sindaco sia sempre immune da errori e che le colpe siano sempre tutte degli altri? Perché questa arroganza, questa protervia nel non ammettere mai di avere sbagliato in alcunchè?
Caro Sindaco, Lei non può lavarsi le mani sulla questione rifiuti: il cittadino che paga la tassa rifiuti al comune, in caso di inefficienze, è giusto che rivolga a Lei la protesta.
La raccolta rifiuti è affidata ai comuni, poi questi la possono gestire in proprio, o in consorzio, o in altra forma, è sacrosanto che il cittadino si rivolga al Comune.
D’ora in poi, e invito tutti a tenere questo comportamento, in caso di inefficienze, io stesso mi rivolgerò al Comune e sarà il Comune che dovrà rivolgersi al Cir33.

Sindaco, non può lavarsi platealmente le mani con proclami ex cathedra. Lei, con maestria, ribalta i problemi, cercando di trarre addirittura vantaggio mediatico. Se oggi Lei diffida il Cir 33, è il minimo che può fare, è semplicemente suo dovere ed obbligo.

Era evidente che, al raddoppio della popolazione, nei mesi estivi saltasse qualcosa. Eravamo già nella precarietà nei mesi invernali. Se si fosse dato più ascolto alle prime proteste, oggi non saremmo in queste condizioni... Lo dica chiaramente, quante volte sono stati palesati da cittadini ed imprese problemi sui rifiuti…. Non è atto di debolezza ammetterlo.

Gli operai, in questi giorni, hanno spiegato, in maniera semplice e competente, il perchè del mal funzionamento del servizio.
Il carico di lavoro con il porta a porta non è lo stesso della raccolta indifferenziata vecchia maniera, è necessario adeguare il numero del personale.
Ma i lavoratori ormai non hanno voce in capitolo, anzi, si può anche fare a meno di dare loro la retribuzione. Intanto devono lavorare più del dovuto, senza paga e senza più poter scioperare! Cose dell’altro mondo!

Non si può essere corresponsabili di questa situazione. Si paghi chi lavora e si renda possibile il funzionamento del servizio, oppure si rimetta in discussione il carrozzone CIR, la manutencoop e quant’altro (amministrazione comunale compresa -quindi se stessi-) che si sono dimostrati non all’altezza, superficiali e quaquaraqua.

Forse noi tutti, presi dalla giusta necessità di differenziare i rifiuti, l'anno scorso, non abbiamo ben ponderato la gestione (costosa e inefficiente) che si profilava. E poi, come mai in alcune realtà italiane, con l'introduzione della raccolta differenziata domiciliare, il costo per il cittadino della tassa rifiuti si è abbassato?
Cir33, Manutencoop, Consorzio Formula Ambiente, Lucente: Rino Gaetano, anche qui, avrebbe detto :“nun ti reggae più”.

mercoledì 2 luglio 2008

LA QUESTIONE SENIGALLIESE

Che le minoranze, di destra, di sinistra e liste civiche accusassero l'attuale governo cittadino di carenza di democrazia è cosa risaputa, ora vedo che la stessa accusa proviene dall' interno dello stesso PD, come dimostra l' approfondito e ottimo articolo di Fabrizio Chiappetti.

In città, ormai, è sentore diffuso del modo di amministrare arrogante e prepotente di sindaco e buona parte delle giunta. Assistiamo, spesso, in consiglio comunale o in assemblee pubbliche, alla farsa che ci propinano il Sindaco e qualche assessore : "Abbiamo discusso più e più volte, abbiamo sviscerato le nostre proposte, ci siamo confrontati, ora è giunto il momento della decisione. Abbiamo il dovere di governare ed è quello che faremo". L'espressione è più o meno sempre la stessa , ma volta sempre ad accusare i dissenzienti di mancanza di coraggio nelle decisioni, di non voler il buon governo e altre amenità.
La verità è che le decisioni vengono prese in altro luogo e alle istituzioni e ai cittadini viene data solo la parvenza di democrazia, per poi operare come in precedenza deciso, senza mai un confronto davvero costruttivo, senza mai un minimo ripensamento.

L'emergenza democrazia diventa "LA QUESTIONE SENIGALLIESE" , diventa la questione principe: i problemi che derivano vanno ad intaccare la corretta progettualità , la buona programmazione e la stessa gestione amministrativa.

Voglio portare come esempi la gestione del personale e la progettualità programmatica.
Il ministro Brunetta, pur con le sue affermazioni contro i dipendenti pubblici, rispetto alla gestione Senigalliese del personale, è "uno zucchero". La delega al personale è tenuta dal Sindaco, le sue volontà vengono espresse e portate avanti dal direttore generale.
Un direttore funzionale al Sindaco, Sindaco che interviene sempre in seconda o terza battuta, dopo aver dato le dritte. La trasparenza già, così, viene a mancare, ma questo è niente.
Vediamo i risultati. Il malumore tra i dipendenti è generalizzato, il personale è ridotto all'osso, la pianta organica ormai non esiste (le varie finanziarie sulla riduzione del personale c'entrano poco per Senigallia, qui si è ridotto molto di più), le diverse funzioni vengono imposte senza diritto del dipendente ad esprimere un parere. E quando il Sindaco vanta che con minor personale si offrono più servizi, si mente sapendo di mentire. Il liberismo più sfrenato non avrebbe saputo fare meglio. Esternalizzare quanto più possibile, questa è stata ed è la parola d'ordine. Molti servizi sono passati ai privati, servizi che spesso vengono offerti con personale precario.
Il mattatoio e la farmacia (farmacia che porta nelle casse del comune centinaia di migliaia di euro all'anno) potrebbero essere le prossime alienazioni. Nei vari bilanci e linee programmatche, almeno su qeste alienazioni, ci siamo sempre fermamente opposti come prc.
Ma non basta, è sufficiente varcare la soglia del palazzo comunale per rendersi conto del clima che esiste negli uffici. Non vorrei esagerare, oltre al malumore, a me pare di essere in un clima di terrore. Chi si lamenta sa che può essere, come minimo, sotto ricatto per i benefici contrattuali.
Qualsiasi manuale di tecnica amministrativa
(personalmente non posso che ringraziare i dipendenti della collaborazione che mi hanno dato e che è andata oltre il loro dovere, avendo sempre cercato un clima di serenità e di rispetto reciproco) ci spiega che tutto il personale va coinvolto per la buona riuscita di un progetto o di un lavoro. Qui si opera, invece, in modo opposto.

Vogliamo parlare di "grande progettualità" ? Troppo facile parlarne, semplicemente è inesistente.
La dimostrazione lampante viene data dalla proposta scaturita nell'incontro della scorsa settimana con il presidente e con la giunta provinciale: "L'arretramento della ferrovia". E' una baggianata o un discorso serio? Se fosse una baggianata , sarebbe assai grave il comportamento del Presidente e della giunta provinciale, quindi non credo sia baggianata.
Voglio allora credere che trattasi di proposta seria e che lo studio di fattibilità ne dimostri la bontà .
Ma se trattasi di proposta seria, è poco serio che in nessuna carta del comune, che in nessun progetto, si parli di questo! Parliamo dell'arretramento della ferrovia!!! Si profila un cambiamento dell'assetto cittadino e si fa finta di niente!!!
Insomma l'arretramento della ferrovia è stato mai considerato nei progetti della città futura?
Il problema è che manca un "progetto grande", si naviga a vista e a vista incerta. Il percorso della complanare, ad esempio, nasce per caso e ci viene spiegato che non vi erano alternative al percorso, poi si scopre che non è vero. Così la terza corsia, e così via...

