venerdì 30 novembre 2012

Regolamento edilizio: Senigallia scampa in parte una catastrofe

 

  Il 30 ottobre 2012 è stata approvata in consiglio comunale la delibera di revisione del Regolamento Edilizio (prima fase), che comprende oltre ad alcune modifiche riguardanti la qualità urbana e architettonica, anche il regolamento sulle monetizzazioni.

Il testo approvato in consiglio è ben diverso da quello che era stato presentato nella commissione competente e che aveva provocato nel sottoscritto un forte, fortissimo dissenso su cui anche alcuni consiglieri della stessa maggioranza (compreso il presidente di commissione Donatiello) hanno espresso disappunto. Nella prima stesura del regolamento chi avrebbe realizzato ampliamenti e nuove costruzioni avrebbe potuto monetizzare le superfici previste per i parcheggi privati e pubblici.
Di fatto si tornava a prima del D.M. 1444 del 1968 sugli standard urbanistici ! ! !
Voglio ricordare, per inciso, che prima del decreto sopra menzionato sono sorti, in tutta Italia, interi quartieri e pezzi di città con nessun pensiero al verde e alle attività collettive e con poca o nessuna possibilità di parcheggio anche per i singoli edifici. Con la prima proposta presentata in commissione, il privato che avrebbe presentato una pratica dove non è possibile prevedere i parcheggi pertinenziali, perché l’area è insufficiente, non avrebbe visto più la pratica bloccata, ma avrebbe potuto pagare una somma di denaro.

Purtroppo l’involuzione delle norme urbanistiche a livello nazionale, avvenuta in questi ultimi anni, rende possibili per i governi locali tali gravissime scelte.
Questa prima proposta mi sembrava tanto grave e disastrosa da chiedere all’assessore Ceresoni quale mente l’avesse partorita.
L’assessore, accortosi della gravità della proposta, si è assunto la propria responsabilità e in un successiva riunione di commissione, facendo proprie le osservazioni del sottoscritto e quelle degli altri componenti della commissione, ha presentato un emendamento (impegnandosi di portarlo in consiglio a nome della maggioranza, come poi avvenuto) che lasciava la possibilità della monetizzazione solo per alcune zone. La monetizzazione è stata giustamente cancellata per le nuove espansioni, è rimasta per il centro storico su cui si era d’accordo, ma è rimasta, purtroppo, per le zone B (zone di completamento residenziali) e CR1 (zone di espansione residenziali sature).
 
Rifondazione e Partecipazione in consiglio comunale hanno presentato un ulteriore emendamento (respinto dalla maggioranza) per estendere il divieto di monetizzare anche per le zone B e CR1. E’ passato, invece, un altro nostro emendamento che prevede l’estensione anche ai nuovi immobili non residenziali di proprietà pubblica l’installazione di infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici (l’emendamento della maggioranza lo prevedeva solo per gli edifici non residenziali privati).
 
Il nostro voto finale sulla pratica, pur riconoscendo un forte miglioramento rispetto alla prima proposta, dovuto anche al nostro impegno in commissione e in consiglio, è stato negativo proprio per non aver voluto la maggioranza riconoscere anche per le zone di completamento il divieto di monetizzare. Secondo me chi ha un area insufficiente per il rispetto degli standard non può e non deve costruire, oppure costruisce una cubatura minore, tale da rispettare tutti gli standard.

Anche se la commissione, ha prodotto un accettabile lavoro per il consiglio, evitando una catastrofe totale per il futuro della città, resta comunque  il grave danno della monetizzazione possibile per le zone di completamento.

venerdì 5 ottobre 2012


DIFENDERE   E  RILANCIARE  IL TURISMO

 
Il Turismo, come  nella consapevolezza di tutti,  è la principale attività economica per Senigallia ed è anche volano per altre attività come l’agricoltura e il commercio.

   Ma oggi tale importante settore economico è a rischio, la  crisi economica in atto nel nostro Paese sta colpendo fortemente proprio quelle classi sociali che sono notoriamente gli ospiti della nostra città.  Queste classi sociali, formate da operai, insegnanti, commercianti, impiegati, pensionati, artigiani, dovendo rispondere alla crisi spesso sono costretti a tagliare  proprio “la vacanza al mare”.  

