venerdì 30 maggio 2008

ALTO PROFILO

Come riferisce la stampa locale, tra pd e verdi è stato raggiunto un patto che i due stessi partiti definiscono di ALTO PROFILO,
patto e programma di ALTO PROFILO per fine mandato, propedeutici ad un'alleanza ancora di ALTO PROFILO per la prossima tornata elettorale .
Diamine! In fondo, i sessanta giorni per rimpastare la giunta sono stati spesi davvero bene e, tutto sommato, per questo nuovo rinascimento che si prospetta, sono stati anche pochi.
Il periodo di sessanta giorni ha consentito, oltre a rimpastare la giunta, anche di raggiungere un PROFILO ALTO, anzi un ALTO PROFILO di programmi e di azioni.

Sempre sulla stampa locale, il Sindaco, parlando della nuova maggioranza dal profilo inarrivabile, afferma: "Altra novità sono i due nuovi partiti di maggioranza. Nonostante Rifondazione ci abbia abbandonato, abbiamo aperto le porte della coalizione a ben due nuovi partiti: l’Italia dei Valori e Sinistra Democratica. Presto ci incontreremo per definire i dettagli.”
Ma, mentre leggo del profilo e dei buoni intenti, l'occhio mi va su un articolo a mezza pagina: in consiglio comunale si è parlato del megarisarcimento alla Sacramati. Con mia grande sorpresa leggo che nel dibattito, con comportamento inaudito, si è tenuta nascosta la notifica del pignoramento, notifica ricevuta un paio di giorni prima. Alla faccia della trasparenza, della glasnost!

Accidenti, proprio mentre come cittadino, quasi gioivo per questa giunta-mandrake, decisionista, rapida, precox e gioivo per l'alto profilo del patto e dei programmi, devo prendere atto di un comportamento gravemente scorretto perpetrato nei confronti del più alto organo di democrazia cittadina, che è appunto il Consiglio Comunale. Un comunicato del Comune, di risposta a chi ha criticato tale condotta, informa che il bilancio è sano. Io dico che con i duemilionicinquecentomilaeuro il bilancio sabbe stato ancora più sano.
Se l' Italia Dei Valori, futuro nuovo partito della maggioranza, avesse avuto già dei rappresentanti in consiglio, o in maggioranza, e fosse stato loro taciuto il pignoramento, sono straconvinto che avrebbe lasciato immediatamente e giustamente la "coalizione di alto profilo" e lo avrebbe fatto, forse, aggiungendo qualche brutta parola.

Infine, leggendo sulla stampa odierna del Consiglio Grande, non capisco come possa proprio il Sindaco lamentare i ritardi sul piano Cervellati. Ma chi ha voluto tenerlo nei cassetti? Chi ha voluto e dettato le priorità se non proprio il Sindaco? Sul piano Cervellati non è stata mica Rifondazione comunista a voler tardare, anzi proprio RC chiedeva continuamente conto del ritardo volendo mutare l'ordine delle priorità. Il piano Cervellati era in cima alle nostre priorità, come più volte scritto e ripetuto. Ma invano...

Concedetemi un'ultima postilla, che non c'entra coi profili alti, ma con la risposta del Sindaco al mio precedente post "habemus papa(m)". Sono sempre le parole del Sindaco e che riporto pari pari dalla stampa: "Sarà l’assessore alla cultura Velia Papa ad occuparsi di tutti gli eventi, dal Caterraduno alla notte della Rotonda. In questo modo daremo continuità agli eventi. A Gennaro Campanile invece spetteranno altri compiti, quelli più strettamente consoni al Turismo” .
Era nei miei pensieri che tutta la programmazione della Rotonda, dopo tre anni di gestione Papa, tornasse al turismo!!! Invece,purtroppo, a mio parere, siamo finiti "in pejus". Spero di essere io in errore.
Ma davvero Velia Papa si occuperà di tutte le manifestazioni ed eventi?

domenica 25 maggio 2008

SENIGALLIA TURISMO. NUNTIO VOBIS: HABEMUS PAPA(m)

Dopo quasi sessanta giorni la giunta è stata rimpastata. Al turismo c'è Velia Papa.

Non è un errore e nè siamo al gioco del totoassessori, al turismo c'è di fatto Velia Papa. Per evitare equivoci, la voce generica "spettacoli", della precedente delega assegnata a Velia Papa, è stata ora sostituita con "manifestazioni ed eventi". La nuova delega in capo a Papa, come leggo dalla stampa, è: cultura, promozione, manifestazioni ed eventi.
Il sottoscritto, nella precedente giunta, inseriva e portava avanti nella propria programmazione gran parte delle manifestazioni e degli eventi , considerando proprio le manifestazioni e gli eventi momenti di accoglienza e di promozione turistica. Ho già ammesso, in un altro mio scritto, che anche per la promozione avevo invaso quasi completamente il campo. Oggi per Campanile questo mi pare impossibile, la delega al turismo di fatto è completamente svuotata. Caro Campanile, non potrai, dalla nuova spartizione delle deleghe, occuparti di manifestazioni, di eventi e di promozione, men che meno ideare alcunchè. Forse Velia Papa ti concederà quelle piccole manifestazioni che riterrà comunque necessarie, ma di cui non vorrà occuparsi. Le manifestazioni e gli eventi importanti non saranno per l'assessore al turismo: a te, caro Gennaro sarà concesso di curare i rapporti con le associazioni e gli operatori , ma senza prendere decisioni e impegni. La promozione, le manifestazioni e gli eventi sono di Velia Papa, questa volta viene chiaramente espresso nell'assegnazione delle deleghe. Non mi si dica che i due assessori sapranno lavorare gomito a gomito, per favore non mistifichiamo la realtà. Ma in fondo il turismo è cultura, quindi andrebbe anche bene, ma la preoccupazione è proprio Velia Papa, non ha mai tempo, e soprattutto "l'ascolto" è molto basso, inesistente direi.

