mercoledì 4 dicembre 2013
FARMACIE COMUNALI DI SENIGALLIA.
La proposta di delibera di costituire una Srl per la gestione delle Farmacie Comunali è carta straccia. Tiriamo un sospiro di sollievo, almeno per ora!
http://www.youtube.com/watch?v=rM2P2Hk8DRk
venerdì 29 novembre 2013
VERSO LA SCIAGURATA
PRIVATIZZAZIONE DELLE FARMACIE COMUNALI
Se ne parlava già da metà agosto,
ma allora erano solo voci, oggi cominciano a giungere gli atti scritti. Nella
proposta di delibera, arrivata alcuni giorni fa in sesta commissione, troviamo la volontà dell’amministrazione
comunale di cedere al privato una quota di minoranza delle due farmacie
comunali per non meno del 40% , per aprirne in società una terza. Una delle
motivazione scritte in delibera è che il privato porterebbe “know how e logica manageriale” !!!
La
questione della vendita di quote importanti delle farmacie comunali non può essere
considerata al di fuori del contesto generale della tendenza alla
privatizzazione dei sistemi sanitari e di considerazioni sul mercato dei farmaci.
Il mercato del farmaco è il principale mercato legato alla salute e nel corso
di questi ultimi anni, in Italia e non solo, è stato caratterizzato da grandi
investimenti motivati dalle previsioni di crescita dovute a fattori sia legati
alla domanda (invecchiamento della popolazione), sia alle novità delle cure.
A fronte di questo, si sta
sviluppando un processo di concentrazione per mezzo delle più grandi operazioni di
acquisizione e fusione. Siamo di fronte
alla creazione di oligopoli che si mettono nelle condizioni di esercitare un
forte controllo sui prezzi anche attraverso il controllo diretto della rete al dettaglio.
Le farmacie comunali italiane
sono più di 1300 (tutte con bilanci in attivo e localizzate principalmente nel
centro nord) contro le circa 15000 farmacie private. Fra privatizzazioni già
fatte e privatizzazioni in corso, diverse centinaia sono già praticamente nelle
mani dei privati. L’acquisizione dei pacchetti azionari delle comunali
costituisce la più facile forma per
costituire catene di distribuzione nell’ambito del quadro normativo attuale.
Le formule di privatizzazione
delle farmacie pubbliche passano quasi sempre attraverso la creazione di una
Spa o una Srl, a cui i comuni cedono spesso il 49% (mantenendo quindi,
temporaneamente, il controllo di maggioranza,
per poi negli anni, come quasi sempre accaduto, cedere tutte le quote
non essendoci più il precedente utile).
Da un esame delle privatizzazioni finora
realizzate, è facile constatare che i soggetti interessati all’acquisizione
sono le multinazionali
europee della distribuzione del farmaco, le cooperative di acquisto o società
di capitali già operanti a livello italiano nella distribuzione del
farmaco, la Lega delle cooperative che si
è aggiunta in questi ultimi anni, alcune Spa multiutility così vicine ai
partiti e così lontani dalle persone e infine privati farmacisti già in
possesso di forti capitali .
Opporsi alla privatizzazione
delle farmacie comunali ha il significato di opporsi all’alienazione di una
struttura distributiva pubblica, la cui cessione ai privati, siano essi catene multinazionali,
catene nazionali in via di formazione o farmacisti privati, non può che avere
l’effetto di una minore possibilità di controllo dei costi e di una sicura
riduzione di servizi, senza tralasciare il reale rischio di licenziamento di
personale in servizio da moltissimi anni e già vincitore di concorso pubblico.
Le nostre due farmacie sono in
attivo e
rappresentano un presidio di natura sociale per la città. Come non sottolineare,
ad esempio, la garanzia di calmierazione dei prezzi che svolgono per una
vasta fascia di farmaci prevalentemente usati dalla popolazione più anziana, o per il minor costo di pannoloni per
incontinenti che è inferiore al 30% rispetto al mercato, o per il minor costo
del latte in polvere che arriva ad un meno 20%, o ancora per il trasporto
gratuito e giornaliero delle medicine alla Casa Protetta o all’ Opera Pia , e
infine come non sottolineare la buona
redditività delle nostre Farmacie Comunali benefica per il bilancio comunale, quindi per tutti noi.
