mercoledì 4 dicembre 2013

FARMACIE COMUNALI DI SENIGALLIA.

La proposta di delibera di costituire una Srl per la gestione delle Farmacie Comunali è carta straccia. Tiriamo un sospiro di sollievo, almeno per ora!

http://www.youtube.com/watch?v=rM2P2Hk8DRk

venerdì 29 novembre 2013


VERSO  LA  SCIAGURATA   PRIVATIZZAZIONE  DELLE  FARMACIE  COMUNALI  

Se ne parlava già da metà agosto, ma allora erano solo voci, oggi cominciano a giungere gli atti scritti. Nella proposta di delibera, arrivata alcuni giorni fa in sesta commissione,  troviamo la volontà dell’amministrazione comunale di cedere al privato una quota di minoranza delle due farmacie comunali per non meno del 40% , per aprirne in società una terza. Una delle motivazione scritte in delibera è che il privato porterebbe  “know how e logica manageriale” !!!

La questione della vendita di quote importanti delle farmacie comunali non può essere considerata al di fuori del contesto generale della tendenza alla privatizzazione dei sistemi sanitari e di considerazioni sul mercato dei farmaci. Il mercato del farmaco è il principale mercato legato alla salute e nel corso di questi ultimi anni, in Italia e non solo, è stato caratterizzato da grandi investimenti motivati dalle previsioni di crescita dovute a fattori sia legati alla domanda (invecchiamento della popolazione), sia alle novità delle cure.

A fronte di questo, si sta sviluppando   un processo di concentrazione  per mezzo delle più grandi operazioni di acquisizione e fusione.  Siamo di fronte alla creazione di oligopoli che si mettono nelle condizioni di esercitare un forte controllo sui prezzi anche attraverso  il controllo diretto  della rete al dettaglio.

Le farmacie comunali italiane sono più di 1300 (tutte con bilanci in attivo e localizzate principalmente nel centro nord) contro le circa 15000 farmacie private. Fra privatizzazioni già fatte e privatizzazioni in corso, diverse centinaia sono già praticamente nelle mani dei privati. L’acquisizione dei pacchetti azionari delle comunali costituisce la più facile forma  per costituire catene di distribuzione nell’ambito del quadro normativo attuale.

Le formule di privatizzazione delle farmacie pubbliche passano quasi sempre attraverso la creazione di una Spa o una Srl, a cui i comuni cedono spesso il 49% (mantenendo quindi, temporaneamente, il controllo di maggioranza,  per poi negli anni, come quasi sempre accaduto, cedere tutte le quote non essendoci più il  precedente utile).

 Da un esame delle privatizzazioni finora realizzate, è facile constatare che i soggetti interessati all’acquisizione sono  le  multinazionali europee della distribuzione del farmaco, le cooperative di acquisto o società di capitali già operanti a livello italiano nella distribuzione del farmaco,  la Lega delle cooperative che si è aggiunta in questi ultimi anni, alcune Spa multiutility così vicine ai partiti e così lontani dalle persone e infine privati farmacisti già in possesso di forti capitali .

Opporsi alla privatizzazione delle farmacie comunali ha il significato di opporsi all’alienazione di una struttura distributiva pubblica, la cui cessione ai privati, siano essi catene multinazionali, catene nazionali in via di formazione o farmacisti privati, non può che avere l’effetto di una minore possibilità di controllo dei costi e di una sicura riduzione di servizi, senza tralasciare il reale rischio di licenziamento di personale in servizio da moltissimi anni e già vincitore di concorso pubblico.

 

Le nostre due farmacie sono in attivo e rappresentano un presidio di natura sociale per la città. Come non sottolineare, ad esempio, la garanzia di calmierazione dei prezzi che svolgono per una vasta fascia di farmaci prevalentemente usati dalla popolazione  più anziana, o per il minor costo di pannoloni per incontinenti che è inferiore al 30% rispetto al mercato, o per il minor costo del latte in polvere che arriva ad un meno 20%, o ancora per il trasporto gratuito e giornaliero delle medicine alla Casa Protetta o all’ Opera Pia , e infine come non sottolineare la  buona redditività delle nostre Farmacie Comunali benefica per il  bilancio comunale, quindi per tutti noi.

Invece di privatizzare, proponiamo un  rafforzamento e un ulteriore  rilancio  in termini di servizi delle due Farmacie che appartengono ai cittadini di Senigallia.