mercoledì 21 maggio 2008

AMIANTO: ESSERE CAUTI NON PUO' VOLER DIRE TACERE

L'amministrazione comunale invita alla prudenza e alla cautela, ma voglio ricordare come Senigallia sia l'unica città in cui l'azienda sia uscita indenne da risarcimenti. Per troppo tempo la cautela ha generato grave silenzio . L'associazione ALA ha avuto il coraggio di riportare alla luce la questione amianto, che certamente non è questione passata, ma purtroppo assai viva. Non bisogna più tacere sui rischi vecchi e nuovi. Assurdo parlare di terrorismo dell'informazione, di voler creare allarmismi, io parlerei invece del terrorismo del silenzio. L' articolo di Repubblica-Bari it, che parla della grave realtà amianto nella città di Bari e che riporto qui di seguito, ci fa riflettere.

Japigia, altri otto malati di amianto
L´incubo della Fibronit BARI: i contaminati sono abitanti del rione.
di Mara Chiarelli

Hanno giocato ignari nelle stradine vicine, spiando dai cancelli della fabbrica dove operai in tuta, altrettanto inconsapevoli, lavoravano l´amianto. Sono trascorsi quasi 50 anni e oggi otto di quei bambini, a loro volta padri e nonni di altri bambini, rischiano di morire. Sono i nuovi casi di malati di amianto, altre otto potenziali vittime della Fibronit, che ha già ucciso 250 persone. Gli ultimi malati sono tutti uomini, di età compresa fra i 55 e i 65 anni, che hanno contratto il mesotelioma pleurico, la patologia respiratoria strettamente connessa all´inalazione di fibre di amianto. Vivono i più punti di Bari, alcuni di loro anche in provincia, ma negli anni ´60 risiedevano all´interno della cosiddetta "zona rossa": un cerchio con diametro di un chilometro, che parte dalla ex fabbrica di cemento amianto, chiusa negli anni ´80, per allargarsi nei quartieri Japigia e San Pasquale. Hanno scoperto di essersi ammalati di recente e, non sapendo cosa fare, hanno contattato il comitato Fibronit. «Stiamo cercando di informarli - spiega il presidente Nicola Brescia - di orientarli verso centri italiani molto più avanti rispetto a noi, con la collaborazione di medici baresi. Stiamo anche pensando di costituire una nuova associazione che si occupi di questo, offrire assistenza, lavoro, perché qui la gente scopre di avere il mesotelioma e non sa che fare. Vogliamo mettere insieme, a servizio di tutti, le esperienze di chi ci è già passato. Ci stiamo lavorando». Si allunga dunque l´elenco delle vittime della Fibronit, mentre entro Natale potrebbe essere firmato al Comune di Bari il contratto per il progetto di messa in sicurezza definitiva e bonifica, della fabbrica e delle zone limitrofi. La gara d´appalto è stata vinta un mese fa da un´associazione temporanea di imprese, il cui capogruppo è lo studio dell´ingegner Claudio Tedesi. Il tecnico ha avuto un ruolo molto importante in tutta la fase di messa in sicurezza dell´area. Del gruppo che elaborerà il progetto fa parte anche il Politecnico di Bari, che si occuperà di approfondirne gli aspetti urbanistici.
Negli ultimi anni, però, sono stati numerosi i casi di patologie correlate all´amianto: asbestosi, che ha colpito in particolare chi lavorava in quella fabbrica, ma soprattutto mesotelioma pleurico. Come quello che il 29 marzo scorso ha ucciso Ernesto Chiarantoni, sposato e con una bimba di otto anni, docente di Ingegneria al Politecnico di Bari e, a lungo, attivista per la causa della bonifica. L´ingegner Chiarantoni, scomparso a soli 44 anni, aveva fatto parte dello staff dirigenziale del Comitato Fibronit e, anche se non più in prima linea, aveva continuato a lottare per la rinascita dell´area.Così come Damiano Scardicchio, ex operaio della Fibronit, memoria storica dei fatti di quel tempo e, per questo, più volte testimone dell´accusa nei diversi processi condotti dalla Procura di Bari contro i manager dell´azienda. Sempre seduto in prima fila, pronto a raccontare ancora e ancora, al giudice di turno, come in quella maledetta fabbrica si maneggiava incautamente l´amianto e come le più elementari norme di sicurezza venissero regolarmente ignorate da chi, invece, avrebbe dovuto vigilare. Scardicchio, da molti anni ammalato di amianto e, nonostante tutto puntuale ad ogni udienza, è scomparso silenziosamente sei mesi fa. Di quegli anni ´60, in via Caldarola, non è rimasta più traccia.
(04 dicembre 2007)

OGGI PURA FINZIONE. SI POTEVA FARE A NOVEMBRE

Oggi i verdi reclamano la riduzione del numero degli assessori e indicano in 6 il numero congruo per la giunta.

Ricordo che nel Consiglio Comunale del 7 novembre u.s. , il consigliere Mancini presentò una mozione per la riduzione dei dirigenti e per la riduzione a sei del numero degli assessori. Tale mozione era inserita regolarmente nell' o.d.g. e, quindi, tutti i consiglieri e gruppi erano venuti in aula dopo avere anche riflettuto in merito.