   In tale situazione, corre l’obbligo per chi amministra una città turistica come la nostra, seguire con estrema attenzione quello che succede, saper effettuare un’analisi attenta e saper indirizzare e creare delle strategie  alternative in grado di creare nuove opportunità e nuove offerte turistiche al fine di  “catturare” nuovi ospiti.

 Ho sempre pensato che la prima cosa indispensabile per un turista nello scegliere la meta di un viaggio è sapere che questa meta esiste: e l’immagine, nella maggior parte dei casi, ha proprio la funzione di portare alla mente del potenziale  visitatore  l’esistenza di un posto.  Il Caterraduno, quando  da assessore ho voluto e realizzato la sua presenza a Senigallia – da qualcuno allora non capita-,  ha avuto e ha questo obbiettivo, promuovere la nostra città.

   Ma oggi non si può vivere di rendita,  i grandi eventi che a Senigallia  si ripetono, compreso il Caterraduno stesso,  da soli non sono più sufficienti, è necessario rafforzare, a mio parere, uno dei turismi che in questo momento a Senigallia  langue, mi riferisco al turismo culturale, con la creazione di eventi  d’interesse nazionale e anche oltre.

Un grande  evento culturale, se ben fatto e ben organizzato, rafforza e caratterizza  l’immagine della destinazione dove ha luogo, con conseguente beneficio anche per le altre forme di turismo, compreso il balneare. Senigallia ha una grande opportunità, possiede delle ricchezze artistiche molto importanti e dipinti di estremo interesse:  F. Barocci, il Perugino, C. Ridolfi,  il Guercino, il Rondolino, lo Spagnoletto,  G.Palma il Giovane e tanti altri.

 Organizzare un evento di richiamo nazionale-internazionale  è alla  nostra portata,  muoverebbe sicuramente una domanda non elitaria, ma di decine  e decine di migliaia di persone nei mesi primaverili con ricadute positive anche per il dopo. Da aggiungere che l’interesse di grandi  sponsor per tali eventi è sempre molto alto.

L’ assessore Schiavoni, giudicando molto positivamente questa mia proposta, aveva espresso  in commissione consiliare  la volontà e l’impegno di lavorarci. Purtroppo non sta accadendo nulla e, se l’impegno vuole essere portato avanti, la sua giunta e il Sindaco devono crederci e   lavorarci: una buona programmazione di una grande mostra deve essere completata molti mesi prima dell’evento, deve creare aspettative, deve dare l’idea dell’importanza dell’evento, deve suscitare l’interesse. Nella situazione attuale, non si può  perdere tempo, come purtroppo sta avvenendo, e per il 2013 è già tardi.

 Luigi Rebecchini  Capogruppo PRC  Comune  di Senigallia

giovedì 21 giugno 2012

SPIAGGIA LIBERA... MA VIETATA



   Il tratto di spiaggia compreso tra i bagni Bora Bora ed il molo è storicamente  spiaggia libera e da molti cittadini di Senigallia viene (o veniva) frequentata in quanto libera.

  Ieri mattina mi sono recato sul posto e con grande sorpresa ho notato  alcuni cartelli della Gestiport  ed un cartello di un’associazione di surf, a cui credo sia stata dato l’uso della spiaggia, di recente  installati.

In un cartello si legge: “Accesso consentito solo ad autorizzati”, in un altro: “E’ vietato installare ombrelloni, sedie, materassini, nonché sostare per la balneazione” .
   Ieri pomeriggio, giornata di consiglio comunale, ho rivolto un’interpellanza su questo fatto all’assessore Ceresoni.  L’imbarazzo dell’assessore è stato evidente e l’unica risposta data è  che quell’area non ricade nel piano degli arenili e  viene gestita dalla società “Gestiport”.

Ho replicato che proprio durante la discussione del piano degli arenili avvenuta in consiglio  più di un anno e mezzo fa, avevamo chiesto l’impegno alla giunta  comunale che quel tratto di spiaggia venisse mantenuto  a disposizione dei cittadini in modo libero. La giunta e lo stesso assessore in quel frangente si erano assunti tale impegno.