Ciò che più spiace è che una giunta che si dice di “sinistra” (e non di larghe intese) attui una politica di privatizzazione, una scelta che rappresenta bene quanto i partiti tendano a comportarsi in modo sempre più simile tra loro

 

Luigi Rebecchini (Gruppo Misto)

Paolo Battisti e Roberto Mancini (Gruppo Partecipazione)

domenica 24 novembre 2013

No alla privatizzazione

dei cimiteri”

Gruppo Misto e Partecipazione: "Basta col far pagare la crisi ai cittadini"

                                        Per l’ennesima volta (dato che l’iter sembra procedere spedito) interveniamo sul rischio della privatizzazione dei cimiteri di Senigallia e, lo facciamo per cercare di convincere la maggioranza che governa la nostra città a respingere la proposta di una “finanza di progetto”, giunta al Comune ormai da tempo e a cui l’Amministrazione dovrà per legge dare una risposta.

Due ditte di Catania e una di Roma, il cui titolare è sempre di Catania (ma potrebbero essere anche di Bolzano o Genova, per noi nulla cambia), che intendono riunirsi in  ATI – associazione temporanea di imprese -, asseverate come da legge da altra società di revisione e organizzazione contabile (di Roma), hanno presentato un “project financing” (finanza di progetto) per l’ampliamento e la gestione dei cimiteri di Senigallia, Montignano e Roncitelli. Se tale proposta dovesse essere accettata dalla Giunta, partirebbe la gara per la realizzazione del progetto. E qui inizierebbero i guai.
Questo perché la privatizzazione dei cimiteri sarebbe a quel punto cosa fatta a Senigallia, delegando al privato l’ampliamento e la gestione di questo servizio con un importo  da impiegare di oltre 19 milioni  in  cambio di 30 anni di gestione.
Qualcuno potrebbe dire: ma come, il privato mette una cifra così considerevole (anche se diluita negli anni)  e noi ci lamentiamo pure?
E qui casca l’asino, perché nessuno fa niente per niente, un privato investe solo per trarne un tornaconto, e con l’intervento esterno di capitali extra comunali, i profitti che gli investitori realizzeranno saranno tutti a carico dei cittadini, con un aumento certo ed esagerato dei costi. Inoltre la privatizzazione costringerà a corrispondere  l’Iva sui servizi cimiteriali, che attualmente i cittadini non pagano, essendo il servizio gestito dal Comune.
Il privato quindi è pronto a costruire e vendere in proprio i loculi, le cappelle e gestire tutti i servizi inerenti la tumulazione, la manutenzione, fino alla gestione delle lampade votive.
I servizi cimiteriali, per la delicatezza delle situazioni psicologiche ed affettive che coinvolgono gli individui, non possono essere considerati alla stregua della gestione di altri servizi meramente “commerciali”, necessitano di particolare attenzione poiché si incrocia la sensibilità e la dignità di ogni persona, anche dopo la morte. Le logiche speculative e di guadagno dovrebbero restare fuori dai cimiteri.
Vogliamo ricordare come si esprime sui project financing l’ing. Ivan Cicconi, uno dei più grandi esperti europei di appalti pubblici e direttore di Itaca, istituto per l’innovazione e la trasparenza negli appalti: “Chi appoggia il project financing è un catalizzatore di illegalità, un ladro di risorse, un ladro di democrazia, un ladro di futuro, appunto un ladro di tutto ! Il finanziamento del privato rimane solo aleatorio perché alla fine sarà il pubblico, quindi noi, a caricarsi di immani spese, ai privati invece rimangono gli utili”.
L’analisi del mercato sul project financing effettuata in Italia negli ultimi 10 anni individua una serie  di limiti legislativi, amministrativi, procedurali ed economici,  che impediscono una piena ed efficace risposta della finanza di progetto alla pressante richiesta dei servizi di pubblica utilità proveniente dal territorio.
Vogliamo quindi augurarci che l’amministrazione rispedisca al mittente la lettera e il plico ricevuto e gestisca al meglio le ditte che attualmente lavorano per conto dell’amministrazione e sotto il controllo della stessa, per un servizio sempre più adeguato. Visto anche che lo stesso servizio è in attivo nel bilancio del Comune, per cui non c’è nessuna motivazione logica e fondata per privatizzare.
da Luigi Rebecchini (capogruppo gruppo Misto)
Paolo Battisti (capogruppo gruppo  Partecipazione)

sabato 20 luglio 2013

CASSE E CIMITERO


Il comune vuol riempire le casse comunali con un project financing

Nel bilancio appena approvato  (con il voto contrario del Gruppo Misto e di Partecipazione), è passato anche il piano triennale di investimenti.