... Così Palazzo Gherardi: perchè ancora non è dato sapere di preciso il suo futuro? C'è l' interesse di chi ha già comprato la sede del DS ad allargare l'intervento? Certo è che qualsiasi impresa, pur in presenza di crisi economica, sa di intervenire in un luogo di particolare pregio e sa che il ritorno economico è assicurato. Certo è che qualsiasi banca sarebbe disposta ad anticipare ad un' impresa le somme per l'intervento, sapendo di un sicuro buon rientro, considerato il luogo.
Si vogliono fare appartamenti? Lancio una proposta opposta a quella che la stampa riportò come proposta dell'assessore finto dimissionario Campanile: invece di appartamenti extralusso, appartamenti destinati alle graduatorie per case popolari. Non appartamenti a canone concordato..ehhh...no... proprio appartamenti popolari. Si rispetterebbero i requisiti del piano Cervellati e non ci sarebbe speculazione edilizia e finanziaria. Risponda il governo PD-Verdi a questa proposta che non è provocatoria ma realistica e fattibile. Purtroppo, credo che anche per Palazzo Gherardi la decisione sia stata già presa in
barba alla democrazia.

sabato 21 giugno 2008

Poche risorse per il Caterraduno. Non allarmatevi, correva l'anno 2006...

Oggi si plaude tutti per il Caterraduno, ne sono naturalmente contento, ma non era così nella prima edizione. Nessuna volontà di aprire polemiche, ma per ristabilire certe verità riporto un articolo del Corriere Adriatico del 26 maggio 2006 a firma di Massimo Morici.

"Briciole per il CaterRaduno SENIGALLIA
All’inizio è nato tutto un po’ per gioco: il CaterRaduno a Senigallia. Per anni la manifestazione si è tenuta in Romagna e schiodarla dalla riviera sembrava impossibile. Difficile competere con le possibilità economiche e attrattive della terra che diede i natali a Fellini. Sta di fatto che un pomeriggio d'inverno Luigi Rebecchini, assessore al Turismo, ha tentato la sorte candidando la Spiaggia di Velluto direttamente ai microfoni di Radio2. Proposta strampalata, hanno pensato in molti quel pomeriggio. Invece, dopo pochi mesi, la trasmissione rompe il sodalizio settennale con la Romagna per approdare inaspettatamente nelle Marche. Rebecchini è riuscito nell’impresa, si diceva pochi mesi fa; adesso servono i soldi. A suo sostegno Luciano Montesi, assessore al turismo della provincia di Ancona, e, per sua confessione, appassionato Caterfan da molti anni. Proprio lui, infatti, aveva pensato di stanziare 20mila dei 50mila euro destinati per il turismo senigalliase, al CaterRaduno. Sembrava tutto fatto: 20mila a Rebecchini e 30mila a Velia Papa, assessore alla Cultura, per l’inaugurazione della Rotonda. Ma qualcosa ha scricchiolato durante l’ultima riunione della Giunta provinciale. La proposta “Montesi” non è passata e si è deciso di far pendere i piatti della bilancia tutti da una parte. Alla fine 45 mila euro saranno destinati alla Rotonda, mentre soli 5 mila euro al CaterRaduno. “Io avevo proposto 20 mila euro per la manifestazione di Radio2 e 30mila per la Rotonda - ci spiega l’assessore Montesi al telefono -, ma la Giunta ha ritenuto più opportuno sostenere le spese per l'inaugurazione del monumento senigalliese in quanto rappresenta l’evento turistico regionale dell’anno”. Tuttavia, l’assessore Montesi non si perde d'animo: “Ogni giorno durante la trasmissione Caterpillar viene pubblicizzata Senigallia e tutto il territorio della provincia di Ancona. Per questo abbiamo pensato a cinque spot diversi: uno per l’inaugurazione della Rotonda, uno per la riviera del Conero, uno per le grotte di Frasassi, uno per i Colli Esini e uno per la mostra di Gentile da Fabriano”. Di ben altro umore è, invece, l’assessore Luigi Rebecchini che si vede sfilare da sotto il naso 15mila euro e che dovrà andare a caccia di ulteriori sponsor per coprire il buco, da affiancare all'aiuto non cospicuo delle casse comunali. “Considerata la manifestazione – ha commentato laconico ieri Rebecchini - mi sarei aspettato di più, ma non voglio aggiungere altro. Dico solo che i riscontri turistici ci sono: Asshotel e Associazione albergatori hanno ricevuto molte prenotazioni per la settimana del CaterRaduno e lo stesso accade ai proprietari dei campeggi. I siti web su Senigallia, inoltre, hanno avuto un incremento dei clic. Questo la dice lunga sull’importanza dell’evento”.Se confrontiamo le cifre spese dai vicini romagnoli, c'è poco da sorridere. La differenza dei numeri sta tutta in uno zero: la provincia di Rimini, infatti, per la settima edizione che si è tenuta lo scorso anno, dal 6 al 12 giugno a Cattolica, aveva stanziato circa 50 mila euro, dieci volte tanto la cifra stanziata dalla provincia di Ancona".

Come mai accadde questo cambiamento nella giunta provinciale?
Ci fu, forse, l'intervento di qualche personalità influente da Senigallia sul presidente di allora della provincia?
Risposta troppo facile.

Ma ormai è bene guardare avanti.

venerdì 20 giugno 2008

CATERRADUNO ANCORA OK ! PREOCCUPAZIONI ED AUSPICI

*****
Non voglio,di certo, essere nè l'assessore ombra nè l'ombra degli assessori Papa e Campanile, sento comunque di dover esternare delle preoccupazioni e degli auspici per il futuro.

Ancora un grande caterraduno e, nonostante il tempo non clemente, si è registrato successo di pubblico, di spettacoli e soprattutto di promozione.

La mia preoccupazione è che ora possa venire in mente a qualcuno di affidarsi ad agenzie esterne private o pubbliche-private per l'organizzazione e gestione del quarto anno senigalliese di Caterpillar.

Già nel primo appuntamento (2006) la mia convinzione è stata che saremmo stati in grado di gestire con le forze proprie la manifestazione. Il comune di Senigallia ha una forte e decennale esperienza nell'organizzare spettacoli, esperienza acquisita anche dal personale neoassunto, esperienza che non va sprecata, senza dimenticare inoltre il sicuro e notevole risparmio per l'ente.

Le tre edizioni svolte non hanno avuto sbavature e io credo si debba continuare con lo stesso modello organizzativo per la riuscita di una manifestazione così complessa. Affidare a terzi la gestione e organizzazione, vorrebbe dire introdurre sicuramenre situazioni che andrebbero ad inficiare l'armonia del lavoro tra comune e rai. Al comune spetta organizzare e gestire tutta la logistica: palchi, amplificazione (ogni artista ha necessità di una definita e precisa amplificazione), ospitalità per artisti e tecnici da distribuire in diverse giornate, in parte la stampa della pubblicità e altro ancora. Un lavoro non semplice che impegna dirigente, impiegati, tecnici e operai del comune. Da assessore ho sempre ringraziato il personale che con passione ha lavorato per la riuscita della manifestazione, ora voglio ringraziarlo da cittadino.