Sottolineo che la Gestiport  è una società che non viene dalla luna, ma che socio di maggioranza è proprio il Comune!

Chiedo, pertanto,  che l’amministrazione comunale si attivi immediatamente  a che il tratto in questione torni ad essere fruibile liberamente e legittimamente da tutti coloro che
non intendono servirsi delle spiagge attrezzate.

Luigi Rebecchini , capogruppo Rifondazione Comunista

lunedì 11 giugno 2012

SMANTELLANO L' OSPEDALE DI SENIGALLIA

     La maggioranza che governa la Regione e in particolare il Presidente Spacca e l’assessore Mezzolani, del Partito Democratico, hanno fatto conoscere tramite i giornali i loro programmi per “ristrutturare “ la Sanità marchigiana: il tutto giustificandolo con i tagli imposti dal Governo nazionale  (che il loro Partito appoggia con entusiasmo).

 Per quel che riguarda Senigallia questa ristrutturazione comporterà la chiusura dei reparti di Otorinolaringoiatria e Oculistica, la eliminazione dei letti di Nefrologia, la riduzione drastica dei posti letto per acuti che saranno ben 45 in meno di oggi.

    Questo è l’avvio di un definitivo smantellamento, altro che “razionalizzazione” !  Questo mentre la nuova geniale trovata dell’”Area Vasta” trasferisce nella “metropoli” di Fabriano, la città dei veri padroni delle Marche, le strutture amministrative della Sanità senigalliese, con grandi costi economici e umani.

     Rifondazione Comunista ha più volte chiesto al Sindaco e alla sua maggioranza di darsi da fare per difendere l’esistenza delle strutture sanitarie di Senigallia: queste richieste sono spesso state ascoltate con fastidio e le  dichiarazioni di ottimismo del governo cittadino oggi dimostrano la loro totale insensatezza.

     Chiediamo a tutti i cittadini di aiutarci in una lotta per il mantenimento di un’adeguata offerta di servizi sanitari che ci impegniamo a portare avanti nella nostra città e in Regione.

venerdì 20 gennaio 2012

Amianto a Senigallia: sul Censimento ai privati la Regione contraddice il Comune


Pubblicato su "Senigallia notizie 60019"  il 18-01-2012                  Condividi 
   
Lastre di amiantoIl 21 maggio del 2008 proponemmo in Consiglio Comunale, che approvò all’unanimità, una mozione che prevedeva un censimento dei manufatti di amianto nelle proprietà private, da far seguire con un progetto di eliminazione, proprio per offrire un riferimento certo ai cittadini. Ma nulla è stato fatto dalla passata amministrazione.
Poi, nell’ottobre 2010, noi di Rifondazione Comunista e Gruppo Partecipazione abbiamo riproposto nuovamente il censimento, con l’impegno di un progetto di bonifica diffuso sul territorio.
Trascorrendo i mesi e non vedendo nulla di concreto in merito, abbiamo chiesto alcuni mesi fa che la questione venisse portata in Commissione in modo di conoscere se è stato dato seguito alla decisione del Consiglio.

Giovedì 12 gennaio si è svolta un’altra commissione sull’argomento.
Ebbene, la nostra preoccupazione di prima non solo è ora cresciuta, ma si è aggiunta una grande amarezza e una diffusa indignazione.

Alla suddetta riunione era presente oltre all’assessore Campanile anche il responsabile del Programma Operativo "Prevenzione di rischi per la collettività della Regione Marche", dott. Patrizio Bacchetta che, nel suo sincero intervento, ha sottolineato tre fatti, a nostro avviso, assai gravi.

1) Il Dottor Bacchetta ha affermato che la Regione Marche ha effettuato una rilevazione statistica dei manufatti in amianto per quanto riguarda gli edifici pubblici e i manufatti produttivi. Sono stati inviati circa centomila censimenti: ha risposto (con una valenza di semplice autocertificazione) solo il 45% dei soggetti interessati. Se calcoliamo che di questo 45% tutti gli edifici pubblici hanno sicuramente risposto (100%), all’incirca solo il 15-20% delle attività produttive ha risposto al questionario. Quindi un tentativo fatto dall’amministrazione regionale assolutamente privo di rilevanza statistica e soprattutto che lascia grossi dubbi su quanti manufatti in amianto ancora non censiti ci siano in giro.