Cosa succede in quella data? L'articolo dell' 8 novembre di Piaga di velluto è straordinario nello spiegare con ironia, e invito a leggerlo
http://www.lapiagadivelluto.splinder.com/archive/2007-11.
Dietro l'ordine del capogruppo PD, tutti i consiglieri del PD e dei Verdi alla chetichella abbandonano l'aula , Mancini e Marcellini restano gli unici consiglieri di maggioranza presenti. Ricordo che anche sui banchi della giunta la presenza era minima, oltre a me, era presente un solo altro assessore. Nessuno chiede la verifica del numero legale e Mancini, quasi solitario della maggioranza, inizia a presentare la sua proposta. La mozione viene alla fine messa ai voti e chiaramente emerge la mancanza del numero legale, pur con la presenza dell'opposizione.

Se oggi fosse vero il convincimento dei verdi per la riduzione a sei del numero degli assessori, io ricordo loro che SI POTEVA FARE già in novembre. Ma in quella data l'ordine impartito era "la proposta di Mancini non deve passare". Alla luce di questo fatto, abbastanza recente, credo che non sia vera intenzione dei verdi avanzare ,oggi, con forza la propria richiesta. Trattasi di pura finzione.

mercoledì 14 maggio 2008

TRIK E BALLAK PER LA FINE DEI LAVORI ALLA EX GIL

Restaurare e portare a nuova vita un edificio, da decenni in stato di abbondono e che si trova in pieno centro storico, è ottima cosa. Ma festeggiare, credo, non sia opportuno per gli oltre due milioni di euro di risarcimento da versare alla ditta Sacramati .

Credo che a nessun buon padre di famiglia, al termine di un restauro di una propria abitazione, chiamato a un megarisarcimento oltre ai giusti oneri dei lavori, possa mai venire in mente di far festa e organizzare trik e ballak.

martedì 13 maggio 2008


NON BASTA ELENCARE I BISOGNI, E' NECESSARIO DARE RISPOSTE E TROVARE DAVVERO SOLUZIONI

Della triste situazione economica che attanaglia gran parte delle famiglie italiane ne parla il nuovo governo, ne parla il governo ombra, ma la verità è che tutti sapevano da tempo che la condizione materiale di milioni di lavoratori dipendenti e pensionati ha subito negli ultimi quindici anni un profondo peggioramento.
Dall'accordo del luglio '93 ( sacrifici per i lavoratori) ad oggi si sono susseguiti pesanti attacchi alle condizioni di vita e di lavoro degli operai, degli impiegati, dei salariati proprio da parte di tutti i governi che si sono succeduti.
Alla giusta (ma assai flebile) richiesta di politiche di ridistribuzione del reddito si è risposto negli anni passati sostenendo le imprese, riducendo i salari, rinnovando i contratti pubblici e privati con enorme ritardo e con aumenti miserrimi, aumentando prezzi e tariffe; all'esigenza di aumentare gli investimenti per scuola, sanità, previdenza pubblica si è preferito accrescere a dismisura le spese militari, ridurre le pensioni, tentare di scippare il TFR, privatizzare i profitti, socializzare le perdite; alla richiesta di lavoro e tutele precarizzando tutto, alle aspettative dei migranti con lo sfruttamento e i CPT.
Non credo che l'opposizione ombra sia, oggi, in grado di saper ottenere dal nuovo governo non ombra una giusta soluzione.
Ritorniamo tutti a far politica dal basso anche utilizzando la rete, un movimento che possa democraticamente estendersi e proporsi con forza e intelligenza come Beppe Grillo insegna, un movimento che sappia supportare quei partiti che vorrano (e dovranno pena la definitiva scomparsa) davvero stare dalla parte di chi lavora.

lunedì 12 maggio 2008

L'intervento di Marco Travaglio ha generato un terremoto non solo di polemiche, ma politico...
Il PD dialoga o inciucia? La domanda sorge spontanea
leggo dal messaggero online:
Schifani: qualcuno vuole minare il dialogo. «Si tratta di fatti inconsistenti e manipolati che non hanno dignità di generare sospetti. La verità è che qualcuno vuole minare il dialogo e il confronto costruttivo che ha caratterizzato l'inizio di questa legislatura». Renato Schifani, presidente del Senato, risponde così ai microfoni del Tg1 agli attacchi ricevuti ieri da Marco Travaglio. «La via per perseguire il dialogo - dice Schifani - parte da un fatto storico, la reciproca legittimazione che è avvenuta con lo storico incontro Berlusconi-Veltroni sulla riforma elettorale. E poi lavorare, così come lavorerò io sulla maggioranza e sul governo affinché in Aula le proposte dell'opposizione, quelle compatibili, possano essere condivise ed eventualmente approvate. Se c'è qualcuno che deve pagare dei prezzi li pagherà. Io sto pagando in queste ore, ma sono sereno, nessuno fermerà la mia azione per fare in modo che sui temi della legalità delle riforme e delle proposte condivise si possano abbattere gli steccati e lavorare insieme, perché ce lo chiede il Paese e anche il Capo dello Stato». Finocchiaro: inaccettabili accuse così gravi.
Critiche sono state rivolte a Travaglio anche da Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd al Senato: «Trovo inaccettabile che possano essere lanciate accuse così gravi, come quella di collusione mafiosa, nei confronti del presidente del Senato, in diretta tv su una rete pubblica, senza possibilità di contraddittorio».
Ma Travaglio si difende. «Ho solo citato un fatto scritto già nel mio libro e in quello di Lirio Abbate, giornalista dell'Ansa minacciato dalla mafia, e cioè che Schifani aveva avuto rapporti con persone poi condannate per mafia - ha affermato il giornalista -. È agli atti societari della Sicula Brokers fondata da lui, Enrico La Loggia, Mino Mandalà, condannato come boss mafioso, e Benny D'Agostino, condannato per concorso esterno. O si chiede conto a Schifani di questo o non si celebra Abbate come giornalista antimafia. A Fazio ho spiegato che se dopo De Nicola, Pertini e Fanfani, ci ritroviamo con Schifani sono terrorizzato dal dopo: le uniche forme residue di vita sono il lombrico e la muffa. Anzi, la muffa no perché è molto utile.
Di Pietro difende Travaglio. A difesa del giornalista si è schierato invece Antonio Di Pietro: «Esprimo solidarietà a Marco Travaglio perché ha fatto semplicemente il suo dovere raccontando quel che sono i fatti - ha affermato -. Episodi che non possono essere cambiati o taciuti solo perché, da un giorno all'altro, una persona diventa presidente del Senato oppure, e solo per questo, cancellare con un colpo di spugna la sua storia ed il suo passato. Un giornalista che racconta, citando episodi specifici, non ha bisogno di alcun contraddittorio - ha aggiunto l'ex pm -. Paradossalmente vorrebbe dire che ogni qualvolta un giornalista scrive o riporta la cronaca di una rapina, si dovrebbe ascoltare anche la versione del rapinatore. Il contraddittorio, semmai, deve essere fatto dai politici quando si confrontano tra di loro».