Colgo l'occasione per ricordare, ancora una volta, che tarda il lancio della manifestazione degli sbandieratori di settembre. Anche questa manifestazione ritengo possa essere gestita dal comune. Come ho scritto in altro post, è già pronto un video curato dalla federazione sbandieratori per l'evento senigalliese, visibile cliccando qui:
Promo del campionato sbandieratori senigallia settembre 2008 .
Nei diversi contatti avuti nei primi mesi dell'anno con il presidente della federazione si è manifestata la reciproca disponibiltà di inserire Senigallia nel circuito per altre e future manifestazioni, la loro richiesta è quasi sempre la sola disponibilità delle piazze. Opportuno, anche in questo caso, seguire i rapporti direttamente.
.....
p.s. Sono felice che oggi tutti plaudano al caterraduno, nel 2006 non era proprio così e si è faticato molto per imporlo alla benevolenza di qualche amministratore comunale. Nel prossimo post , non per alimentare polemiche ma per ristabilire certe verità, riporterò un eloquente articolo, appena rintracciato, della stampa locale.

giovedì 12 giugno 2008

SENIGALLIA: FARSI PIGNORARE CON UN BILANCIO SANO E' DA FESSI

Mentre in città si svolgono gli spettacoli di Caterpillar, gli alberghi sono pieni per il Caterraduno, mentre la promozione della spiaggia di velluto è straordinaria (voglio ricordare che Caterpillar è la trasmissione radiofonica più seguita dagli automobilisti), ecco rimbalzare la notizia che il nostro Comune, con i soldi in cassa, si fa pignorare dalla Sacramati. Con una mano si costruisce un'immagine importante e con l'altra si distrugge. Sarà pure questione di strategia difensiva, ma fatto sta che dei beni del Comune sono sotto pignoramento. Un pignoramento è deleterio all'immagine di una città. Rispondere che abbiamo un bilancio sano non basta, di certo sarebbe stato ancora più sano senza il megarisarcimento dei duemilionicinquecentomilaeuro, o no?
Sulla Sacramati , il Comune ha sempre affermato che si è "mosso" immediatamente, appena venuto a conoscenza di un subappalto vietato dal contratto. Ora, a detta della minoranza, pare che non sia cosi, pare che ci sia un carteggio a dimostrazione del contario. Sarebbe davvero grave se la notizia diffusa fosse vera, in tal caso io credo che le dimissioni della nuova "giunta di alto profilo" sarebbero immediatamente d'obbligo.

venerdì 30 maggio 2008

ALTO PROFILO

Come riferisce la stampa locale, tra pd e verdi è stato raggiunto un patto che i due stessi partiti definiscono di ALTO PROFILO,
patto e programma di ALTO PROFILO per fine mandato, propedeutici ad un'alleanza ancora di ALTO PROFILO per la prossima tornata elettorale .
Diamine! In fondo, i sessanta giorni per rimpastare la giunta sono stati spesi davvero bene e, tutto sommato, per questo nuovo rinascimento che si prospetta, sono stati anche pochi.
Il periodo di sessanta giorni ha consentito, oltre a rimpastare la giunta, anche di raggiungere un PROFILO ALTO, anzi un ALTO PROFILO di programmi e di azioni.

Sempre sulla stampa locale, il Sindaco, parlando della nuova maggioranza dal profilo inarrivabile, afferma: "Altra novità sono i due nuovi partiti di maggioranza. Nonostante Rifondazione ci abbia abbandonato, abbiamo aperto le porte della coalizione a ben due nuovi partiti: l’Italia dei Valori e Sinistra Democratica. Presto ci incontreremo per definire i dettagli.”
Ma, mentre leggo del profilo e dei buoni intenti, l'occhio mi va su un articolo a mezza pagina: in consiglio comunale si è parlato del megarisarcimento alla Sacramati. Con mia grande sorpresa leggo che nel dibattito, con comportamento inaudito, si è tenuta nascosta la notifica del pignoramento, notifica ricevuta un paio di giorni prima. Alla faccia della trasparenza, della glasnost!

Accidenti, proprio mentre come cittadino, quasi gioivo per questa giunta-mandrake, decisionista, rapida, precox e gioivo per l'alto profilo del patto e dei programmi, devo prendere atto di un comportamento gravemente scorretto perpetrato nei confronti del più alto organo di democrazia cittadina, che è appunto il Consiglio Comunale. Un comunicato del Comune, di risposta a chi ha criticato tale condotta, informa che il bilancio è sano. Io dico che con i duemilionicinquecentomilaeuro il bilancio sabbe stato ancora più sano.
Se l' Italia Dei Valori, futuro nuovo partito della maggioranza, avesse avuto già dei rappresentanti in consiglio, o in maggioranza, e fosse stato loro taciuto il pignoramento, sono straconvinto che avrebbe lasciato immediatamente e giustamente la "coalizione di alto profilo" e lo avrebbe fatto, forse, aggiungendo qualche brutta parola.

Infine, leggendo sulla stampa odierna del Consiglio Grande, non capisco come possa proprio il Sindaco lamentare i ritardi sul piano Cervellati. Ma chi ha voluto tenerlo nei cassetti? Chi ha voluto e dettato le priorità se non proprio il Sindaco? Sul piano Cervellati non è stata mica Rifondazione comunista a voler tardare, anzi proprio RC chiedeva continuamente conto del ritardo volendo mutare l'ordine delle priorità. Il piano Cervellati era in cima alle nostre priorità, come più volte scritto e ripetuto. Ma invano...

Concedetemi un'ultima postilla, che non c'entra coi profili alti, ma con la risposta del Sindaco al mio precedente post "habemus papa(m)". Sono sempre le parole del Sindaco e che riporto pari pari dalla stampa: "Sarà l’assessore alla cultura Velia Papa ad occuparsi di tutti gli eventi, dal Caterraduno alla notte della Rotonda. In questo modo daremo continuità agli eventi. A Gennaro Campanile invece spetteranno altri compiti, quelli più strettamente consoni al Turismo” .
Era nei miei pensieri che tutta la programmazione della Rotonda, dopo tre anni di gestione Papa, tornasse al turismo!!! Invece,purtroppo, a mio parere, siamo finiti "in pejus". Spero di essere io in errore.
Ma davvero Velia Papa si occuperà di tutte le manifestazioni ed eventi?

domenica 25 maggio 2008

SENIGALLIA TURISMO. NUNTIO VOBIS: HABEMUS PAPA(m)

Dopo quasi sessanta giorni la giunta è stata rimpastata. Al turismo c'è Velia Papa.

Non è un errore e nè siamo al gioco del totoassessori, al turismo c'è di fatto Velia Papa. Per evitare equivoci, la voce generica "spettacoli", della precedente delega assegnata a Velia Papa, è stata ora sostituita con "manifestazioni ed eventi". La nuova delega in capo a Papa, come leggo dalla stampa, è: cultura, promozione, manifestazioni ed eventi.
Il sottoscritto, nella precedente giunta, inseriva e portava avanti nella propria programmazione gran parte delle manifestazioni e degli eventi , considerando proprio le manifestazioni e gli eventi momenti di accoglienza e di promozione turistica. Ho già ammesso, in un altro mio scritto, che anche per la promozione avevo invaso quasi completamente il campo. Oggi per Campanile questo mi pare impossibile, la delega al turismo di fatto è completamente svuotata. Caro Campanile, non potrai, dalla nuova spartizione delle deleghe, occuparti di manifestazioni, di eventi e di promozione, men che meno ideare alcunchè. Forse Velia Papa ti concederà quelle piccole manifestazioni che riterrà comunque necessarie, ma di cui non vorrà occuparsi. Le manifestazioni e gli eventi importanti non saranno per l'assessore al turismo: a te, caro Gennaro sarà concesso di curare i rapporti con le associazioni e gli operatori , ma senza prendere decisioni e impegni. La promozione, le manifestazioni e gli eventi sono di Velia Papa, questa volta viene chiaramente espresso nell'assegnazione delle deleghe. Non mi si dica che i due assessori sapranno lavorare gomito a gomito, per favore non mistifichiamo la realtà. Ma in fondo il turismo è cultura, quindi andrebbe anche bene, ma la preoccupazione è proprio Velia Papa, non ha mai tempo, e soprattutto "l'ascolto" è molto basso, inesistente direi.

mercoledì 21 maggio 2008

AMIANTO: ESSERE CAUTI NON PUO' VOLER DIRE TACERE

L'amministrazione comunale invita alla prudenza e alla cautela, ma voglio ricordare come Senigallia sia l'unica città in cui l'azienda sia uscita indenne da risarcimenti. Per troppo tempo la cautela ha generato grave silenzio . L'associazione ALA ha avuto il coraggio di riportare alla luce la questione amianto, che certamente non è questione passata, ma purtroppo assai viva. Non bisogna più tacere sui rischi vecchi e nuovi. Assurdo parlare di terrorismo dell'informazione, di voler creare allarmismi, io parlerei invece del terrorismo del silenzio. L' articolo di Repubblica-Bari it, che parla della grave realtà amianto nella città di Bari e che riporto qui di seguito, ci fa riflettere.