In detto piano troviamo l’avvio della proposta di Finanza di Progetto art. 153 ex D.lgs 163/2006,  gestione ed ampliamento complesso  cimiteriale  comune di Senigallia.

In poche parole si prevede di realizzare il progetto di ampliamento  e la gestione del Cimitero delle Grazie tramite lo strumento della Finanza di Progetto , meglio conosciuto con il termine anglosassone  Project Financing,  per la cifra di ben 19.242.760,00 euro.

Durante il dibattito in consiglio,  considerate le “raccomandazioni”  scritte nel verbale dei revisori dei conti e considerato il fatto che ormai la letteratura contro l’utilizzo della  Finanza di Progetto è sempre più ampia, ho chiesto chiarimenti e posto alcune domande.

So che la  Finanza di progetto si realizza attraverso il coinvolgimento di partner privati nel finanziamento (totale o parziale)  e nella realizzazione dell’opera, i privati poi recupereranno l’investimento attraverso il costo del servizio che verrà fatto pagare agli utilizzatori dell’opera. Il tutto può avvenire per il privato  intrecciandosi a banche e strumenti finanziari vari.

Si può pensare che la cosa sia utile e funzionale, invece io credo, come tantissimi  più esperti del sottoscritto,  che le  vittime principali saranno ovviamente i cittadini. Basta ascoltare le interviste sul web dell’ing.  Ivan Cicconi esperto in appalti e direttore di ITACA – Istituto per l'Innovazione e Trasparenza degli Appalti e la Compatibilità Ambientale.

 Gli stessi nostri revisori dei conti hanno scritto nel verbale del 15 luglio 2013 alcune raccomandazioni  importanti ed espresso  forti dubbi : “…raccomandando l’Ente affinchè si adoperi per il massimo e costante monitoraggio e controllo delle diverse procedure da affrontare nei vari steps delle operazioni da intraprendere soprattutto nell’intervento dei privati, trattandosi di opere di interesse pubblico che esplicano il loro effetto nel tempo, raccomandiamo inoltre di verificare attentamente, coinvolgendo gli tutti  uffici interessati, il piano economico-finanziario e quindi la convenienza di tale operazione e l’impatto che potrebbe avere nei prossimi Bilanci”

Ho anche aggiunto, nella mia richiesta di chiarimenti, se le voci ricorrenti  su una ditta di Catania interessata  alla Finanza di Progetto per il nostro cimitero  corrispondesse al vero.

Concludevo  con la semplice considerazione che qualsiasi ditta privata che verrà a Senigallia per ampliare e gestire per almeno vent’anni  il cimitero, sicuramente non verrà con spirito di ditta benefattrice.

La risposta immediata  del sindaco è stata  che non c’è al momento nessuna ditta perché siamo alla fase iniziale del percorso, che la cifra dei 19 milioni  potrà essere anche di sei milioni  e che nulla di certo al momento si sa,   che la partecipazione al progetto avverrà con bando. In ogni caso la procedura iniziata, concludeva il Sindaco,   verrà eseguita secondo le normative vigenti.

 Mi sono permesso  di replicare  prendendo atto che le voci di corridoio sulla ditta catanese risultano infondate, che la cifra dei 19 milioni e passa sta scritta sulla relazione ufficiale dei lavori pubblici allegata al bilancio e per ultimo, aggiungevo, che mi risulta incomprensibile l’ignoto sulle cifre espresso dal sindaco quando l’ing. Roccato attesta che” l’intervento in esame allo stato attuale ha tutte le caratteristiche per essere dichiarato di Pubblico Interesse” (dichiarazione riportata sempre nel verbale dei revisori dei conti).

   Un’ altra totale esternalizzazione di un servizio pubblico è alle porte.  L’appalto  attuale ad una cooperativa sociale mi pare cosa ben diversa dalla Finanza di Progetto proposta.   

    L’amministrazione comunale mi risponderà che resteremo comunque proprietari….