mercoledì 7 maggio 2008

UNA NOTIZIA BELLA: LA DODICESIMA BANDIERA BLU.

UNA NOTIZIA PREOCCUPANTE: SI FA PRIMA IL GOVERNO NAZIONALE CHE IL RIMPASTO DI GIUNTA A SENIGALLIA.

Apprendo con estremo piacere che la spiaggia di velluto ottiene la dodicesima consecutiva bandiera blu. Importante riconoscimento che da una parte certifica la qualità della nostra offerta turistica, dall'altra offre una riconoscibilità a livello italiano ed europeo. Non dimentichiamo che oggi più che mai l'attrazione turistica è generata proprio dalla buona qualità ambientale e, come più volte ho ripetuto, tutti gli studi di settore confermano tale tendenza.

La notizia non buona è che mentre nasce in poco tempo il governo nazionale, non si riesce a far decollare il rimpasto della giunta cittadina. Oggi D'Alema ci fa capire con estrema franchezza che dentro il PD a livello nazionale ci sono più anime, tutti sanno che anche a Senigallia ci sono anime diverse checchè ne dica il segretario cittadino. Non mi scandalizzo delle divisioni interne, ma è certo che questo sta provocando un ritardo grave nella definizione delle deleghe. Non vorrei, per il bene della città, che si perdano opportunità importanti. Per esempio nel ponte di maggio era prevista la presentazione del campionato nazionale A 1 degli sbandieratori, campionato che si terrà a settembre a Senigallia, manifestazione ormai decisa. Era in programma, una conferenza stampa e contestualmente, senza spesa per l'amministrazione, l'arrivo di un gruppo di sbandieratori che avrebbe lanciato l'appuntamento di settembre. Io non ho visto nulla, la stampa non ha riportato nulla, ergo la conferenza stampa non c'è stata. Intanto chi ha voglia può cliccare qui di seguito per visionare il promo dell' evento curato dalla F.I.Sb. Promo del campionato sbandieratori senigallia settembre 2008 . Alcune immagini del video si riferiscono al campionato svolto lo scorso anno a Ferrara. La foto sotto, invece, si riferisce al momento di presentazione della candidatura di Senigallia all'assemblea dei soci della Federazione Italiana Sbandieratori del 1 marzo 2008 a Faenza.

martedì 6 maggio 2008

TOTO ASSESSORI 2

GIURAMENTI, PROMOZIONI E AMMISSIONE DI INVASIONE DI CAMPO

Non voglio aumentare il livello di polemica con i verdi locali, non voglio assolutamente infierire. Qualcuno potrebbe pensare che con questo blog io abbia iniziato una strada polemica per un mio “mal di pancia”. Tranquillizzo chi è portato a pensare questo, proprio no, anzi assicuro riferendo quanto nei giorni scorsi alcuni colleghi di scuola mi han detto: “non ti abbiamo mai visto così sereno e sorridente”. Sì in effetti il poter parlare liberamente fa star bene.
Ma un’ultima mi è d’obbligo, copio da Vivere Senigallia del 6 maggio una parte dell’intervento del segretario verde : ” I Verdi sono una forza politica responsabile e rappresentano una garanzia per il governo Angeloni". Non vi pare una sorta di giuramento “a prescindere”? Mi viene in mente il mio giuramento da Mo. Pe. (mortaista pesante specializzato al tiro) che tenni nel lontano 1976 in una caserma di Casale Monferrato volendo adempiere al servizio militare. Il mio giuramento era d’obbligo e moralmente doveroso.
Il giuramento dei verdi è una scelta e più non aggiungo.

Mentre si prospetta veramente quanto da me previsto nell'articolo del 4 maggio, non è necessario essere veggenti ed era facile la mia previsione, pochi forse sanno che la delega alla "promozione" dall’inizio di questo mandato è affidata all’assessore Velia Papa. Nella ridistribuzione delle deleghe credo che “la promozione” venga riproposta alla Papa, è anche possibile che questa volta sia in toto e cioè con le attività del turismo.