Japigia, altri otto malati di amianto
L´incubo della Fibronit BARI: i contaminati sono abitanti del rione.
di Mara Chiarelli

Hanno giocato ignari nelle stradine vicine, spiando dai cancelli della fabbrica dove operai in tuta, altrettanto inconsapevoli, lavoravano l´amianto. Sono trascorsi quasi 50 anni e oggi otto di quei bambini, a loro volta padri e nonni di altri bambini, rischiano di morire. Sono i nuovi casi di malati di amianto, altre otto potenziali vittime della Fibronit, che ha già ucciso 250 persone. Gli ultimi malati sono tutti uomini, di età compresa fra i 55 e i 65 anni, che hanno contratto il mesotelioma pleurico, la patologia respiratoria strettamente connessa all´inalazione di fibre di amianto. Vivono i più punti di Bari, alcuni di loro anche in provincia, ma negli anni ´60 risiedevano all´interno della cosiddetta "zona rossa": un cerchio con diametro di un chilometro, che parte dalla ex fabbrica di cemento amianto, chiusa negli anni ´80, per allargarsi nei quartieri Japigia e San Pasquale. Hanno scoperto di essersi ammalati di recente e, non sapendo cosa fare, hanno contattato il comitato Fibronit. «Stiamo cercando di informarli - spiega il presidente Nicola Brescia - di orientarli verso centri italiani molto più avanti rispetto a noi, con la collaborazione di medici baresi. Stiamo anche pensando di costituire una nuova associazione che si occupi di questo, offrire assistenza, lavoro, perché qui la gente scopre di avere il mesotelioma e non sa che fare. Vogliamo mettere insieme, a servizio di tutti, le esperienze di chi ci è già passato. Ci stiamo lavorando». Si allunga dunque l´elenco delle vittime della Fibronit, mentre entro Natale potrebbe essere firmato al Comune di Bari il contratto per il progetto di messa in sicurezza definitiva e bonifica, della fabbrica e delle zone limitrofi. La gara d´appalto è stata vinta un mese fa da un´associazione temporanea di imprese, il cui capogruppo è lo studio dell´ingegner Claudio Tedesi. Il tecnico ha avuto un ruolo molto importante in tutta la fase di messa in sicurezza dell´area. Del gruppo che elaborerà il progetto fa parte anche il Politecnico di Bari, che si occuperà di approfondirne gli aspetti urbanistici.
Negli ultimi anni, però, sono stati numerosi i casi di patologie correlate all´amianto: asbestosi, che ha colpito in particolare chi lavorava in quella fabbrica, ma soprattutto mesotelioma pleurico. Come quello che il 29 marzo scorso ha ucciso Ernesto Chiarantoni, sposato e con una bimba di otto anni, docente di Ingegneria al Politecnico di Bari e, a lungo, attivista per la causa della bonifica. L´ingegner Chiarantoni, scomparso a soli 44 anni, aveva fatto parte dello staff dirigenziale del Comitato Fibronit e, anche se non più in prima linea, aveva continuato a lottare per la rinascita dell´area.Così come Damiano Scardicchio, ex operaio della Fibronit, memoria storica dei fatti di quel tempo e, per questo, più volte testimone dell´accusa nei diversi processi condotti dalla Procura di Bari contro i manager dell´azienda. Sempre seduto in prima fila, pronto a raccontare ancora e ancora, al giudice di turno, come in quella maledetta fabbrica si maneggiava incautamente l´amianto e come le più elementari norme di sicurezza venissero regolarmente ignorate da chi, invece, avrebbe dovuto vigilare. Scardicchio, da molti anni ammalato di amianto e, nonostante tutto puntuale ad ogni udienza, è scomparso silenziosamente sei mesi fa. Di quegli anni ´60, in via Caldarola, non è rimasta più traccia.
(04 dicembre 2007)

OGGI PURA FINZIONE. SI POTEVA FARE A NOVEMBRE

Oggi i verdi reclamano la riduzione del numero degli assessori e indicano in 6 il numero congruo per la giunta.

Ricordo che nel Consiglio Comunale del 7 novembre u.s. , il consigliere Mancini presentò una mozione per la riduzione dei dirigenti e per la riduzione a sei del numero degli assessori. Tale mozione era inserita regolarmente nell' o.d.g. e, quindi, tutti i consiglieri e gruppi erano venuti in aula dopo avere anche riflettuto in merito.

Cosa succede in quella data? L'articolo dell' 8 novembre di Piaga di velluto è straordinario nello spiegare con ironia, e invito a leggerlo
http://www.lapiagadivelluto.splinder.com/archive/2007-11.
Dietro l'ordine del capogruppo PD, tutti i consiglieri del PD e dei Verdi alla chetichella abbandonano l'aula , Mancini e Marcellini restano gli unici consiglieri di maggioranza presenti. Ricordo che anche sui banchi della giunta la presenza era minima, oltre a me, era presente un solo altro assessore. Nessuno chiede la verifica del numero legale e Mancini, quasi solitario della maggioranza, inizia a presentare la sua proposta. La mozione viene alla fine messa ai voti e chiaramente emerge la mancanza del numero legale, pur con la presenza dell'opposizione.

Se oggi fosse vero il convincimento dei verdi per la riduzione a sei del numero degli assessori, io ricordo loro che SI POTEVA FARE già in novembre. Ma in quella data l'ordine impartito era "la proposta di Mancini non deve passare". Alla luce di questo fatto, abbastanza recente, credo che non sia vera intenzione dei verdi avanzare ,oggi, con forza la propria richiesta. Trattasi di pura finzione.

mercoledì 14 maggio 2008

TRIK E BALLAK PER LA FINE DEI LAVORI ALLA EX GIL

Restaurare e portare a nuova vita un edificio, da decenni in stato di abbondono e che si trova in pieno centro storico, è ottima cosa. Ma festeggiare, credo, non sia opportuno per gli oltre due milioni di euro di risarcimento da versare alla ditta Sacramati .