Invece di privatizzare,
proponiamo un rafforzamento e un
ulteriore rilancio in termini di servizi delle due Farmacie che
appartengono ai cittadini di Senigallia.
Ciò che più spiace è che una giunta che si dice di “sinistra” (e non di
larghe intese) attui una politica di privatizzazione, una scelta che
rappresenta bene quanto i partiti tendano a comportarsi in
modo sempre più simile tra loro.
Luigi Rebecchini (Gruppo Misto)
Paolo Battisti e Roberto Mancini (Gruppo
Partecipazione)
domenica 24 novembre 2013
No alla privatizzazione
dei cimiteri”
Gruppo Misto e Partecipazione: "Basta col far pagare la crisi ai cittadini"
Per l’ennesima volta (dato che l’iter sembra procedere spedito) interveniamo sul rischio della privatizzazione dei cimiteri di Senigallia e, lo facciamo per cercare di convincere la maggioranza che governa la nostra città a respingere la proposta di una “finanza di progetto”, giunta al Comune ormai da tempo e a cui l’Amministrazione dovrà per legge dare una risposta.
Due ditte di Catania e una di Roma, il cui titolare è sempre di Catania (ma potrebbero essere anche di Bolzano o Genova, per noi nulla cambia), che intendono riunirsi in ATI – associazione temporanea di imprese -, asseverate come da legge da altra società di revisione e organizzazione contabile (di Roma), hanno presentato un “project financing” (finanza di progetto) per l’ampliamento e la gestione dei cimiteri di Senigallia, Montignano e Roncitelli. Se tale proposta dovesse essere accettata dalla Giunta, partirebbe la gara per la realizzazione del progetto. E qui inizierebbero i guai.
Questo perché la privatizzazione dei cimiteri sarebbe a quel punto cosa fatta a Senigallia, delegando al privato l’ampliamento e la gestione di questo servizio con un importo da impiegare di oltre 19 milioni in cambio di 30 anni di gestione.
Qualcuno potrebbe dire: ma come, il privato mette una cifra così considerevole (anche se diluita negli anni) e noi ci lamentiamo pure?
E qui casca l’asino, perché nessuno fa niente per niente, un privato investe solo per trarne un tornaconto, e con l’intervento esterno di capitali extra comunali, i profitti che gli investitori realizzeranno saranno tutti a carico dei cittadini, con un aumento certo ed esagerato dei costi. Inoltre la privatizzazione costringerà a corrispondere l’Iva sui servizi cimiteriali, che attualmente i cittadini non pagano, essendo il servizio gestito dal Comune.
Il privato quindi è pronto a costruire e vendere in proprio i loculi, le cappelle e gestire tutti i servizi inerenti la tumulazione, la manutenzione, fino alla gestione delle lampade votive.
I servizi cimiteriali, per la delicatezza delle situazioni psicologiche ed affettive che coinvolgono gli individui, non possono essere considerati alla stregua della gestione di altri servizi meramente “commerciali”, necessitano di particolare attenzione poiché si incrocia la sensibilità e la dignità di ogni persona, anche dopo la morte. Le logiche speculative e di guadagno dovrebbero restare fuori dai cimiteri.
Vogliamo ricordare come si esprime sui project financing l’ing. Ivan Cicconi, uno dei più grandi esperti europei di appalti pubblici e direttore di Itaca, istituto per l’innovazione e la trasparenza negli appalti: “Chi appoggia il project financing è un catalizzatore di illegalità, un ladro di risorse, un ladro di democrazia, un ladro di futuro, appunto un ladro di tutto ! Il finanziamento del privato rimane solo aleatorio perché alla fine sarà il pubblico, quindi noi, a caricarsi di immani spese, ai privati invece rimangono gli utili”.
L’analisi del mercato sul project financing effettuata in Italia negli ultimi 10 anni individua una serie di limiti legislativi, amministrativi, procedurali ed economici, che impediscono una piena ed efficace risposta della finanza di progetto alla pressante richiesta dei servizi di pubblica utilità proveniente dal territorio.