Intanto ammetto di avere nel mio trascorso lavoro da assessore invaso abbondantemente il campo, il campo appunto della promozione.

domenica 4 maggio 2008

TOTO ASSESSORI

A più di un mese delle mie dimissioni da assessore, la maggioranza attuale e il Sindaco non riescono ancora a trovare la quadra per la nuova assegnazione delle deleghe.
Volendo prevedere gli umori dei governanti locali, credo che un rimpasto sia nei loro pensieri. Credo che l'urbanistica venga affidata ai "giannizzeri" del sindaco e cioè al partito di Pecoraro Scanio (non me ne voglia Simone Ceresoni, ma più volte apertamente anche a lui ho riferito il mio pensiero sul loro comportamento politico ), la motivazione che spingerà a tale scelta il Sindaco e il PD è semplice: le scelte urbanistiche effettuate si ammanterebbero di "ambientalismo". I metri cubi previsti si faranno ma con la benedizione in prima persona dell'assessore verde.
Il Turismo a questo punto andrebbe a Campanile. Intanto personalmente auspico , per il bene della sinistra e del PRC, che l'attuale partito di Pecoraro Scanio confluisca nel PD, defunto l'arcobaleno.

giovedì 1 maggio 2008

Riporto l'ntervento da me tenuto in consiglio comunale relativo alle mie dimissioni, intervento riportato integralmente anche
da VS del 28 marzo 2008
Lo sfogo di Rebecchini: la maggioranza si è chiusa nelle sue posizioni.
Nel suo intervento in Consiglio Comunale, a tarda notte, l'assessore di Rifondazione Luigi Rebecchini ha spiegato le ragioni delle sue dimissioni. Di seguito il suo intervento.
da Luigi RebecchiniRifondazione Comunista
Dico subito, onde evitare interpretazioni errate, che condivido pienamente le posizioni del consigliere Roberto Mancini, con il quale ci siamo più volte confrontati, concertando ora l'uscita da questa maggioranza. Da mesi, in effetti, la convivenza all'interno di questa maggioranza è diventata sempre più difficile. Più volte avevo fatto notare, anche in giunta, che a mio parere sarebbe stato necessario giungere a quella verifica programmatica chiesta dal mio partito ormai da ben due anni. Purtroppo, e me ne dispiaccio, il resto della maggioranza, oggi Pd, assieme al sindaco hanno snobbato tale richiesta, con il timore - palesato anche chiaramente - di dare eccessiva visibilità a Rifondazione. Non volevamo alcuna visibilità, né dettare l'agenda politica, ma confrontarci su alcune grandi e importanti questioni e nodi che stanno venendo al pettine: appunto la variante Arceviese, la variante Corinaldese -che è in qualche cassetto e che pochi conoscono- , poi la lottizzazione di via Cellini e via di seguito. Il resto della maggioranza e il sindaco si sono arroccati e chiusi, quasi in una sorta di delirio di onnipotenza. Da un governo autorevole si è di fatto passati ad un governo autoritario.
Con senso di responsabilità abbiamo resistito e insistito: oggi non è più possibile insistere. Restituisco nelle mani del sindaco le deleghe ricevute, dimissioni che come recita lo statuto comunale all'art 32 comma 4 sono irrevocabili e dovranno dal sindaco essere partecipate al segretario generale. Avrei dovuto farlo prima, ma fino all'ultimo ho evitato, da una parte per non precipitare la situazione, da un'altra parte per concludere una serie di progetti e iniziative importanti per la stagione turistica 2008. Lascio ora con la coscienza tranquilla e con la consapevolezza di aver svolto fino in fondo il mio dovere. La stagione estiva è alle porte, penso che sia quasi tutto pronto per un'altra stagione turistica straordinaria. La promozione in questi mesi è stata programmata accuratamente, come anche gli eventi promozionali e di accoglienza che a mio parere saranno qualitativamante e quantitativamente ancora di più e migliori del precedente anno. Voglio ringraziare prima di tutto il mio ufficio, dal dirigente, ai funzionari, agli impiegati dell'ufficio commercio, ringrazio i due impiegati dell'ufficio turismo (dico due non per cernita ma perché sono in tutto due). Ringrazio tutti i funzionari e impiegati degli altri settori che sono stati sempre disponibili nei miei confronti, e soprattutto gli operai che in piena estate con l'aumento delle manifestazioni, hanno visto moltiplicarsi il loro lavoro che è stato eseguito sempre non solo con perizia ma anche con passione. Ringrazio ancora i vigili urbani che si sono sempre prodigati al massimo (ne sono testimone diretto) per diminuire i disagi e non bloccare la città in occasione dei grossi eventi.
Un grazie alle associazioni di categoria, dell'artigianato, dell'industria, del commercio, dell'agricoltura, ai sindacati, con tutti il confronto è stato continuo, corretto e proficuo, li ringrazio perché mi hanno permesso di maturare assieme a loro scelte giuste e importanti. Molte iniziative sono state condivise e spesso molti progetti sono stati portati avanti assieme. Certo, personalmente, alcuni errori li avrò anche commessi, ma chi fa, chi lavora non ne può essere esente. Non ho mai scelto la strada del non fare, una linea programmatica chiara mi ha permesso di saper discernere e dare seguito anche a quei progetti di privati che potevano rientrare nelle linee di programma. Voglio ringraziare tutti quei cittadini che spesso mi fermano per strada per manifestare la loro vicinanza e il loro apprezzamento nei confronti del mio agire politico e amministrativo.
Mi dispiace non poter più personalmente procedere in quei progetti che ancora sono in itinere, ma spero che li possa prontatamente proseguire chi verrà dopo di me, mi riferisco ad esempio all'istituzione di un mercato di produttori agricoli diretti, mercato da svolgersi un paio di volte alla settimana al foro annonario. Credo che tale progetto possa essere vincente, soprattutto in un momento come l'attuale dove il cittadino è assai sensibile alla provenienza delle merci, senza tralasciare che l'azzeramento della filiera permeterebbe anche un risparmio per i cittadini. Mi dispiace, ancora, non poter partecipare ai lavori che sta svolgendo il dott Gianluca Goffi sia sull'economia cittadina e del territorio, sia sul turismo. Da tale lavoro sicuramente emergerà un'analisi più puntuale del mercato turistico e dell'ambiente competitivo per una sempre migliore individuazione e definizione degli obiettivi e per un continuo controllo delle performance obiettivo. Colgo l'occasione per ringraziare comunque alcuni amici che lavorano in ambito universitario e che con la loro professionalità mi hanno aiutato in questi tre anni in modo del tutto volontario e che sicuramente desiderano non essere citati per nome.
Voglio ringraziare in maniera calorosa i consiglieri tutti che sono stati prodighi di idee e che certamente mi hanno stimolato a cercare di fare bene. Ricordo l'importante decisione presa recentemente all'unanimità in terza commissione di costituire una consulta sul turismo. Mi auguro che possa vedere presto attuazione. Sindaco, ti ringrazio per la fiducia che mi hai dato, ringrazio i colleghi di giunta, ma non posso tacere che da qualche tempo si è aperto, purtroppo, un divario divenuto sempre più incolmabile e più aspro.Per il bene della città vi auguro un buon lavoro, anche se le mie preoccupazioni, su un fare dell'amministrazione a volte arrogante, credo non siano infondate. Comunque buon lavoro.