Credo che a nessun buon padre di famiglia, al termine di un restauro di una propria abitazione, chiamato a un megarisarcimento oltre ai giusti oneri dei lavori, possa mai venire in mente di far festa e organizzare trik e ballak.

martedì 13 maggio 2008


NON BASTA ELENCARE I BISOGNI, E' NECESSARIO DARE RISPOSTE E TROVARE DAVVERO SOLUZIONI

Della triste situazione economica che attanaglia gran parte delle famiglie italiane ne parla il nuovo governo, ne parla il governo ombra, ma la verità è che tutti sapevano da tempo che la condizione materiale di milioni di lavoratori dipendenti e pensionati ha subito negli ultimi quindici anni un profondo peggioramento.
Dall'accordo del luglio '93 ( sacrifici per i lavoratori) ad oggi si sono susseguiti pesanti attacchi alle condizioni di vita e di lavoro degli operai, degli impiegati, dei salariati proprio da parte di tutti i governi che si sono succeduti.
Alla giusta (ma assai flebile) richiesta di politiche di ridistribuzione del reddito si è risposto negli anni passati sostenendo le imprese, riducendo i salari, rinnovando i contratti pubblici e privati con enorme ritardo e con aumenti miserrimi, aumentando prezzi e tariffe; all'esigenza di aumentare gli investimenti per scuola, sanità, previdenza pubblica si è preferito accrescere a dismisura le spese militari, ridurre le pensioni, tentare di scippare il TFR, privatizzare i profitti, socializzare le perdite; alla richiesta di lavoro e tutele precarizzando tutto, alle aspettative dei migranti con lo sfruttamento e i CPT.
Non credo che l'opposizione ombra sia, oggi, in grado di saper ottenere dal nuovo governo non ombra una giusta soluzione.
Ritorniamo tutti a far politica dal basso anche utilizzando la rete, un movimento che possa democraticamente estendersi e proporsi con forza e intelligenza come Beppe Grillo insegna, un movimento che sappia supportare quei partiti che vorrano (e dovranno pena la definitiva scomparsa) davvero stare dalla parte di chi lavora.

lunedì 12 maggio 2008

L'intervento di Marco Travaglio ha generato un terremoto non solo di polemiche, ma politico...
Il PD dialoga o inciucia? La domanda sorge spontanea
leggo dal messaggero online:
Schifani: qualcuno vuole minare il dialogo. «Si tratta di fatti inconsistenti e manipolati che non hanno dignità di generare sospetti. La verità è che qualcuno vuole minare il dialogo e il confronto costruttivo che ha caratterizzato l'inizio di questa legislatura». Renato Schifani, presidente del Senato, risponde così ai microfoni del Tg1 agli attacchi ricevuti ieri da Marco Travaglio. «La via per perseguire il dialogo - dice Schifani - parte da un fatto storico, la reciproca legittimazione che è avvenuta con lo storico incontro Berlusconi-Veltroni sulla riforma elettorale. E poi lavorare, così come lavorerò io sulla maggioranza e sul governo affinché in Aula le proposte dell'opposizione, quelle compatibili, possano essere condivise ed eventualmente approvate. Se c'è qualcuno che deve pagare dei prezzi li pagherà. Io sto pagando in queste ore, ma sono sereno, nessuno fermerà la mia azione per fare in modo che sui temi della legalità delle riforme e delle proposte condivise si possano abbattere gli steccati e lavorare insieme, perché ce lo chiede il Paese e anche il Capo dello Stato». Finocchiaro: inaccettabili accuse così gravi.
Critiche sono state rivolte a Travaglio anche da Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd al Senato: «Trovo inaccettabile che possano essere lanciate accuse così gravi, come quella di collusione mafiosa, nei confronti del presidente del Senato, in diretta tv su una rete pubblica, senza possibilità di contraddittorio».
Ma Travaglio si difende. «Ho solo citato un fatto scritto già nel mio libro e in quello di Lirio Abbate, giornalista dell'Ansa minacciato dalla mafia, e cioè che Schifani aveva avuto rapporti con persone poi condannate per mafia - ha affermato il giornalista -. È agli atti societari della Sicula Brokers fondata da lui, Enrico La Loggia, Mino Mandalà, condannato come boss mafioso, e Benny D'Agostino, condannato per concorso esterno. O si chiede conto a Schifani di questo o non si celebra Abbate come giornalista antimafia. A Fazio ho spiegato che se dopo De Nicola, Pertini e Fanfani, ci ritroviamo con Schifani sono terrorizzato dal dopo: le uniche forme residue di vita sono il lombrico e la muffa. Anzi, la muffa no perché è molto utile.
Di Pietro difende Travaglio. A difesa del giornalista si è schierato invece Antonio Di Pietro: «Esprimo solidarietà a Marco Travaglio perché ha fatto semplicemente il suo dovere raccontando quel che sono i fatti - ha affermato -. Episodi che non possono essere cambiati o taciuti solo perché, da un giorno all'altro, una persona diventa presidente del Senato oppure, e solo per questo, cancellare con un colpo di spugna la sua storia ed il suo passato. Un giornalista che racconta, citando episodi specifici, non ha bisogno di alcun contraddittorio - ha aggiunto l'ex pm -. Paradossalmente vorrebbe dire che ogni qualvolta un giornalista scrive o riporta la cronaca di una rapina, si dovrebbe ascoltare anche la versione del rapinatore. Il contraddittorio, semmai, deve essere fatto dai politici quando si confrontano tra di loro».

mercoledì 7 maggio 2008

UNA NOTIZIA BELLA: LA DODICESIMA BANDIERA BLU.

UNA NOTIZIA PREOCCUPANTE: SI FA PRIMA IL GOVERNO NAZIONALE CHE IL RIMPASTO DI GIUNTA A SENIGALLIA.

Apprendo con estremo piacere che la spiaggia di velluto ottiene la dodicesima consecutiva bandiera blu. Importante riconoscimento che da una parte certifica la qualità della nostra offerta turistica, dall'altra offre una riconoscibilità a livello italiano ed europeo. Non dimentichiamo che oggi più che mai l'attrazione turistica è generata proprio dalla buona qualità ambientale e, come più volte ho ripetuto, tutti gli studi di settore confermano tale tendenza.

La notizia non buona è che mentre nasce in poco tempo il governo nazionale, non si riesce a far decollare il rimpasto della giunta cittadina. Oggi D'Alema ci fa capire con estrema franchezza che dentro il PD a livello nazionale ci sono più anime, tutti sanno che anche a Senigallia ci sono anime diverse checchè ne dica il segretario cittadino. Non mi scandalizzo delle divisioni interne, ma è certo che questo sta provocando un ritardo grave nella definizione delle deleghe. Non vorrei, per il bene della città, che si perdano opportunità importanti. Per esempio nel ponte di maggio era prevista la presentazione del campionato nazionale A 1 degli sbandieratori, campionato che si terrà a settembre a Senigallia, manifestazione ormai decisa. Era in programma, una conferenza stampa e contestualmente, senza spesa per l'amministrazione, l'arrivo di un gruppo di sbandieratori che avrebbe lanciato l'appuntamento di settembre. Io non ho visto nulla, la stampa non ha riportato nulla, ergo la conferenza stampa non c'è stata. Intanto chi ha voglia può cliccare qui di seguito per visionare il promo dell' evento curato dalla F.I.Sb. Promo del campionato sbandieratori senigallia settembre 2008 . Alcune immagini del video si riferiscono al campionato svolto lo scorso anno a Ferrara. La foto sotto, invece, si riferisce al momento di presentazione della candidatura di Senigallia all'assemblea dei soci della Federazione Italiana Sbandieratori del 1 marzo 2008 a Faenza.

martedì 6 maggio 2008

TOTO ASSESSORI 2

GIURAMENTI, PROMOZIONI E AMMISSIONE DI INVASIONE DI CAMPO

Non voglio aumentare il livello di polemica con i verdi locali, non voglio assolutamente infierire. Qualcuno potrebbe pensare che con questo blog io abbia iniziato una strada polemica per un mio “mal di pancia”. Tranquillizzo chi è portato a pensare questo, proprio no, anzi assicuro riferendo quanto nei giorni scorsi alcuni colleghi di scuola mi han detto: “non ti abbiamo mai visto così sereno e sorridente”. Sì in effetti il poter parlare liberamente fa star bene.
Ma un’ultima mi è d’obbligo, copio da Vivere Senigallia del 6 maggio una parte dell’intervento del segretario verde : ” I Verdi sono una forza politica responsabile e rappresentano una garanzia per il governo Angeloni". Non vi pare una sorta di giuramento “a prescindere”? Mi viene in mente il mio giuramento da Mo. Pe. (mortaista pesante specializzato al tiro) che tenni nel lontano 1976 in una caserma di Casale Monferrato volendo adempiere al servizio militare. Il mio giuramento era d’obbligo e moralmente doveroso.
Il giuramento dei verdi è una scelta e più non aggiungo.