Vogliamo quindi augurarci che l’amministrazione rispedisca al mittente la lettera e il plico ricevuto e gestisca al meglio le ditte che attualmente lavorano per conto dell’amministrazione e sotto il controllo della stessa, per un servizio sempre più adeguato. Visto anche che lo stesso servizio è in attivo nel bilancio del Comune, per cui non c’è nessuna motivazione logica e fondata per privatizzare.
da Luigi Rebecchini (capogruppo gruppo Misto)
Paolo Battisti (capogruppo gruppo Partecipazione)
Due ditte di Catania e una di Roma, il cui titolare è sempre di Catania (ma potrebbero essere anche di Bolzano o Genova, per noi nulla cambia), che intendono riunirsi in ATI – associazione temporanea di imprese -, asseverate come da legge da altra società di revisione e organizzazione contabile (di Roma), hanno presentato un “project financing” (finanza di progetto) per l’ampliamento e la gestione dei cimiteri di Senigallia, Montignano e Roncitelli. Se tale proposta dovesse essere accettata dalla Giunta, partirebbe la gara per la realizzazione del progetto. E qui inizierebbero i guai.
Questo perché la privatizzazione dei cimiteri sarebbe a quel punto cosa fatta a Senigallia, delegando al privato l’ampliamento e la gestione di questo servizio con un importo da impiegare di oltre 19 milioni in cambio di 30 anni di gestione.
Qualcuno potrebbe dire: ma come, il privato mette una cifra così considerevole (anche se diluita negli anni) e noi ci lamentiamo pure?
E qui casca l’asino, perché nessuno fa niente per niente, un privato investe solo per trarne un tornaconto, e con l’intervento esterno di capitali extra comunali, i profitti che gli investitori realizzeranno saranno tutti a carico dei cittadini, con un aumento certo ed esagerato dei costi. Inoltre la privatizzazione costringerà a corrispondere l’Iva sui servizi cimiteriali, che attualmente i cittadini non pagano, essendo il servizio gestito dal Comune.
Il privato quindi è pronto a costruire e vendere in proprio i loculi, le cappelle e gestire tutti i servizi inerenti la tumulazione, la manutenzione, fino alla gestione delle lampade votive.
I servizi cimiteriali, per la delicatezza delle situazioni psicologiche ed affettive che coinvolgono gli individui, non possono essere considerati alla stregua della gestione di altri servizi meramente “commerciali”, necessitano di particolare attenzione poiché si incrocia la sensibilità e la dignità di ogni persona, anche dopo la morte. Le logiche speculative e di guadagno dovrebbero restare fuori dai cimiteri.
Vogliamo ricordare come si esprime sui project financing l’ing. Ivan Cicconi, uno dei più grandi esperti europei di appalti pubblici e direttore di Itaca, istituto per l’innovazione e la trasparenza negli appalti: “Chi appoggia il project financing è un catalizzatore di illegalità, un ladro di risorse, un ladro di democrazia, un ladro di futuro, appunto un ladro di tutto ! Il finanziamento del privato rimane solo aleatorio perché alla fine sarà il pubblico, quindi noi, a caricarsi di immani spese, ai privati invece rimangono gli utili”.
L’analisi del mercato sul project financing effettuata in Italia negli ultimi 10 anni individua una serie di limiti legislativi, amministrativi, procedurali ed economici, che impediscono una piena ed efficace risposta della finanza di progetto alla pressante richiesta dei servizi di pubblica utilità proveniente dal territorio.
Vogliamo quindi augurarci che l’amministrazione rispedisca al mittente la lettera e il plico ricevuto e gestisca al meglio le ditte che attualmente lavorano per conto dell’amministrazione e sotto il controllo della stessa, per un servizio sempre più adeguato. Visto anche che lo stesso servizio è in attivo nel bilancio del Comune, per cui non c’è nessuna motivazione logica e fondata per privatizzare.
da Luigi Rebecchini (capogruppo gruppo Misto)
Paolo Battisti (capogruppo gruppo Partecipazione)
sabato 20 luglio 2013
CASSE E CIMITERO
Nel bilancio appena
approvato (con il voto contrario del
Gruppo Misto e di Partecipazione), è passato anche il piano triennale di
investimenti.
In detto piano troviamo
l’avvio della proposta di Finanza di Progetto art. 153 ex D.lgs 163/2006, gestione ed ampliamento complesso cimiteriale
comune di Senigallia.
In poche parole si prevede
di realizzare il progetto di ampliamento
e la gestione del Cimitero delle Grazie tramite lo strumento della Finanza di Progetto , meglio conosciuto
con il termine anglosassone Project
Financing, per la cifra di ben
19.242.760,00 euro.
