domenica 7 settembre 2008

ROTONDA SENZ ' ANIMA

Rotonda: insostenibili divieti
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ATTESE DISILLUSE
Vi dico subito che sarò alquanto polemico, anticipo così il rimprovero che qualcuno o molti mi rivolgeranno. Comunque, cercherò di essere propositivo, anzi il vero scopo di questo mio scritto è spiegare e sostenere la mia semplice proposta. La devo sostenere, perché pur se semplice, ad oggi, mi pare non compresa nel suo valore.
Mi dispiacerebbe se le persone che andrò a citare dovessero pensare ad un mio astio o questione personale nei loro confronti. L’astio non alberga assolutamente nel mio dna. Credo fermamente nel valore dialogico delle idee e credo sia un bene che le idee possano essere vive e a volte anche irritanti, piuttosto che sempre concilianti.
D’altra parte, delle cose che dirò, porto anche la mia parte di responsabilità, avendo fatto parte per molto tempo di questa giunta comunale.

Per la verità devo dire che sulla Rotonda non avevo e non dovevo avere voce, né dovevo violare il campo, piedi di piombo ogni volta che veniva coinvolta la Rotonda in manifestazioni.
Andiamo per ordine.
E’ noto che appena insediata la prima giunta di questo mandato amministrativo, il Sindaco decise di spostare la gestione della Rotonda ( i lavori di recupero era ormai alla fine), dall’assessorato al turismo all’assessorato alla cultura. Lì per lì ho pensato che il sindaco si sentisse meglio garantita dal fatto che l’assessore Velia Papa, che di professione fa il direttore artistico, mettesse la propria provata professionalità al servizio della Rotonda.
Allora non mi sono dispiaciuto della cosa, perché , in fin dei conti e con una grana in meno, sarebbe stato per me molto più facile concentrarmi su determinate questioni e iniziative, come in effetti ho poi fatto,
Mi è parso, invece, che l’ufficio turismo non avesse gradito molto la scelta del sindaco, perché, fino a quel momento, il dirigente e il funzionario erano stati molto bravi a non farsi sfuggire i finanziamenti europei e avevano saputo costruire i giusti contatti burocratici e tutto un carteggio per tale fine. Il lavoro era stato buono, non si aspettavano questo scippo.
Ma non ho voluto approfondire, né creare o acuire dissensi all’interno degli uffici. Il fine verso cui tutti gli assessori e relativi uffici si devono muovere è sempre lo stesso: fare il bene della città. Io credo nel gioco di squadra, e devo aggiungere che anche degli uffici dell’assessorato alla cultura avevo e ho una grande considerazione e stima, insomma mi andava bene.
Ma con il passare del tempo mi sono accorto che la scelta di far transitare la Rotonda dall’assessorato al turismo all’assessorato alla cultura era dettata soprattutto da altro.
Sicuramente sulla Rotonda un’ansia da prestazione deve avere colpito il sindaco Angeloni e di conseguenza l’assessore Papa.

La Rotonda doveva essere un brand, una vetrina per Senigallia. Per raggiungere tale obiettivo, non doveva più servire per balli popolari, né essere percorsa e visitata a piedi nudi o peggio ancora in costume da bagno. Il timore di una sua banalizzazione deve essere cresciuto in loro oltremisura.
Bisognava farla diventare un contenitore culturale, solo così, il prestigio della città (e della rotonda) sarebbe di gran lunga cresciuto.
Non si è pensato che, oggi, la cultura ha sempre meno bisogni di contenitori, la cultura si può fare ovunque e si può fare anche in luoghi dove si va a piedi nudi e in costume da bagno.
Il risultato è che la Rotonda oggi appare, per l’ utilizzo che se ne fa, come vetrinizzata, plastificata, lontana dall’animo della gente di Senigallia e anche dei turisti.
Certo, ci sono stati dei convegni e degli incontri interessanti, momenti di buona musica, per fortuna niente stucchevoli concorsi per miss, momenti di ottima gastronomia, ma, a mio parere, non è bastato e non basta.
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L’ INAUGURAZIONE
La festa d’ inaugurazione dopo il restauro, avvenuta ormai tre anni fa, mi è piaciuta, spettacolo molto molto costoso, ma bello. Ne hanno parlato giornali nazionali, tv e riviste. La rotonda tornava a vivere. Ho visto persone oltremodo felici e sorridenti di poter nuovamente entrare nella Rotonda. La Laurito, ospite della giornata inaugurale, è stata abbracciata e baciata da tante signore di Senigallia, come se fosse stata una loro vecchia amica. Insomma una giornata di calore e sentimento, verso tutti e verso tutto.
Molto interessante è stata la presentazione, a Palazzo del Duca, del buon libro - Senigallia una Rotonda sul mare - curato dalla prof. Claudia Conforti, docente di storia dell’architettura presso l’università di Roma 2 Tor Vergata. Io stesso vi ho partecipato, come rappresentante dell’amministrazione comunale. La curatrice mi è stata subito molto simpatica e siamo entrati subito in sintonia, è una fan di Caterpillar, tanto che già mi conosceva: aveva seguito tutti i miei interventi scherzosi al caterraduno svoltosi a Senigallia il mese prima.