Mentre si prospetta veramente quanto da me previsto nell'articolo del 4 maggio, non è necessario essere veggenti ed era facile la mia previsione, pochi forse sanno che la delega alla "promozione" dall’inizio di questo mandato è affidata all’assessore Velia Papa. Nella ridistribuzione delle deleghe credo che “la promozione” venga riproposta alla Papa, è anche possibile che questa volta sia in toto e cioè con le attività del turismo.

Intanto ammetto di avere nel mio trascorso lavoro da assessore invaso abbondantemente il campo, il campo appunto della promozione.

domenica 4 maggio 2008

TOTO ASSESSORI

A più di un mese delle mie dimissioni da assessore, la maggioranza attuale e il Sindaco non riescono ancora a trovare la quadra per la nuova assegnazione delle deleghe.
Volendo prevedere gli umori dei governanti locali, credo che un rimpasto sia nei loro pensieri. Credo che l'urbanistica venga affidata ai "giannizzeri" del sindaco e cioè al partito di Pecoraro Scanio (non me ne voglia Simone Ceresoni, ma più volte apertamente anche a lui ho riferito il mio pensiero sul loro comportamento politico ), la motivazione che spingerà a tale scelta il Sindaco e il PD è semplice: le scelte urbanistiche effettuate si ammanterebbero di "ambientalismo". I metri cubi previsti si faranno ma con la benedizione in prima persona dell'assessore verde.
Il Turismo a questo punto andrebbe a Campanile. Intanto personalmente auspico , per il bene della sinistra e del PRC, che l'attuale partito di Pecoraro Scanio confluisca nel PD, defunto l'arcobaleno.

giovedì 1 maggio 2008

Riporto l'ntervento da me tenuto in consiglio comunale relativo alle mie dimissioni, intervento riportato integralmente anche
da VS del 28 marzo 2008
Lo sfogo di Rebecchini: la maggioranza si è chiusa nelle sue posizioni.
Nel suo intervento in Consiglio Comunale, a tarda notte, l'assessore di Rifondazione Luigi Rebecchini ha spiegato le ragioni delle sue dimissioni. Di seguito il suo intervento.
da Luigi RebecchiniRifondazione Comunista
Dico subito, onde evitare interpretazioni errate, che condivido pienamente le posizioni del consigliere Roberto Mancini, con il quale ci siamo più volte confrontati, concertando ora l'uscita da questa maggioranza. Da mesi, in effetti, la convivenza all'interno di questa maggioranza è diventata sempre più difficile. Più volte avevo fatto notare, anche in giunta, che a mio parere sarebbe stato necessario giungere a quella verifica programmatica chiesta dal mio partito ormai da ben due anni. Purtroppo, e me ne dispiaccio, il resto della maggioranza, oggi Pd, assieme al sindaco hanno snobbato tale richiesta, con il timore - palesato anche chiaramente - di dare eccessiva visibilità a Rifondazione. Non volevamo alcuna visibilità, né dettare l'agenda politica, ma confrontarci su alcune grandi e importanti questioni e nodi che stanno venendo al pettine: appunto la variante Arceviese, la variante Corinaldese -che è in qualche cassetto e che pochi conoscono- , poi la lottizzazione di via Cellini e via di seguito. Il resto della maggioranza e il sindaco si sono arroccati e chiusi, quasi in una sorta di delirio di onnipotenza. Da un governo autorevole si è di fatto passati ad un governo autoritario.
Con senso di responsabilità abbiamo resistito e insistito: oggi non è più possibile insistere. Restituisco nelle mani del sindaco le deleghe ricevute, dimissioni che come recita lo statuto comunale all'art 32 comma 4 sono irrevocabili e dovranno dal sindaco essere partecipate al segretario generale. Avrei dovuto farlo prima, ma fino all'ultimo ho evitato, da una parte per non precipitare la situazione, da un'altra parte per concludere una serie di progetti e iniziative importanti per la stagione turistica 2008. Lascio ora con la coscienza tranquilla e con la consapevolezza di aver svolto fino in fondo il mio dovere. La stagione estiva è alle porte, penso che sia quasi tutto pronto per un'altra stagione turistica straordinaria. La promozione in questi mesi è stata programmata accuratamente, come anche gli eventi promozionali e di accoglienza che a mio parere saranno qualitativamante e quantitativamente ancora di più e migliori del precedente anno. Voglio ringraziare prima di tutto il mio ufficio, dal dirigente, ai funzionari, agli impiegati dell'ufficio commercio, ringrazio i due impiegati dell'ufficio turismo (dico due non per cernita ma perché sono in tutto due). Ringrazio tutti i funzionari e impiegati degli altri settori che sono stati sempre disponibili nei miei confronti, e soprattutto gli operai che in piena estate con l'aumento delle manifestazioni, hanno visto moltiplicarsi il loro lavoro che è stato eseguito sempre non solo con perizia ma anche con passione. Ringrazio ancora i vigili urbani che si sono sempre prodigati al massimo (ne sono testimone diretto) per diminuire i disagi e non bloccare la città in occasione dei grossi eventi.
Un grazie alle associazioni di categoria, dell'artigianato, dell'industria, del commercio, dell'agricoltura, ai sindacati, con tutti il confronto è stato continuo, corretto e proficuo, li ringrazio perché mi hanno permesso di maturare assieme a loro scelte giuste e importanti. Molte iniziative sono state condivise e spesso molti progetti sono stati portati avanti assieme. Certo, personalmente, alcuni errori li avrò anche commessi, ma chi fa, chi lavora non ne può essere esente. Non ho mai scelto la strada del non fare, una linea programmatica chiara mi ha permesso di saper discernere e dare seguito anche a quei progetti di privati che potevano rientrare nelle linee di programma. Voglio ringraziare tutti quei cittadini che spesso mi fermano per strada per manifestare la loro vicinanza e il loro apprezzamento nei confronti del mio agire politico e amministrativo.
Mi dispiace non poter più personalmente procedere in quei progetti che ancora sono in itinere, ma spero che li possa prontatamente proseguire chi verrà dopo di me, mi riferisco ad esempio all'istituzione di un mercato di produttori agricoli diretti, mercato da svolgersi un paio di volte alla settimana al foro annonario. Credo che tale progetto possa essere vincente, soprattutto in un momento come l'attuale dove il cittadino è assai sensibile alla provenienza delle merci, senza tralasciare che l'azzeramento della filiera permeterebbe anche un risparmio per i cittadini. Mi dispiace, ancora, non poter partecipare ai lavori che sta svolgendo il dott Gianluca Goffi sia sull'economia cittadina e del territorio, sia sul turismo. Da tale lavoro sicuramente emergerà un'analisi più puntuale del mercato turistico e dell'ambiente competitivo per una sempre migliore individuazione e definizione degli obiettivi e per un continuo controllo delle performance obiettivo. Colgo l'occasione per ringraziare comunque alcuni amici che lavorano in ambito universitario e che con la loro professionalità mi hanno aiutato in questi tre anni in modo del tutto volontario e che sicuramente desiderano non essere citati per nome.
Voglio ringraziare in maniera calorosa i consiglieri tutti che sono stati prodighi di idee e che certamente mi hanno stimolato a cercare di fare bene. Ricordo l'importante decisione presa recentemente all'unanimità in terza commissione di costituire una consulta sul turismo. Mi auguro che possa vedere presto attuazione. Sindaco, ti ringrazio per la fiducia che mi hai dato, ringrazio i colleghi di giunta, ma non posso tacere che da qualche tempo si è aperto, purtroppo, un divario divenuto sempre più incolmabile e più aspro.Per il bene della città vi auguro un buon lavoro, anche se le mie preoccupazioni, su un fare dell'amministrazione a volte arrogante, credo non siano infondate. Comunque buon lavoro.