Durante il dibattito in
consiglio, considerate le “raccomandazioni” scritte nel verbale dei revisori dei conti e
considerato il fatto che ormai la letteratura contro l’utilizzo della Finanza di Progetto è sempre più ampia, ho
chiesto chiarimenti e posto alcune domande.
So che la Finanza di progetto si
realizza attraverso il coinvolgimento di partner privati nel finanziamento
(totale o parziale) e nella realizzazione
dell’opera, i privati poi recupereranno l’investimento attraverso il costo del
servizio che verrà fatto pagare agli utilizzatori dell’opera. Il tutto può
avvenire per il privato intrecciandosi a
banche e strumenti finanziari vari.
Si può pensare che la cosa
sia utile e funzionale, invece io credo, come tantissimi più esperti del sottoscritto, che le vittime principali saranno ovviamente i
cittadini. Basta ascoltare le interviste sul web dell’ing. Ivan Cicconi esperto in appalti e direttore
di ITACA – Istituto per l'Innovazione e
Trasparenza degli Appalti e la Compatibilità Ambientale.
Ho anche aggiunto, nella
mia richiesta di chiarimenti, se le voci ricorrenti su una ditta di Catania interessata alla Finanza di Progetto per il nostro
cimitero corrispondesse al vero.
Concludevo con la semplice considerazione che qualsiasi
ditta privata che verrà a Senigallia per ampliare e gestire per almeno
vent’anni il cimitero, sicuramente non
verrà con spirito di ditta benefattrice.
La risposta immediata del sindaco è stata che non c’è al momento nessuna ditta perché
siamo alla fase iniziale del percorso, che la cifra dei 19 milioni potrà essere anche di sei milioni e che nulla di certo al momento si sa, che la partecipazione al progetto avverrà
con bando. In ogni caso la procedura iniziata, concludeva il Sindaco, verrà eseguita secondo le normative vigenti.
Un’ altra totale esternalizzazione di un
servizio pubblico è alle porte. L’appalto
attuale ad una cooperativa sociale mi
pare cosa ben diversa dalla Finanza di Progetto proposta.
L’amministrazione comunale mi risponderà
che resteremo comunque proprietari….
Luigi Rebecchini
(capogruppo Gruppo Misto)
Notte Bianca: I vomitatoi non ci devono appartenere, lasciamoli ad altri
Poco più di un mese fa ho rivolto al Sindaco un’ interpellanza-appello, sottolinenando come Senigallia in questi anni si sia connotata sempre più come città dai turismi diversificati: città che ha saputo attrarre e sa attrarre un turismo fatto per le famiglie, per i giovani, per gli anziani, un turismo per lo sport, un turismo religioso, un turismo culturale, abbiamo un turismo che vuole godere delle bellezze paesaggistiche dei nostri luoghi, insomma ricordavo che gli sforzi fatti in questi anni e che si continuano a fare in questa direzione e con questa strategia hanno avuto e hanno un certo successo.
Purtroppo aggiungevo che, nel fine settimana, sta prendendo sempre più piede, qui a Senigallia, un altro tipo di turismo che rischia di vanificare tutto il lavoro fatto e che si continua a fare, un turismo che rischia di uccidere tutti gli altri tipi di turismo e che io ho definito e definisco “turismo dello sballo” o il “turismo degli ultras dello sballo”.
Ho trovato nella risposta del Sindaco, alla mia interpellanza di un mese fa, una positiva sensibilità con l’impegno di una costante e maggiore attenzione e considerazione sui problemi che avevo sollevato.
La notte bianca o notte della Rotonda, svoltasi pochi giorni fa, non è andata nella direzione del buon turismo auspicato. E’ stata una “festa” - festa tra virgolette - che si è connotata, per i contenuti espressi, come momento per uno sballo collettivo, per la felicità e le tasche di alcuni locali e il malumore della maggioranza dei cittadini e turisti che si aspettavano ben altro.
Non mi dilungo su quanto personalmente visto, ma certo una città in festa non vuol dire musica sparata a palla e alcool a gogò in ogni dove, ma deve andare nella direzione originaria della notte della Rotonda con un pullulare di iniziative di qualità, di buona musica e di cultura. Per la notte della Rotonda devono essere coinvolti e impegnati più assessorati, in modo che si elabori un progetto coordinato e che coinvolga tutta la città con eventi plurimi anche se non per forza costosi.
