giovedì 25 novembre 2010

Pd , Pdl e Sel abbracciano il decreto Brunetta

Il Consiglio Comunale di Senigallia in data 24 novembre 2010 ha approvato, con il voto contrario del gruppo Partecipazione, di cui fa parte Rifondazione Comunista, i nuovi criteri per la definizione del regolamento degli uffici alla luce del D.LGS 150/2009, meglio conosciuto come “decreto Brunetta”.
All'inizio della seduta il sindaco ha illustrato la delibera. Il contenuto è apparso subito sconcertante: elogio, esaltazione e condivisione del decreto in questione e dei suoi principi ispiratori.
La reazione del consigliere di Rifondazione Comunista Luigi Rebecchini e del consiglere Roberto Mancini, che hanno preso subito dopo la parola, è stata ferma e appassionata. Hanno articolato i loro interventi con una valutazione politica che in sintesi ha definito devastante per i lavoratori e per servizi pubblici tale decreto e con un approfondimento dei contenuti.

Questo decreto di fatto sancisce l'azzeramento della contrattazione collettiva e un aumento della gerarchizzazione del personale. Sarà istituito secondo il dl 150/2009 un organismo di valutazione che avrà il compito di distribuire il salario accessorio che non sarà più oggetto di contrattazione, ma sarà disciplinato per legge attraverso un meccanismo per cui solo il 25% del personale potrà ricevere il 50 % delle risorse destinate alla produttività, metà del personale avrà il restante 50% delle risorse, il 25% nulla. Di fatto questo fantomatico organismo darà gli indicatori ai dirigenti per effettuare poi le singole valutazioni. I dirigenti avranno, quindi, piena autonomia nella gestione delle risorse umane, nella gerarchizzazione del personale e nella distribuzione del salario accessorio.

Si può facilmente prevedere, con l'applicazione di tale decreto, una più difficle organizzazione dl lavoro che innescherà una sorta di guerra tra poveri, si inaspriranno i rapporti con la dirigenza, il clima diventerà più teso e ricattatorio nei confronti dei dipendenti.

Non è un caso che il decreto sia stato salutato, a suo tempo, in modo positivo dalla Confindustria. Il pericolo è che si vada verso il non funzionamento dei servizi, verso un loro impoverimento , verso le esternalizzazioni. Siamo di fronte ad un vera “controriforma” che va decisamente rispedita al mittente se vogliamo continuare a difendere i servizi pubblici, i diritti e la dignità dei lavoratori del settore pubblico.

Dopo l'accorato intervento del rappresentante di Rifondazione Comunista, alcuni consiglieri di maggioranza (come il consigliere del SEL), in prima battuta, dichiaravano il loro voto contrario alla delibera, chiedendo una sospensione della seduta.

La modifica da loro proposta, al rientro in aula, è stata quella di depennare alcune frasi di elogio al decreto, tutto il resto era immodificato: proposta del tutto ridicola.

E' stata ricordata , inoltre, dai consiglieri di Partecipazione la dubbia legittimità di una tale delibera alla luce di sentenze di alcuni tribunali che sanciscono senza equivoci che le norme del D.L. 150/2009 si applicano a partire dal nuovo contratto Nazionale. Citate, in particolare, una sentenza del 2/4/2010 del Tribunale di Torino e quella del 5/10/2010 del Tribunale di Trieste che rispondendo a un ricorso delle R.S.U. enti locali stabiliscono che “continuano a valere le norme dei vigenti contratti Nazionali e accordi quadro nonché contratti territoriali fino all'approvazione dei nuovi contratti nazionali”.

Tutti hanno votato la delibera con i tre voti contrari di Partecipazione di cui è parte integrante Rifondazione Comunista.

Rimane, per concludere, l’amarezza di una Amministrazione comunale che si reputa di centrosinistra che di fatto avvalla un simile progetto, ma a questo proposito valga come esempio la posizione del Sindaco di Pisa, nonché Presidente della Lega per le Autonomie, Marco Filippeschi,  che ha invitato senza mezzi termini, a rispedire al mittente l’applicazione del D.L. 150/2009.
Luigi Rebecchini
consigliere comunale di Rifondazione Comunista