2) Il Dottor Bacchetta ha aggiunto in maniera esplicita che la Regione Marche non intende avviare alcun monitoraggio dell’amianto presente nelle abitazioni o aree di privati cittadini. Questo per una scelta politica ed economica noi pensiamo, ma nessuna delle due motivazioni è in alcun modo valida, dato che la salute dei cittadini (che pagano tasse salate e hanno diritto di essere tutelati) viene prima di qualsiasi altra priorità.

3) La dichiarazione del Dottor Bacchetta che ci ha lasciato più perplessi è quando ci ha detto che circa tre anni fa ha avuto un colloquio con l’allora Assessore comunale competente in materia, cioè Simone Ceresoni, al quale il Bacchetta aveva dato piena disponibilità alla Amministrazione di Senigallia di avviare un censimento comunale sui manufatti privati, che la Regione Marche avrebbe approvato e suggellato come progetto pilota, dando il necessario supporto (tranne probabilmente quello economico) affinché si realizzasse una rilevazione statistica sui manufatti in amianto posseduti dai privati cittadini. Ma dopo quell’incontro, nessuno dal Comune di Senigallia si è fatto più vivo: Bacchetta ci ha ribadito che l’impegno della Regione resta quello di allora se il Comune lo vorrà.

Sappiamo che il Comune aveva stanziato 30mila euro per questa causa, poi tolti e spesi in un’altra maniera. L’amministrazione ci ha sempre detto che Senigallia non poteva fare un censimento "da sola" perché la competenza era della Regione e senza un regolamento e delle leggi precise in materia nessun comune poteva assolutamente muoversi in tal senso. Giovedì abbiamo appreso ufficialmente che queste frasi ripetute più volte non corrispondevano al vero, dato che la Regione, ribadiamo, sono tre anni che aveva dato il placet per questa iniziativa.

Lo sconcerto e l’indignazione verso la Regione Marche ed il Comune di Senigallia, a questo punto, sono molto grandi perché dobbiamo concludere che l’amianto non è uno dei temi prioritari né per la Regione Marche né per il Comune di Senigallia.

Noi ribadiamo che l’unica azione efficace risiede nella prevenzione ovvero nella messa in sicurezza, nella rimozione e nella sostituzione dei manufatti medesimi, che non può essere lasciata solo alla iniziativa ed alla responsabilità dei singoli, per le evidenti connessioni con il bene primario rappresentato dalla salute pubblica, a tal fine riproponiamo che non è più rinviabile la nostra proposta:
a) Il censimento della presenza di manufatti contenenti amianto in edifici e contesti privati al fine di conoscerne l’ubicazione e valutarne le condizioni di conservazione;
b) La predisposizione di un piano di bonifica, di messa in sicurezza o di rimozione, basato sulla sinergia di privati, imprese specializzate, enti pubblici.

Fino ad ora, nel comune di Senigallia, ci si è mossi solo dietro segnalazioni di alcuni cittadini, comprese le nostre. C’è da dire che il Comune in questi casi interviene subito, ma non è possibile proseguire su questa strada, lasciando a sporadiche segnalazioni l’intervento sull’amianto ammalorato. Una rilevazione eseguita con metodo e competenza va eseguita al più presto, aggiungendo che non è possibile lasciare l’ufficio comunale competente quasi privo di personale ed eseguire interventi casuali senza un programma.

Notizia dell’ultima ora è che, grazie alle nostre continue segnalazioni e al nostro costante lavoro in consiglio comunale e nella commissione preposta su questo argomento, l’amministrazione si sta attivando per avviare questo ormai tristemente famoso "Progetto Pilota". Speriamo che questa sia la volta buona. Ma non ci viene da dire: "Meglio tardi che mai"… Questo (anche e soprattutto a causa della presenza della Ex Sacelit) a Senigallia è un problema che doveva essere affrontato prima di subito.

da
Luigi Rebecchini, Roberto Mancini, Paolo Battisti
(Rifondazione Comunista e Gruppo Partecipazione)