E’ necessario essere, ora, più solerti e attenti a trovare delle risposte per mantenere la nostra buona immagine e non degradarla. Mi permetto, anche questa volta, di proporre e chiedere che sul lungomare e in città avvengano solo un certo tipo di iniziative. Se non abbiamo risorse economiche per far pullulare la città di buone cose, meglio annullare la notte bianca tipo anno 2013, perché creiamo solo danno all’immagine della città.
Io credo , comunque, che anche con l’ausilio di associazioni e gruppi di cui la città è ricca, si possa fare molto nella direzione giusta per la prossima festa del 2014, mi riferisco all’organizzazione di spettacoli di teatro, di musei aperti, di musica d’autore, di dibattiti, di incontri culturali, di musica classica, di clawn, di artisti di strada, di mostre di pittura, di mostre fotografiche, insomma una città viva e vivace nelle sue piazze e vie che anche i giovani sapranno sicuramente apprezzare.
Dobbiamo cambiare completamente registro dalla notte della Rotonda del 2013, non possiamo mettere a rischio l’economia turistica per il beneficio di pochissimi, con azioni errate. Agiamo con iniziative di qualità, perché queste, meglio della repressione e delle sanzioni, fanno e faranno piazza pulita dei comportamenti da ultras dello sballo. Il Comune ha il dovere di proporre modelli positivi e alternativi allo sballo.
Ho trovato nella risposta del Sindaco, alla mia interpellanza di un mese fa, una positiva sensibilità con l’impegno di una costante e maggiore attenzione e considerazione sui problemi che avevo sollevato.
La notte bianca o notte della Rotonda, svoltasi pochi giorni fa, non è andata nella direzione del buon turismo auspicato. E’ stata una “festa” - festa tra virgolette - che si è connotata, per i contenuti espressi, come momento per uno sballo collettivo, per la felicità e le tasche di alcuni locali e il malumore della maggioranza dei cittadini e turisti che si aspettavano ben altro.
Non mi dilungo su quanto personalmente visto, ma certo una città in festa non vuol dire musica sparata a palla e alcool a gogò in ogni dove, ma deve andare nella direzione originaria della notte della Rotonda con un pullulare di iniziative di qualità, di buona musica e di cultura. Per la notte della Rotonda devono essere coinvolti e impegnati più assessorati, in modo che si elabori un progetto coordinato e che coinvolga tutta la città con eventi plurimi anche se non per forza costosi.
E’ necessario essere, ora, più solerti e attenti a trovare delle risposte per mantenere la nostra buona immagine e non degradarla. Mi permetto, anche questa volta, di proporre e chiedere che sul lungomare e in città avvengano solo un certo tipo di iniziative. Se non abbiamo risorse economiche per far pullulare la città di buone cose, meglio annullare la notte bianca tipo anno 2013, perché creiamo solo danno all’immagine della città.
Io credo , comunque, che anche con l’ausilio di associazioni e gruppi di cui la città è ricca, si possa fare molto nella direzione giusta per la prossima festa del 2014, mi riferisco all’organizzazione di spettacoli di teatro, di musei aperti, di musica d’autore, di dibattiti, di incontri culturali, di musica classica, di clawn, di artisti di strada, di mostre di pittura, di mostre fotografiche, insomma una città viva e vivace nelle sue piazze e vie che anche i giovani sapranno sicuramente apprezzare.
Dobbiamo cambiare completamente registro dalla notte della Rotonda del 2013, non possiamo mettere a rischio l’economia turistica per il beneficio di pochissimi, con azioni errate. Agiamo con iniziative di qualità, perché queste, meglio della repressione e delle sanzioni, fanno e faranno piazza pulita dei comportamenti da ultras dello sballo. Il Comune ha il dovere di proporre modelli positivi e alternativi allo sballo.
da Luigi Rebecchini capogruppo Gruppo Misto |
martedì 25 giugno 2013
Quasi scomparsa la storica spiaggia libera al molo di levante
Questo è il testo inviato alla stampa alcuni giorni fa. Dopo qualcosa si è mosso, rimane quindi alta la mia attenzione a difesa della spiaggia libera e pubblica, anche se i numeri sono a favore della maggioranza che governa la città, ma mai demordere.