IL DOPO INAUGURAZIONE : ROTONDA ANOMALA
Ma nei giorni successivi tutto cambia. All’inizio del pontile, compare subito un cartello* di divieti ed un grosso cordone per impedire il libero accesso.

*ATTENZIONE!
Non è consentito accedere in
Rotonda:
-con gelati, cibi e bibite
-con animali
-con biciclette, pattini e monopattini
-in costume e senza scarpe


Credo che a nessuno venga in mente di entrare in qualsiasi locale col cestino da picnic, non capisco perché le persone dovrebbero farlo alla rotonda. Ma col costume da bagno alla rotonda, diamine, quello si.
Le più belle foto storiche della rotonda (rischiamo che resteranno le uniche) sono quelle dove compaiono bagnanti sul pontile e dentro la rotonda, col costume da bagno appunto.
Ora è vietato, non si può nemmeno arrivare dalla spiaggia, è vietato. O si è vestiti di tutto punto o niente rotonda. La passeggiata sul bagnasciuga, dallo stabilimento balneare più o meno distante, per giungere in costume da bagno alla rotonda e gustare un caffè o un gelato o dissetarsi con una bibita, negli orari di apertura, non può più esistere, vietato.
E poi non dimentichiamo che al mattino e nel primo pomeriggio la Rotonda è chiusa, deserta, abitata dai soli gabbiani.
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LE REAZIONI

A me piace andare tra la gente, trovo interessante sentire e cercare di capire le impressioni e le sensazioni delle persone di fronte ad avvenimenti, a fatti, a luoghi.
A parte i pettegolezzi, credetemi, spesso e volentieri, si impara molto.
Con questa mia abitudine-passione quale migliore occasione di sedersi sul muretto all’inizio del pontile e osservare quel nugolo di persone che, per moltissimi giorni dopo l’inaugurazione, si riversava alla Rotonda.
Una mattina di luglio (quindi in orario di chiusura), pochi giorni dopo l’inaugurazione, decidevo di recarmi, in anonimato, proprio all’inizio del pontile per osservare e capire le libere reazioni delle persone al non poter fruire della Rotonda.
Ho potuto definire tre tipologie di reazioni.
Una grande maggioranza di persone dopo aver letto il cartello dei divieti, con un vaffa andava subito via.
Un’altra grande parte di persone, come se si fossero messe tutti d’accordo prima, accompagnavano al vaffa una stessa frase: “n c’avevano n’ usciere* del comune per tenè aperto?
*L’usciere non c’è davvero, perché con la politica comunale di diminuire il personale, Brunetta in confronto è uno zuccherino, siamo arrivati al punto che i messi comunali a malapena possono garantire i turni. Per chi non lo sa, i nostri messi comunali fanno gli uscieri con il carico di servizio al palazzo comunale, fanno gli autisti per sindaco e assessori, fanno i messi a servizio dei vari uffici comunali, fanno i messi notificatori per tutto il territorio comunale (e non solo per notifiche comunali, con responsabilità penali e civili), insomma sono proprio messi male per il numero.

Un’ ultima parte, abbastanza consistente, leggeva il cartello, se ne infischiava, segno che l’indole anarchica persiste nei cittadini senigalliesi, superava il cordone, arrivava a fine pontile, ma lì veniva bloccata da una voce metallica.
Da un altoparlante, mimetizzato sulla parete, una voce con fare intimidatorio intimava di non proseguire oltre. A questo punto, nonostante il dna anarchico, questi cittadini “insolenti” tornavano indietro con un più sonante vaffa.
Merita di essere ricordata anche la reazione di un cittadino senigalliese, di cui non conosco il nome, ma che incontro spesso. Ha letto, a voce alta per far sentire l’amico con cui passeggiava, il cartello e, senza soluzione di continuità, ha aggiunto “ma a questi li ha arbuttati il mare!”. Avevo pensato che qualcuno avesse aggiunto a pennarello la frase e lui l’avesse letta. Sono andato a sincerarmi, ma non c’era alcuna scritta aggiunta a pennarello. Era la sintetica, spontanea e pungente critica di questo cittadino agli estensori del cartello.