Intervento al convegno "Le forme della partecipazione nel governo del territorio"
Senigallia 24 novembre 2007
Assessore Luigi Rebecchini -Pianificazione e turismo-

“Pianificazione e turismo” è un tema che, seppur dibattuto, ancora stenta a trovare, a mio parere, un forte peso nel dibattito politico-culturale del nostro paese. Mi conforta il fatto che stanno comunque crescendo e si stanno sviluppando attenti studi e ricerche che portano il tema all’attenzione di politici, amministratori, operatori economici e di chi in genere interviene sul territorio.
Noi qui a Senigallia, come PRC, più di un anno fa abbiamo in parte affrontato la questione, nel corso di un convegno sui turismi con la presenza dell’assessore regionale al turismo e alle attività economiche dell’ Emilia Romagna Guido Pasi. In quell’occasione l’assessore Pasi ci riferiva di vedere la nostra regione capace di interessante attrazione turistica proprio per la buona qualità ambientale, non essendo stata investita o poco investita da quel processo di “riminizzazione” , cioè di urbanizzazione selvaggia, che invece ha investito molte zone d’Italia. In sintesi l’avvertimento è risultato chiaro: superando la “capacità di carico edilizio” di un’area, ne deriva un sicuro declino di interesse turistico. Espansioni edilizie anche di tipo turistico, come indiscriminata costruzione di appartamentini o di “villaggi”, favoriscono la distruzione del territorio e nei fatti distruggono il fine per cui quelle stesse opere vengono costruite.
Oggi affrontiamo in modo specifico i temi dell’urbanistica e della pianificazione per cercare di dare un contributo al dibattito cittadino e regionale per una urbanistica giusta. Abbiamo voluto questo convegno perché avvertiamo il rischio che quell’ armatura territoriale tradizionale, la qualità ambientale menzionata da Pasi, anche nella nostra zona rischia di essere sconvolta con processi edificatori che sono purtroppo in atto e che alcune proposte di legge regionale andrebbero ad aggravare. Non esiste piccolo comune, ad esempio, anche nel nostro territorio, che non si sia dotato di un’area produttiva con alcuni capannoni prefabbricati, alcuni vuoti e con un’accessibilità quanto meno problematica, insediamenti che si stanno spargendo nel territorio agricolo e
collinare .

IL PTC E' UN PIANO ELUSO
IL PTC della nostra provincia giustamente denuncia: “grandissima parte dei comuni della nostra regione, non ha saputo abbandonare l’eccesso di localismo nella progettualità urbanistica, anche per incrementare le proprie entrate fiscali, eccesso di localismo che ha portato ad un’eccessiva dispersione di insediamenti produttivi”.
Le entrate fiscali, purtroppo, fanno diventare i comuni “drogati di edilizia”, con conseguente massacro di un territorio dolce, piacevole ed irripetibile come quello della nostra provincia e regione.
Io porto come esempio quello che sta avvenendo sulla strada Pergolese:
fino a pochissimi anni or sono era piacevolissimo percorrerla, anche se con sede stradale non del tutto sicura, per il paesaggio che ci offriva, un’agricoltura rigogliosa si apriva ai nostri occhi per molti chilometri. Oggi invece teorie di capannoni si alternano a porzioni di terreni agricoli, nemmeno i comuni confinanti hanno saputo concordare aree uniche per gli insediamenti artigianali e industriali. Uno spreco di territorio, un massacro di territorio, nel giro di pochissimi anni è stato compiuto con grave danno alla bellezza del paesaggio, all’ appetibilità turistica di quelle vicine zone e di sicuro danno economico generale.
Stessa cosa sulla arceviese: capannoni disseminati, costruzioni ovunque, mentre l’area deputata ad accogliere gli insediamenti produttivi -l’area ZIPA- ricadente nel comune di Ostra, è rimasta per molto tempo semivuota e solo oggi si progetta il suo ampliamento previsto e che doveva avvenire molti anni fa, se i comuni della zona avessero compiuto scelte più appropriate, puntando su quell’area consortile.