Sabato pomeriggio (15 giugno 2013) un messaggio, giuntomi su un social network, mi informava che la spiaggia libera compresa tra il molo di levante e i bagni Bora Bora era stata di nuovo “ristretta” e, anzi, rispetto all’anno scorso lo spazio libero era ancora minore. La denuncia del cittadino risultava essere esatta e vera, avendo poi il sottoscritto verificato di persona .
Lo sgomento e l’indignazione di quel cittadino diventano miei sentimenti, perché, evidentemente, l’amministrazione comunale non tiene conto di elementari necessità e diritti della gran parte dei cittadini.
Già l’anno scorso avevo denunciato sia in Consiglio Comunale che sulla stampa la “rapina”, anche se parziale, di quel tratto di arenile.
Il Comune era poi intervenuto con un provvedimento per ristabilire in parte la situazione pregressa (riducendo l’area per le società sportive) e così poi scrivevano gli assessori Ceresoni e Memè in un comunicato del 29 giugno 2012: “Questo provvedimento conferma la volontà dell’amministrazione di garantire una differenziazione delle modalità di fruizione delle spiagge della città, preservando i tratti di litorale liberi da concessioni e dando la possibilità ai bagnanti di scegliere liberamente tra un’offerta pluralista e diversificata, obiettivo perseguito anche con gli strumenti urbanistici recentemente approvati, come il nuovo Piano degli Arenili…”
Oggi l’amministrazione comunale, contravvenendo a quello stesso provvedimento, non solo reitera la “rapina” della spiaggia libera, ma aggrava ancor di più la situazione denunciata l’anno scorso, lasciando meno spazio libero ! Qualcuno, o dal lato destro o dal lato sinistro, si è spinto verso l’area libera, sicuramente con una regolare concessione a questa invasione. La colpa è, naturalmente, di chi ha concesso.
I signori che governano la nostra città vogliono prima o poi privarci di quell’unico tratto libero in centro. Non possiamo permettere questa ennesima scempiaggine, l’azione politica del sottoscritto e dei consiglieri del gruppo Partecipazione sicuramente continuerà, chiedendo l’immediato ripristino della situazione e il rispetto degli impegni presi in Consiglio.
Ma lasciatemi la libertà anche di uno sfogo: è questo il centrosinistra ambientalista e virtuoso? “Ma fammi il piacere” diceva Totò. Ancora una volta, devo rilevare una grande ipocrisia politica da parte di questi amministratori!
Luigi Rebecchini (capugruppo Gruppo Misto)
lunedì 24 giugno 2013
Dove va il Turismo a Senigallia ?
Interpellanza del 12 giugno 2013.
Mi rivolgo
al Sindaco.
Sindaco,
più che un’interpellanza, il mio intervento vuole essere un appello, un
appello-interpellanza.
Sindaco noi non ci troviamo d’accordo su
tante scelte politiche e amministrative, il ruolo del sottoscritto è stato e
rimane di forte opposizione, direi a volte acerrima anche se sempre democratica e in
democrazia ci sta. Tuttavia, su quanto
vado a dire ora, credo di trovare, conoscendola, una positiva sensibilità e
sono quindi certo che presterà attenzione e considerazione.
In questi anni Senigallia si è connotata sempre più come
città dai turismi diversificati, città che ha saputo attrarre e sa attrarre un
turismo fatto per le famiglie, per i giovani, per gli anziani, un turismo per
lo sport, un turismo religioso, un turismo culturale - anche se sul versante del
turismo culturale si può fare molto di più e mi riferisco al grande patrimonio
artistico che abbiamo in città e nel territorio-, abbiamo un turismo che vuole
godere delle bellezze paesaggistiche dei nostri luoghi, insomma gli sforzi
fatti in questi anni e che si continuano a fare in questa direzione e con
questa strategia hanno avuto un buon
successo.
Ma come ho
avuto modo di dire in un precedente consiglio stiamo rischiando di avere un
turismo che può uccidere tutti gli altri tipi di turismi vanificando tutti gli
sforzi e il lavoro fatto.
Mi
riferisco al turismo , turismo fra virgolette, dello sballo, degli ultras dello
sballo, dei cretini che vengono a
inscenare e scatenare risse. Io sono di Ancona e tu sei Fabriano o viceversa e
ti meno, io sono di Pesaro tu sei di Jesi o viceversa e ti prendo a pugni,
insomma cose di questo genere.