Intervento al convegno "Le forme della partecipazione nel governo del territorio"
Senigallia 24 novembre 2007
Assessore Luigi Rebecchini -Pianificazione e turismo-

“Pianificazione e turismo” è un tema che, seppur dibattuto, ancora stenta a trovare, a mio parere, un forte peso nel dibattito politico-culturale del nostro paese. Mi conforta il fatto che stanno comunque crescendo e si stanno sviluppando attenti studi e ricerche che portano il tema all’attenzione di politici, amministratori, operatori economici e di chi in genere interviene sul territorio.
Noi qui a Senigallia, come PRC, più di un anno fa abbiamo in parte affrontato la questione, nel corso di un convegno sui turismi con la presenza dell’assessore regionale al turismo e alle attività economiche dell’ Emilia Romagna Guido Pasi. In quell’occasione l’assessore Pasi ci riferiva di vedere la nostra regione capace di interessante attrazione turistica proprio per la buona qualità ambientale, non essendo stata investita o poco investita da quel processo di “riminizzazione” , cioè di urbanizzazione selvaggia, che invece ha investito molte zone d’Italia. In sintesi l’avvertimento è risultato chiaro: superando la “capacità di carico edilizio” di un’area, ne deriva un sicuro declino di interesse turistico. Espansioni edilizie anche di tipo turistico, come indiscriminata costruzione di appartamentini o di “villaggi”, favoriscono la distruzione del territorio e nei fatti distruggono il fine per cui quelle stesse opere vengono costruite.
Oggi affrontiamo in modo specifico i temi dell’urbanistica e della pianificazione per cercare di dare un contributo al dibattito cittadino e regionale per una urbanistica giusta. Abbiamo voluto questo convegno perché avvertiamo il rischio che quell’ armatura territoriale tradizionale, la qualità ambientale menzionata da Pasi, anche nella nostra zona rischia di essere sconvolta con processi edificatori che sono purtroppo in atto e che alcune proposte di legge regionale andrebbero ad aggravare. Non esiste piccolo comune, ad esempio, anche nel nostro territorio, che non si sia dotato di un’area produttiva con alcuni capannoni prefabbricati, alcuni vuoti e con un’accessibilità quanto meno problematica, insediamenti che si stanno spargendo nel territorio agricolo e
collinare .

IL PTC E' UN PIANO ELUSO
IL PTC della nostra provincia giustamente denuncia: “grandissima parte dei comuni della nostra regione, non ha saputo abbandonare l’eccesso di localismo nella progettualità urbanistica, anche per incrementare le proprie entrate fiscali, eccesso di localismo che ha portato ad un’eccessiva dispersione di insediamenti produttivi”.
Le entrate fiscali, purtroppo, fanno diventare i comuni “drogati di edilizia”, con conseguente massacro di un territorio dolce, piacevole ed irripetibile come quello della nostra provincia e regione.
Io porto come esempio quello che sta avvenendo sulla strada Pergolese:
fino a pochissimi anni or sono era piacevolissimo percorrerla, anche se con sede stradale non del tutto sicura, per il paesaggio che ci offriva, un’agricoltura rigogliosa si apriva ai nostri occhi per molti chilometri. Oggi invece teorie di capannoni si alternano a porzioni di terreni agricoli, nemmeno i comuni confinanti hanno saputo concordare aree uniche per gli insediamenti artigianali e industriali. Uno spreco di territorio, un massacro di territorio, nel giro di pochissimi anni è stato compiuto con grave danno alla bellezza del paesaggio, all’ appetibilità turistica di quelle vicine zone e di sicuro danno economico generale.
Stessa cosa sulla arceviese: capannoni disseminati, costruzioni ovunque, mentre l’area deputata ad accogliere gli insediamenti produttivi -l’area ZIPA- ricadente nel comune di Ostra, è rimasta per molto tempo semivuota e solo oggi si progetta il suo ampliamento previsto e che doveva avvenire molti anni fa, se i comuni della zona avessero compiuto scelte più appropriate, puntando su quell’area consortile.

IL TERRITORIO E' UN BENE COMUNE
A questo punto mi chiedo come mai la pianificazione non compia il suo dovere, come mai l’ urbanistica non sia in grado di dare risposte per un uso equilibrato e rispettoso del territorio.
Qui, come in ogni parte del nostro paese, avviene quello che si può chiamare “crisi della pianificazione”. E’ innegabile infatti che l’organizzazione e la continua trasformazione del territorio seguono linee e processi che poco hanno a che fare con le proposizioni di un piano. Ne derivano effetti molto gravi sotto due profili importanti: quello della conservazione del patrimonio comune e quello della decadenza della stessa economia.
Il patrimonio comune, il territorio, l’ambiente, il paesaggio, diventano merce di scambio per consentire urbanizzazioni ed edificazioni. Le quantità dell’espansione urbana non sono più determinate sulla base delle necessità oggettive di nuove costruzioni per la residenza, per la produzione, per il commercio, ma dalla domanda degli investitori immobiliari. Ogni nuova attività proposta, spesso, non viene valutata in relazione alla sua utilità sociale e fattibilità. La localizzazione spesso non discende da un’analisi sulla corretta disposizione in relazione alle caratteristiche dei siti, alle esigenze di accessibilità, alla tutela, ma semplicemente dalla disponibilità dei proprietari a promuovere trasformazioni del loro patrimonio immobiliare.
Non voglio dilungarmi nella descrizione dei danni che tutto ciò comporta sul patrimonio comune, sulla corretta organizzazione del territorio, sulla vivibilità, credo che siano evidenti.
Come mai questa situazione si è determinata? A mio parere torna l’antica questione del prevalere delle rendite nel nostro sistema. Credo siano necessarie strategie lungimiranti, innanzitutto a livello nazionale, se si vuole evitare una decadenza irrimediabile. Io dico che per ridare prospettive all’economia, sconfiggere la rendita è un passaggio essenziale.
Il principio basilare dovrebbe affermare la centralità del territorio come bene pubblico e collettivo e quindi come “bene comune” non alienabile, non trasformabile senza il consenso della comunità.
Le peggiori devastazioni del territorio italiano, oltre a quelle derivate da miopia o agire scriteriato di alcune amministrazioni promuovendo e realizzando anche alcune inutili opere pubbliche, sono state indubbiamente provocate dal prevalere degli interessi della proprietà immobiliare, in particolare di quella fondiaria.
In attesa che a livello nazionale maturi e divenga forte il grido di allarme a che si arrivi a considerare, con una nuova normativa, il territorio come bene comune, le comunità locali non devono certo stare in attesa, ma cercare di governare invertendo le situazioni in atto e non cadere nella logica e nella tentazione, a cui accennavo prima, cedendo alle pressioni immobiliari pur di incassare risorse per le amministrazioni, anche se utili per infrastrutture o per altro.
In questo quadro, mi sembra che sia giunto il tempo di dichiarare che il territorio tutto e in primis il territorio rurale e quello naturale, sono beni che non devono essere sottratti al godimento delle generazioni presenti e di quelle future, preservandoli da edificazioni inutili e selvagge.