Luigi Rebecchini
(capogruppo Gruppo Misto)

Notte Bianca: I vomitatoi non ci devono appartenere, lasciamoli ad altri

      Poco più di un mese fa ho rivolto al Sindaco un’ interpellanza-appello, sottolinenando come Senigallia in questi anni si sia connotata sempre più come città dai turismi diversificati: città che ha saputo attrarre e sa attrarre un turismo fatto per le famiglie, per i giovani, per gli anziani, un turismo per lo sport, un turismo religioso, un turismo culturale, abbiamo un turismo che vuole godere delle bellezze paesaggistiche dei nostri luoghi, insomma ricordavo che gli sforzi fatti in questi anni e che si continuano a fare in questa direzione e con questa strategia hanno avuto e hanno un certo successo.
Purtroppo aggiungevo che, nel fine settimana, sta prendendo sempre più piede, qui a Senigallia, un altro tipo di turismo che rischia di vanificare tutto il lavoro fatto e che si continua a fare, un turismo che rischia di uccidere tutti gli altri tipi di turismo e che io ho definito e definisco “turismo dello sballo” o il “turismo degli ultras dello sballo”.

Ho trovato nella risposta del Sindaco, alla mia interpellanza di un mese fa, una positiva sensibilità con l’impegno di una costante e maggiore attenzione e considerazione sui problemi che avevo sollevato.

La notte bianca o notte della Rotonda, svoltasi pochi giorni fa, non è andata nella direzione del buon turismo auspicato. E’ stata una “festa” - festa tra virgolette - che si è connotata, per i contenuti espressi, come momento per uno sballo collettivo, per la felicità e le tasche di alcuni locali e il malumore della maggioranza dei cittadini e turisti che si aspettavano ben altro.
Non mi dilungo su quanto personalmente visto, ma certo una città in festa non vuol dire musica sparata a palla e alcool a gogò in ogni dove, ma deve andare nella direzione originaria della notte della Rotonda con un pullulare di iniziative di qualità, di buona musica e di cultura. Per la notte della Rotonda devono essere coinvolti e impegnati più assessorati, in modo che si elabori un progetto coordinato e che coinvolga tutta la città con eventi plurimi anche se non per forza costosi.

E’ necessario essere, ora, più solerti e attenti a trovare delle risposte per mantenere la nostra buona immagine e non degradarla. Mi permetto, anche questa volta, di proporre e chiedere che sul lungomare e in città avvengano solo un certo tipo di iniziative. Se non abbiamo risorse economiche per far pullulare la città di buone cose, meglio annullare la notte bianca tipo anno 2013, perché creiamo solo danno all’immagine della città.

Io credo , comunque, che anche con l’ausilio di associazioni e gruppi di cui la città è ricca, si possa fare molto nella direzione giusta per la prossima festa del 2014, mi riferisco all’organizzazione di spettacoli di teatro, di musei aperti, di musica d’autore, di dibattiti, di incontri culturali, di musica classica, di clawn, di artisti di strada, di mostre di pittura, di mostre fotografiche, insomma una città viva e vivace nelle sue piazze e vie che anche i giovani sapranno sicuramente apprezzare.
Dobbiamo cambiare completamente registro dalla notte della Rotonda del 2013, non possiamo mettere a rischio l’economia turistica per il beneficio di pochissimi, con azioni errate. Agiamo con iniziative di qualità, perché queste, meglio della repressione e delle sanzioni, fanno e faranno piazza pulita dei comportamenti da ultras dello sballo. Il Comune ha il dovere di proporre modelli positivi e alternativi allo sballo.
da Luigi Rebecchini
capogruppo Gruppo Misto

martedì 25 giugno 2013


Quasi scomparsa la storica spiaggia libera al molo di levante

Questo è il testo inviato alla stampa alcuni giorni fa. Dopo qualcosa si è mosso, rimane quindi  alta la mia attenzione a difesa della spiaggia  libera e pubblica, anche se i numeri sono a favore della maggioranza che governa la città, ma mai demordere.

Sabato pomeriggio  (15 giugno 2013) un messaggio, giuntomi su un social network,  mi informava   che la spiaggia libera compresa tra il  molo di levante e i bagni Bora Bora  era stata  di nuovo “ristretta” e, anzi,  rispetto all’anno scorso lo spazio libero era  ancora minore. La  denuncia del cittadino risultava essere  esatta e vera, avendo poi il sottoscritto verificato di  persona .

Lo sgomento e l’indignazione di quel cittadino diventano miei sentimenti, perché,   evidentemente, l’amministrazione comunale  non tiene conto di elementari necessità e diritti della gran parte dei cittadini.

Già l’anno scorso avevo denunciato sia in Consiglio Comunale che sulla stampa  la “rapina”, anche se parziale,  di quel tratto di arenile.