Questo
turismo dello sballo da ultras sta purtroppo prendendo piede tanto da impedire in
alcune serate la fruizione di tratti del
lungomare a molte persone con danno anche a molte attività commerciali.
Sindaco
dobbiamo essere solerti a trovare delle risposte, quali? Mi permetto di
proporre e chiedere che nel lungomare
avvengano solo iniziative di qualità e soprattutto Sindaco, si faccia parte
attiva presso i gestori di alcuni locali e forse anche di qualche sparuto bagnino per far capire loro che la musica
sparata a palla e un certo tipo di feste, faccia capire a costoro che
momentaneamente possono farli ingrassare ma alla lunga anche loro patiranno di
un modo errato di gestire la propria attività. Sindaco non possiamo permettere
di annullare il buon lavoro fatto, e mettere a rischio l’economia
turistica per il beneficio di pochissimi.
mercoledì 27 febbraio 2013
NON OSCURATE LA SPIAGGIA DI VELLUTO
Non oscurate la spiaggia di velluto.
Video integrale dell' interpellanza all'assessore all'urbanistica, risposta dell'assessore, replica del sottoscritto e infine intervento dell'assessore per "fatto personale" .
Da “Spiaggia di Velluto” a “Spiaggia senza Sole”
Mangialardi, Ceresoni e… l'idea di "oscurare" l'arenile
Secondo la proposta di Giunta presentata dall’assessore Ceresoni in commissione urbanistica, qualora la variante in discussione venisse votata in Consiglio Comunale, la maggioranza degli alberghi di Senigallia potrà ergersi fino a 26 metri di altezza e, quindi, svilupparsi fino a otto piani (un metro e mezzo più alti del Senbhothel)!
Capite bene che il cono d’ombra degli Hotel a ridosso del mare, che si proietterà sulla spiaggia, sarà tale che in alcune ore del pomeriggio, in molte parti, l’arenile rimarrà senza Sole.
Abbiamo rilevato in commissione che la caratteristica del lungomare della nostra città è di avere tantissime strutture ricettive quasi a ridosso della spiaggia e che l’altezza degli stessi è mediamente contenuta. Questo favorisce una percezione gradevole del paesaggio e da alcuni punti del lungomare è oggi possibile anche godere delle colline attorno la città, gli stessi alberghi non diventano barriera verso la città. Un lungomare a misura d’uomo che si integra con la dolcezza dei nostri luoghi.
Noi pensiamo che se dovesse andare in porto la proposta della giunta, il danno alla “Spiaggia di Velluto” sarebbe gravissimo e irreparabile. Cambierebbe la vita e il godimento della spiaggia stessa, cambierebbe il microclima, con spiaggia all’ombra ben prima del tramonto e nel contempo devastazione del paesaggio.
Ci stiamo battendo in commissione a che questa assurda proposta non arrivi in consiglio per l’approvazione con la formulazione attuale. Crediamo che i cittadini, le imprese balneari e gli stessi operatori alberghieri avrebbero ripercussioni assai negative nel caso dovesse invece prevalere la proposta presentata. Capiamo bene che bisogna favorire opere di risanamento e ristrutturazione di molti alberghi cittadini (anche in alcuni casi con abbattimento e ricostruzione), capiamo bene che per molti alberghi è necessario aumentare lo standard di funzionalità e confort, ma altra cosa è stravolgere la vivibilità del lungomare e della spiaggia.
Adesso aspettiamo l’esito della VAS, la valutazione ambientale strategica, augurandoci di avere un serio e rigoroso esame della situazione, auspicando che quanto da noi richiesto in commissione venga realmente esaminato con scrupolo e venga recepito.
In ogni caso la proposta della giunta rimane assolutamente irricevibile per come è stata confezionata; un progetto che deve essere profondamente modificato anche perche è in contraddizione con altre recenti scelte. Per l’ Hotel Marche, di proprietà pubblica (è ancora in vendita), solo alcuni mesi fa è stata prevista un’ altezza massima di 18 metri.