LA SOLITUDINE DI OGGI
In queste assolate mattinate di agosto si vede la spiaggia pullulare di persone e, di converso, la rotonda apparire desolatamente deserta, solo i gabbiani indisturbati trovano sosta sulla cupola. Lo sguardo corre dalla Rotonda al lungo pontile vuoto. Molto triste la solitudine durante il giorno di questa architettura: imponente, elegante , ma ignorata per obblighi e divieti.
Chi la visita nell’orario di apertura, quest’anno dopo le 17.00, ha l’impressione di entrare in una sala asettica. Il saluto e il sorriso delle graziose hostess, che indossano una divisa che sta a metà tra la collegiale e la guardia carceraria, non aiutano. Il visitatore beve frettolosamente il caffè Lavazza di Uliassi o Cedroni ed esce quasi con un sospiro di sollievo, avendo avuto la sensazione di essere stato in una specie di sala da TAC-PET.
E’ una sensazione che deriva, non dalla forma dell’architettura, ma dalla conoscenza e coscienza dell’uso che si fa della Rotonda, anzi dall’uso che non se ne fa, dall’anima sottratta a questa architettura.
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LA PROPOSTA: ALLA ROTONDA IN COSTUME DA BAGNO

Ma quanto sarebbe bello, nei mesi estivi, poterla visitare liberamente, poterci entrare per degustare un caffè (meglio se Saccaria) o un gelato o dissetarci con una bibita, provenendo direttamente dalla spiaggia in costume da bagno.
Quanto sarebbe facile e piacevole definire che in luglio e agosto nelle serate di venerdì e sabato alla Rotonda si balla. I biglietti, a prezzo popolare, coprirebbero bene le spese di orchestra e SIAE, rispettando la quota delle 430 persone ospitabili per via della sicurezza.
In aggiunta possiamo ospitare durante l’anno convegni, presentazioni di libri, incontrare uomini e donne illustri, organizzare momenti di buona musica, di arte, di gastronomia, ecc.
Ma in aggiunta.
Mi auguro che possa accadere presto questo. So che per via dei finanziamenti ottenuti non è possibile svolgere attività di lucro nella Rotonda, ma le mie proposte non si discostano dal punto di vista burocratico dall’utilizzo che si è fatto fino ad ora. Ciò che propongo è un diverso modo di vivere e vedere La Rotonda. Non credo che l’ attuazione di queste semplicissime proposte banalizzerebbe il monumento, non credo che farebbe diminuire le richieste di affitto da parte di imprese a migliaia di euro a serata.
Credo , anzi, che un monumento vivo e con più anima, valga ancora di più, anche dal punto di vista culturale.

giovedì 4 settembre 2008

LA DEMOCRAZIA SECONDO I PD-VERDI LOCALI


Le loro lezioni

Apprendiamo dai locali PD-Verdi che:
E' antidemocratico presentare in consiglio comunale mozioni bene articolate e non fumose (fanno perdere tempo).

E' antidemocratico non avere accettato nell’ultimo consiglio la loro discussione postecipata e, di fatto, non più efficace.
E' antidemocratico esprimersi, adesso e in modo chiaro, su palazzo Gherardi.
E' antidemocratico non accettare le "belle parole" di Ceresoni anche video-audio registrate.
E' stato antidemocratico non avere accettato in passato i nove secondi per discutere gli emendamenti sulla variante al prg area Arceviese.
E’ stato antidemocratico avere votato contro la suddetta variante.

Siamo stati antidemocratici a chiedere, pazientemente per oltre un anno, una verifica sui programmi attuati e da attuare.
E' antidemocratico essere forza politica autonoma che crede nel valore dialogico delle idee.
E’ antidemocratico affermare che questa maggioranza non è più quella voluta dagli elettori.
Democratico è invece il pensiero unico.

Democratico è adeguarsi a quello che il sindaco impone.

Non ci stiamo.

Per Senigallia, profondamente democratica, è necessario un nuovo governo cittadino. E’ necessario uno stile profondamente diverso di governare.

L’arroganza e la forza muscolare, vanto di questa amministrazione, vanno messe da parte, è ora di governare con la forza delle idee e del confronto.