Il Comune  era poi intervenuto con un provvedimento per ristabilire in parte la situazione pregressa (riducendo l’area per le  società sportive)  e così poi scrivevano gli assessori Ceresoni e Memè  in un comunicato del  29 giugno 2012:  “Questo provvedimento conferma la volontà dell’amministrazione di garantire una differenziazione delle modalità di fruizione delle spiagge della città, preservando i tratti di litorale liberi da concessioni e dando la possibilità ai bagnanti di scegliere liberamente tra un’offerta pluralista e diversificata, obiettivo perseguito anche con gli strumenti urbanistici recentemente approvati, come il nuovo Piano degli Arenili…”

Oggi l’amministrazione comunale, contravvenendo a quello stesso provvedimento,  non solo  reitera la “rapina”  della spiaggia libera,  ma  aggrava ancor di più la situazione denunciata l’anno scorso,  lasciando meno spazio libero !  Qualcuno, o dal lato destro o dal lato sinistro,  si è spinto verso l’area libera,  sicuramente con una  regolare concessione a questa invasione.  La colpa è, naturalmente, di chi ha concesso.

I signori che governano la nostra città vogliono prima o poi privarci di quell’unico tratto libero in centro.   Non possiamo permettere questa ennesima scempiaggine,  l’azione politica del sottoscritto e dei  consiglieri  del gruppo Partecipazione sicuramente continuerà, chiedendo l’immediato ripristino della situazione e il rispetto degli impegni presi in Consiglio.

Ma lasciatemi la libertà anche di uno sfogo: è questo il   centrosinistra ambientalista  e   virtuoso?  “Ma fammi il piacere” diceva Totò.  Ancora una volta, devo  rilevare una grande ipocrisia politica da parte di questi amministratori!

 

Luigi Rebecchini  (capugruppo Gruppo Misto)

lunedì 24 giugno 2013

Dove va il Turismo a Senigallia ?


Interpellanza del 12 giugno 2013.   

Mi rivolgo al Sindaco.

Sindaco, più che un’interpellanza, il mio intervento vuole essere un appello, un appello-interpellanza.

  Sindaco noi non ci troviamo d’accordo su tante scelte politiche e amministrative, il ruolo del sottoscritto è stato e rimane di forte opposizione, direi a volte  acerrima anche se sempre democratica e in democrazia ci sta.    Tuttavia, su quanto vado a dire ora, credo di trovare, conoscendola, una positiva sensibilità e sono quindi certo che presterà attenzione e considerazione.

     In questi anni  Senigallia si è connotata sempre più come città dai turismi diversificati, città che ha saputo attrarre e sa attrarre un turismo fatto per le famiglie, per i giovani, per gli anziani, un turismo per lo sport, un turismo religioso, un turismo culturale - anche se sul versante del turismo culturale si può fare molto di più e mi riferisco al grande patrimonio artistico che abbiamo in città e nel territorio-, abbiamo un turismo che vuole godere delle bellezze paesaggistiche dei nostri luoghi, insomma gli sforzi fatti in questi anni e che si continuano a fare in questa direzione e con questa strategia  hanno avuto un buon successo.

Ma come ho avuto modo di dire in un precedente consiglio stiamo rischiando di avere un turismo che può uccidere tutti gli altri tipi di turismi vanificando tutti gli sforzi e il lavoro fatto.

Mi riferisco al turismo , turismo fra virgolette, dello sballo, degli ultras dello sballo, dei cretini che vengono  a inscenare e scatenare risse. Io sono di Ancona e tu sei Fabriano o viceversa e ti meno, io sono di Pesaro  tu sei  di Jesi o viceversa e ti prendo a pugni, insomma cose di questo genere.

Questo turismo dello sballo da ultras sta purtroppo prendendo piede tanto da impedire in alcune serate la fruizione di tratti del  lungomare a molte persone con danno anche a molte attività commerciali.