TERRITORIO E TURISMO La cementificazione indiscriminata dei suoli va fermata, se non dovesse ciò accadere, la stessa economia di un territorio, in prospettiva, subirà danni gravi, soprattutto in quelle aree dove oggi per la bellezza del paesaggio esiste una forte attrattiva turistica. Parliamo assai spesso di sviluppo sostenibile e secondo me “sostenibilità” non significa apportare qualche modifica ecologica ai sistemi produttivi, ma significa non lasciare ai posteri meno risorse di quante ne possiamo godere. Per risorse intendo non sono soltanto le quattro fondamentali – acqua, aria, terra ed energia – ma anche cultura, storia e bellezza. Sembra allora maturo il momento per riprendere ed estendere la tutela dei valori che la natura e la storia hanno sedimentato nel territorio, adoperandosi per accrescere la sua qualità.
In molte parti d’Italia assistiamo a comitati ambientali che fronteggiano la cementificazione e la speculazione basata a volte sulle aspettative di incremento o presunto incremento turistico.
Si manifesta a volte, attorno ai temi ambientali, uno scontro tra un certo mondo di operatori turistici e quello della popolazione locale che si rende conto dei costi sociali altissimi che certe scelte alla fine impongono.
In questo scontro emerge, per fortuna, tra gli stessi operatori, la posizione di coloro che si preoccupano dell’equilibro ambientale proprio per difendere il turismo e per mantenere attivi i fattori di attrazione: deturpando la natura e il territorio, infatti, la fonte di ricchezza rappresentata dal turismo inesorabilmente si esaurirà.
I più recenti studi di settore ci dicono, infatti, che le risorse naturali, il paesaggio, l’ambiente svolgono un ruolo chiave nel processo decisionale del cliente per la scelta di una destinazione o di un viaggio e costituiscono sempre più il motore primo della destinazione.
Importanti elementi di attrazione e coinvolgimento sono legati all’ambiente rispettato, all’interpretazione storica dei luoghi, agli edifici antichi, ai castelli, alle fortezze, alle residenze storiche, alla bellezza della campagna e delle città. La creazione, invece, di “non luoghi”, di spazi non riconducibili ai diversi territori rappresenta di fatto la distruzione dei “luoghi” in favore di anonimi e inutili spazi. In un mondo ormai globalizzato, il turista cerca, per converso, “il locale” cioè un luogo eletto per rallentare i ritmi di vita e godere delle specificità che un territorio è in grado di offrire.
E’ finita l’era del turismo di massa, intendendo con tale termine “vacanza comunque e ovunque”, e si è aperta l’era dei “soggetti” cioè di persone sempre più colte, turisticamente evolute, spinte alla vacanza dalla ricerca di esperienze, di identità, di autenticità. In altre parole siamo passati alla fase in cui si afferma un consumatore critico e si diffonde la ricerca del “tipico” invece dello “standard”. Nella nostra regione, nella nostra provincia, nel nostro comune non dobbiamo inseguire le chimere dello sviluppo degli anni settanta, possiamo lavorare per valorizzare i nostri luoghi esaltandone le eccellenze.
Dobbiamo, allora, avere una piena consapevolezza su un punto: la grande sfida che ci aspetta è quella della qualità urbana e del territorio. Ci troviamo di fronte ad una generalizzata richiesta di qualità, in termini di ampliamento della gamma delle strutture ricettive, di gradevolezza e salubrità ambientale, di ricchezza di offerta di servizi urbani, di qualità degli spazi aperti e delle acque, di miglioramento e diversificazione dei sistemi di accessibilità e mobilità.
Il turismo oggi deve punture sull’uso integrato del sistema ambientale e culturale, sulla qualità dei luoghi urbani e sulla bellezza e ricchezza del patrimonio paesaggistico ed artistico del territorio.
Il consumo di suolo perseguito, e che si continua a volte purtroppo a perseguire, rischia di far perdere l’identità dei luoghi storici e di certi territori, si tratta oggi di attivare un rigoroso rispetto del sistema delle preesistenze ambientali e delle qualità storiche diffuse.
C’è , in questa ottica, da perseguire un responsabile e credibile processo di mutazione tipologica delle forme edilizie e insediative esistenti che metta in grado di rendere più belli e più attenti ai fenomeni di recupero ambientale, i luoghi delle vacanze. Qui a Senigallia, per esempio, questa attenzione è stata posta e viene continuamente posta nel centro storico con interventi curati e rispettosi dell’antico e voglio ricordare anche la prossima approvazione del Piano Cervellati.
E la stessa cura dobbiamo porla su tutto il nostro territorio, dall’arenile – non permettendo in un nuovo piano ulteriori stabilimenti attualmente possibili, permettendone invece una attenta riqualifiicazione degli esistenti- alla riqualificazione degli alberghi, alla periferia estrema, cercando insomma di perseguire progetti e piani che abbiano l’obiettivo chiaro di migliorare la qualità e la bellezza degli interventi che si vanno a proporre e realizzare, e non si perseguano invece fini speculativi e aumenti indiscriminati di cubature.
E’ questa un’affermazione ovvia? Non c’è niente di banale nell’affermare che la ricetta più adatta è di non aumentare ulteriormente il consumo di suolo e andare a favorire invece i processi di ristrutturazione.
Senza territorio gradevole e fruibile, al turismo viene a mancare l’ossigeno.
Se vogliamo parlare di turismo dobbiamo sapere che ci sono degli straordinari vantaggi: occupazione e reddito che provengono da un uso virtuoso del territorio. Il turismo non può convivere a lungo con lo sperpero del territorio, con l’abbruttimento delle città, con l’inquinamento e il degrado ambientale.

I PARTITI SONO DISTANTI DALLA SOCIETA'
Vorrei a questo punto accennare al tema che comunque permea tutta la tematica del governo del territorio : mi riferisco alla questione della partecipazione.
E’ un tema molto delicato: si pone sul quel delicato rapporto che va a legittimare l’urbanistica, il rapporto con la politica e la società e va a porre la questione della democrazia. In Italia oggi più che mai uno dei nodi principali sta proprio nel rapporto tra società e politica.

La società, al di là dei “grillini”, non si sente più rappresentata dagli strumenti e dagli istituti della democrazia. I partiti e le stesse istituzioni hanno perso credito e c’è una parte di cittadini che chiede sempre di più di rappresentarsi da sé.
Succede spesso che questa parte di cittadini che si organizza da sé non ha la forza di decidere, riesce, quando va bene, a ritardare alcune scelte e solo raramente a bloccarle e quasi mai a praticare decisioni propositive diverse, con risultato, anche se ha il merito di mettere il dito sulla piaga e accrescere le sensibilità sui problemi.
Quando la democrazia fu introdotta in Italia, essa prevedeva una stretta relazione tra i partiti e le istituzioni. Le istituzioni, strumenti della democrazia rappresentativa, erano nutrite dalla società attraverso i partiti.
I partiti esprimevano le varie componenti della società nei loro ideali e nei loro interessi e davano ad esse un progetto di società.
Il problema allora cui la partecipazione allude è proprio questo: come ricostituire un giusto rapporto tra la società e le istituzioni e salvi queste dalla necrosi e restituisca alla società la possibilità di intervenire in maniera positiva sulle scelte e sul potere? Come utilizzare la partecipazione nelle decisioni sul governo del territorio in modo da superare la crisi in atto?
A mio parere la soluzione va proprio cercata nella società e nelle istituzioni. Le istituzioni devono fare il massimo sforzo per aprirsi alla società, senza rinchiudersi in un rapporto sterile con i partiti, informando i cittadini in maniera esauriente sulle grandi problematiche, investendo risorse finanziarie ed umane.
La società, informata e cosciente, deve lavorare per mutare e rifondare i partiti stessi.
Non basta poi ai partiti cambiare immagine o mutare denominazione, essi devono recuperare il rapporto con la società che hanno perso, lo si recupera con i comportamenti e anche per i partiti con un approccio ai problemi serio e approfondito.
Bisogna allora, per non cadere in uno sterile populismo, ricostruire in tal modo i lati del triangolo costituito dal rapporto tra istituzioni, partiti e società, lo auspico anche come iscritto al PRC.