Quello che noi proponiamo è la elaborazione di un progetto assai diverso, un progetto unitario per la ristrutturazione del lungomare che prenda in esame gli Hotel, il manto stradale, la pedonalizzazione, la pista ciclabile, i marciapiedi, il muretto parasabbia, l’illuminazione, gli alberi ecc., che veramente sia in grado di rivoluzionare, appena ce ne saranno le possibilità, in senso propositivo e costruttivo la zona forse più strategica della città dal punto di vista economico (insieme al centro storico). Un progetto che sappia guardare in maniera lungimirante e unitaria al lungomare e non una deleteria toppa (quella che propone l’amministrazione) senza costrutto e con quasi nulle possibilità di riuscita.
Sappiamo bene che tali progetti non sono attuabili in questo momento, ma compito di una amministrazione, anche in tempi di crisi, è quello di dare delle risposte a medio-lungo periodo. Non possiamo e non dobbiamo mettere a rischio, attraverso scelte disarticolate, la voce più attiva dell’economia cittadina, che è il turismo.
da Luigi Rebecchini, Paolo Battisti, Roberto Mancini
Capite bene che il cono d’ombra degli Hotel a ridosso del mare, che si proietterà sulla spiaggia, sarà tale che in alcune ore del pomeriggio, in molte parti, l’arenile rimarrà senza Sole.
Abbiamo rilevato in commissione che la caratteristica del lungomare della nostra città è di avere tantissime strutture ricettive quasi a ridosso della spiaggia e che l’altezza degli stessi è mediamente contenuta. Questo favorisce una percezione gradevole del paesaggio e da alcuni punti del lungomare è oggi possibile anche godere delle colline attorno la città, gli stessi alberghi non diventano barriera verso la città. Un lungomare a misura d’uomo che si integra con la dolcezza dei nostri luoghi.
Noi pensiamo che se dovesse andare in porto la proposta della giunta, il danno alla “Spiaggia di Velluto” sarebbe gravissimo e irreparabile. Cambierebbe la vita e il godimento della spiaggia stessa, cambierebbe il microclima, con spiaggia all’ombra ben prima del tramonto e nel contempo devastazione del paesaggio.
Ci stiamo battendo in commissione a che questa assurda proposta non arrivi in consiglio per l’approvazione con la formulazione attuale. Crediamo che i cittadini, le imprese balneari e gli stessi operatori alberghieri avrebbero ripercussioni assai negative nel caso dovesse invece prevalere la proposta presentata. Capiamo bene che bisogna favorire opere di risanamento e ristrutturazione di molti alberghi cittadini (anche in alcuni casi con abbattimento e ricostruzione), capiamo bene che per molti alberghi è necessario aumentare lo standard di funzionalità e confort, ma altra cosa è stravolgere la vivibilità del lungomare e della spiaggia.
Adesso aspettiamo l’esito della VAS, la valutazione ambientale strategica, augurandoci di avere un serio e rigoroso esame della situazione, auspicando che quanto da noi richiesto in commissione venga realmente esaminato con scrupolo e venga recepito.
In ogni caso la proposta della giunta rimane assolutamente irricevibile per come è stata confezionata; un progetto che deve essere profondamente modificato anche perche è in contraddizione con altre recenti scelte. Per l’ Hotel Marche, di proprietà pubblica (è ancora in vendita), solo alcuni mesi fa è stata prevista un’ altezza massima di 18 metri.
Quello che noi proponiamo è la elaborazione di un progetto assai diverso, un progetto unitario per la ristrutturazione del lungomare che prenda in esame gli Hotel, il manto stradale, la pedonalizzazione, la pista ciclabile, i marciapiedi, il muretto parasabbia, l’illuminazione, gli alberi ecc., che veramente sia in grado di rivoluzionare, appena ce ne saranno le possibilità, in senso propositivo e costruttivo la zona forse più strategica della città dal punto di vista economico (insieme al centro storico). Un progetto che sappia guardare in maniera lungimirante e unitaria al lungomare e non una deleteria toppa (quella che propone l’amministrazione) senza costrutto e con quasi nulle possibilità di riuscita.
Sappiamo bene che tali progetti non sono attuabili in questo momento, ma compito di una amministrazione, anche in tempi di crisi, è quello di dare delle risposte a medio-lungo periodo. Non possiamo e non dobbiamo mettere a rischio, attraverso scelte disarticolate, la voce più attiva dell’economia cittadina, che è il turismo.
da Luigi Rebecchini, Paolo Battisti, Roberto Mancini
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