Sindaco dobbiamo essere solerti a trovare delle risposte, quali? Mi permetto di proporre  e chiedere che nel lungomare avvengano solo iniziative di qualità e soprattutto Sindaco, si faccia parte attiva presso i gestori di alcuni locali e forse anche di qualche sparuto  bagnino per far capire loro che la musica sparata a palla e un certo tipo di feste, faccia capire a costoro che momentaneamente possono farli ingrassare ma alla lunga anche loro patiranno di un modo errato di gestire la propria attività. Sindaco non possiamo permettere di  annullare il buon  lavoro fatto, e mettere a rischio l’economia turistica per il beneficio di pochissimi.

mercoledì 27 febbraio 2013

NON OSCURATE LA SPIAGGIA DI VELLUTO


Non oscurate la spiaggia di velluto.
Video  integrale dell' interpellanza all'assessore all'urbanistica, risposta dell'assessore, replica del sottoscritto  e infine intervento dell'assessore per "fatto personale" .

Da “Spiaggia di Velluto” a “Spiaggia senza Sole”

                          

Mangialardi, Ceresoni e… l'idea di "oscurare" l'arenile

        Secondo la proposta di Giunta presentata dall’assessore Ceresoni in commissione urbanistica, qualora la variante in discussione venisse votata in Consiglio Comunale, la maggioranza degli alberghi di Senigallia potrà ergersi fino a 26 metri di altezza e, quindi, svilupparsi fino a otto piani (un metro e mezzo più alti del Senbhothel)!

Capite bene che il cono d’ombra degli Hotel a ridosso del mare, che si proietterà sulla spiaggia, sarà tale che in alcune ore del pomeriggio, in molte parti, l’arenile rimarrà senza Sole.
Abbiamo rilevato in commissione che la caratteristica del lungomare della nostra città è di avere tantissime strutture ricettive quasi a ridosso della spiaggia e che l’altezza degli stessi è mediamente contenuta. Questo favorisce una percezione gradevole del paesaggio e da alcuni punti del lungomare è oggi possibile anche godere delle colline attorno la città, gli stessi alberghi non diventano barriera verso la città. Un lungomare a misura d’uomo che si integra con la dolcezza dei nostri luoghi.
Noi pensiamo che se dovesse andare in porto la proposta della giunta, il danno alla “Spiaggia di Velluto” sarebbe gravissimo e irreparabile. Cambierebbe la vita e il godimento della spiaggia stessa, cambierebbe il microclima, con spiaggia all’ombra ben prima del tramonto e nel contempo devastazione del paesaggio.
Ci stiamo battendo in commissione a che questa assurda proposta non arrivi in consiglio per l’approvazione con la formulazione attuale. Crediamo che i cittadini, le imprese balneari e gli stessi operatori alberghieri avrebbero ripercussioni assai negative nel caso dovesse invece prevalere la proposta presentata. Capiamo bene che bisogna favorire opere di risanamento e ristrutturazione di molti alberghi cittadini (anche in alcuni casi con abbattimento e ricostruzione), capiamo bene che per molti alberghi è necessario aumentare lo standard di funzionalità e confort, ma altra cosa è stravolgere la vivibilità del lungomare e della spiaggia.
Adesso aspettiamo l’esito della VAS, la valutazione ambientale strategica, augurandoci di avere un serio e rigoroso esame della situazione, auspicando che quanto da noi richiesto in commissione venga realmente esaminato con scrupolo e venga recepito.
In ogni caso la proposta della giunta rimane assolutamente irricevibile per come è stata confezionata; un progetto che deve essere profondamente modificato anche perche è in contraddizione con altre recenti scelte. Per l’ Hotel Marche, di proprietà pubblica (è ancora in vendita), solo alcuni mesi fa è stata prevista un’ altezza massima di 18 metri.
Quello che noi proponiamo è la elaborazione di un progetto assai diverso, un progetto unitario per la ristrutturazione del lungomare che prenda in esame gli Hotel, il manto stradale, la pedonalizzazione, la pista ciclabile, i marciapiedi, il muretto parasabbia, l’illuminazione, gli alberi ecc., che veramente sia in grado di rivoluzionare, appena ce ne saranno le possibilità, in senso propositivo e costruttivo la zona forse più strategica della città dal punto di vista economico (insieme al centro storico). Un progetto che sappia guardare in maniera lungimirante e unitaria al lungomare e non una deleteria toppa (quella che propone l’amministrazione) senza costrutto e con quasi nulle possibilità di riuscita.
Sappiamo bene che tali progetti non sono attuabili in questo momento, ma compito di una amministrazione, anche in tempi di crisi, è quello di dare delle risposte a medio-lungo periodo. Non possiamo e non dobbiamo mettere a rischio, attraverso scelte disarticolate, la voce più attiva dell’economia cittadina, che è il turismo.
da Luigi Rebecchini, Paolo Battisti, Roberto Mancini