IL TERRITORIO E' UN BENE COMUNE
A questo punto mi chiedo come mai la pianificazione non compia il suo dovere, come mai l’ urbanistica non sia in grado di dare risposte per un uso equilibrato e rispettoso del territorio.
Qui, come in ogni parte del nostro paese, avviene quello che si può chiamare “crisi della pianificazione”. E’ innegabile infatti che l’organizzazione e la continua trasformazione del territorio seguono linee e processi che poco hanno a che fare con le proposizioni di un piano. Ne derivano effetti molto gravi sotto due profili importanti: quello della conservazione del patrimonio comune e quello della decadenza della stessa economia.
Il patrimonio comune, il territorio, l’ambiente, il paesaggio, diventano merce di scambio per consentire urbanizzazioni ed edificazioni. Le quantità dell’espansione urbana non sono più determinate sulla base delle necessità oggettive di nuove costruzioni per la residenza, per la produzione, per il commercio, ma dalla domanda degli investitori immobiliari. Ogni nuova attività proposta, spesso, non viene valutata in relazione alla sua utilità sociale e fattibilità. La localizzazione spesso non discende da un’analisi sulla corretta disposizione in relazione alle caratteristiche dei siti, alle esigenze di accessibilità, alla tutela, ma semplicemente dalla disponibilità dei proprietari a promuovere trasformazioni del loro patrimonio immobiliare.
Non voglio dilungarmi nella descrizione dei danni che tutto ciò comporta sul patrimonio comune, sulla corretta organizzazione del territorio, sulla vivibilità, credo che siano evidenti.
Come mai questa situazione si è determinata? A mio parere torna l’antica questione del prevalere delle rendite nel nostro sistema. Credo siano necessarie strategie lungimiranti, innanzitutto a livello nazionale, se si vuole evitare una decadenza irrimediabile. Io dico che per ridare prospettive all’economia, sconfiggere la rendita è un passaggio essenziale.
Il principio basilare dovrebbe affermare la centralità del territorio come bene pubblico e collettivo e quindi come “bene comune” non alienabile, non trasformabile senza il consenso della comunità.
Le peggiori devastazioni del territorio italiano, oltre a quelle derivate da miopia o agire scriteriato di alcune amministrazioni promuovendo e realizzando anche alcune inutili opere pubbliche, sono state indubbiamente provocate dal prevalere degli interessi della proprietà immobiliare, in particolare di quella fondiaria.
In attesa che a livello nazionale maturi e divenga forte il grido di allarme a che si arrivi a considerare, con una nuova normativa, il territorio come bene comune, le comunità locali non devono certo stare in attesa, ma cercare di governare invertendo le situazioni in atto e non cadere nella logica e nella tentazione, a cui accennavo prima, cedendo alle pressioni immobiliari pur di incassare risorse per le amministrazioni, anche se utili per infrastrutture o per altro.
In questo quadro, mi sembra che sia giunto il tempo di dichiarare che il territorio tutto e in primis il territorio rurale e quello naturale, sono beni che non devono essere sottratti al godimento delle generazioni presenti e di quelle future, preservandoli da edificazioni inutili e selvagge.

TERRITORIO E TURISMO La cementificazione indiscriminata dei suoli va fermata, se non dovesse ciò accadere, la stessa economia di un territorio, in prospettiva, subirà danni gravi, soprattutto in quelle aree dove oggi per la bellezza del paesaggio esiste una forte attrattiva turistica. Parliamo assai spesso di sviluppo sostenibile e secondo me “sostenibilità” non significa apportare qualche modifica ecologica ai sistemi produttivi, ma significa non lasciare ai posteri meno risorse di quante ne possiamo godere. Per risorse intendo non sono soltanto le quattro fondamentali – acqua, aria, terra ed energia – ma anche cultura, storia e bellezza. Sembra allora maturo il momento per riprendere ed estendere la tutela dei valori che la natura e la storia hanno sedimentato nel territorio, adoperandosi per accrescere la sua qualità.
In molte parti d’Italia assistiamo a comitati ambientali che fronteggiano la cementificazione e la speculazione basata a volte sulle aspettative di incremento o presunto incremento turistico.
Si manifesta a volte, attorno ai temi ambientali, uno scontro tra un certo mondo di operatori turistici e quello della popolazione locale che si rende conto dei costi sociali altissimi che certe scelte alla fine impongono.
In questo scontro emerge, per fortuna, tra gli stessi operatori, la posizione di coloro che si preoccupano dell’equilibro ambientale proprio per difendere il turismo e per mantenere attivi i fattori di attrazione: deturpando la natura e il territorio, infatti, la fonte di ricchezza rappresentata dal turismo inesorabilmente si esaurirà.
I più recenti studi di settore ci dicono, infatti, che le risorse naturali, il paesaggio, l’ambiente svolgono un ruolo chiave nel processo decisionale del cliente per la scelta di una destinazione o di un viaggio e costituiscono sempre più il motore primo della destinazione.
Importanti elementi di attrazione e coinvolgimento sono legati all’ambiente rispettato, all’interpretazione storica dei luoghi, agli edifici antichi, ai castelli, alle fortezze, alle residenze storiche, alla bellezza della campagna e delle città. La creazione, invece, di “non luoghi”, di spazi non riconducibili ai diversi territori rappresenta di fatto la distruzione dei “luoghi” in favore di anonimi e inutili spazi. In un mondo ormai globalizzato, il turista cerca, per converso, “il locale” cioè un luogo eletto per rallentare i ritmi di vita e godere delle specificità che un territorio è in grado di offrire.
E’ finita l’era del turismo di massa, intendendo con tale termine “vacanza comunque e ovunque”, e si è aperta l’era dei “soggetti” cioè di persone sempre più colte, turisticamente evolute, spinte alla vacanza dalla ricerca di esperienze, di identità, di autenticità. In altre parole siamo passati alla fase in cui si afferma un consumatore critico e si diffonde la ricerca del “tipico” invece dello “standard”. Nella nostra regione, nella nostra provincia, nel nostro comune non dobbiamo inseguire le chimere dello sviluppo degli anni settanta, possiamo lavorare per valorizzare i nostri luoghi esaltandone le eccellenze.
Dobbiamo, allora, avere una piena consapevolezza su un punto: la grande sfida che ci aspetta è quella della qualità urbana e del territorio. Ci troviamo di fronte ad una generalizzata richiesta di qualità, in termini di ampliamento della gamma delle strutture ricettive, di gradevolezza e salubrità ambientale, di ricchezza di offerta di servizi urbani, di qualità degli spazi aperti e delle acque, di miglioramento e diversificazione dei sistemi di accessibilità e mobilità.
Il turismo oggi deve punture sull’uso integrato del sistema ambientale e culturale, sulla qualità dei luoghi urbani e sulla bellezza e ricchezza del patrimonio paesaggistico ed artistico del territorio.
Il consumo di suolo perseguito, e che si continua a volte purtroppo a perseguire, rischia di far perdere l’identità dei luoghi storici e di certi territori, si tratta oggi di attivare un rigoroso rispetto del sistema delle preesistenze ambientali e delle qualità storiche diffuse.
C’è , in questa ottica, da perseguire un responsabile e credibile processo di mutazione tipologica delle forme edilizie e insediative esistenti che metta in grado di rendere più belli e più attenti ai fenomeni di recupero ambientale, i luoghi delle vacanze. Qui a Senigallia, per esempio, questa attenzione è stata posta e viene continuamente posta nel centro storico con interventi curati e rispettosi dell’antico e voglio ricordare anche la prossima approvazione del Piano Cervellati.
E la stessa cura dobbiamo porla su tutto il nostro territorio, dall’arenile – non permettendo in un nuovo piano ulteriori stabilimenti attualmente possibili, permettendone invece una attenta riqualifiicazione degli esistenti- alla riqualificazione degli alberghi, alla periferia estrema, cercando insomma di perseguire progetti e piani che abbiano l’obiettivo chiaro di migliorare la qualità e la bellezza degli interventi che si vanno a proporre e realizzare, e non si perseguano invece fini speculativi e aumenti indiscriminati di cubature.
E’ questa un’affermazione ovvia? Non c’è niente di banale nell’affermare che la ricetta più adatta è di non aumentare ulteriormente il consumo di suolo e andare a favorire invece i processi di ristrutturazione.
Senza territorio gradevole e fruibile, al turismo viene a mancare l’ossigeno.
Se vogliamo parlare di turismo dobbiamo sapere che ci sono degli straordinari vantaggi: occupazione e reddito che provengono da un uso virtuoso del territorio. Il turismo non può convivere a lungo con lo sperpero del territorio, con l’abbruttimento delle città, con l’inquinamento e il degrado ambientale.

I PARTITI SONO DISTANTI DALLA SOCIETA'
Vorrei a questo punto accennare al tema che comunque permea tutta la tematica del governo del territorio : mi riferisco alla questione della partecipazione.
E’ un tema molto delicato: si pone sul quel delicato rapporto che va a legittimare l’urbanistica, il rapporto con la politica e la società e va a porre la questione della democrazia. In Italia oggi più che mai uno dei nodi principali sta proprio nel rapporto tra società e politica.

La società, al di là dei “grillini”, non si sente più rappresentata dagli strumenti e dagli istituti della democrazia. I partiti e le stesse istituzioni hanno perso credito e c’è una parte di cittadini che chiede sempre di più di rappresentarsi da sé.
Succede spesso che questa parte di cittadini che si organizza da sé non ha la forza di decidere, riesce, quando va bene, a ritardare alcune scelte e solo raramente a bloccarle e quasi mai a praticare decisioni propositive diverse, con risultato, anche se ha il merito di mettere il dito sulla piaga e accrescere le sensibilità sui problemi.
Quando la democrazia fu introdotta in Italia, essa prevedeva una stretta relazione tra i partiti e le istituzioni. Le istituzioni, strumenti della democrazia rappresentativa, erano nutrite dalla società attraverso i partiti.
I partiti esprimevano le varie componenti della società nei loro ideali e nei loro interessi e davano ad esse un progetto di società.
Il problema allora cui la partecipazione allude è proprio questo: come ricostituire un giusto rapporto tra la società e le istituzioni e salvi queste dalla necrosi e restituisca alla società la possibilità di intervenire in maniera positiva sulle scelte e sul potere? Come utilizzare la partecipazione nelle decisioni sul governo del territorio in modo da superare la crisi in atto?
A mio parere la soluzione va proprio cercata nella società e nelle istituzioni. Le istituzioni devono fare il massimo sforzo per aprirsi alla società, senza rinchiudersi in un rapporto sterile con i partiti, informando i cittadini in maniera esauriente sulle grandi problematiche, investendo risorse finanziarie ed umane.
La società, informata e cosciente, deve lavorare per mutare e rifondare i partiti stessi.
Non basta poi ai partiti cambiare immagine o mutare denominazione, essi devono recuperare il rapporto con la società che hanno perso, lo si recupera con i comportamenti e anche per i partiti con un approccio ai problemi serio e approfondito.
Bisogna allora, per non cadere in uno sterile populismo, ricostruire in tal modo i lati del triangolo costituito dal rapporto tra istituzioni, partiti e società, lo auspico anche come iscritto al PRC.