mercoledì 28 ottobre 2015

LA CALABRIA HA PERSO UNA GRANDE OPPORTUNITA'

    Scelta del tutto sciagurata quella di aver impedito la presenza dei Bronzi di Riace all’ Expo di Milano.  Tale scelta non solo  è frutto di una visione poco lungimirante, ma anche di scarsa  conoscenza delle dinamiche che muovono il turismo.
     La presenza dei Bronzi di Riace all’Expo avrebbe rappresentato, a mio parere,  non solo  un evento nell’evento, ma l’ EVENTO.
     I bronzi di Riace, a parere di molti studiosi e critici d’arte, sono le due sculture che con la loro forza interiore ed esteriore superano i marmi  "viventi" di Michelangelo. 
   Immaginate per un attimo la loro presenza all’Expo, in un apposito  stand a loro solo dedicato, magari dal titolo “I Bronzi di Riace, Calabria-Italia” : i due bronzi avrebbero sicuramente catalizzato l’attenzione di tutta l’Expo, avremmo avuto un ritorno d’immagine straordinario e di fortissima promozione per la Calabria e l’ Italia, sarebbero stati per sempre il brand , il marchio della Calabria, portato con immediatezza  a conoscenza del mondo intero e non solo ai ventimilioni di visitatori. 
   Da persona che ama e vuole bene alla terra calabra, nato in Calabria, non posso che esprimere profonda amarezza e indignazione per questa voluta assenza ,  credo davvero si sia  persa un’occasione forse unica e proprio in un momento in cui il turismo mondiale è in grande ascesa. Il turismo al mondo è l’unico settore che non conosce crisi, l’Italia potrebbe farla da padrona, da molte inchieste l’Italia risulta essere  in cima ai desideri, purtroppo il nostro Paese si fa poi  superare da chi  sa vendere meglio di noi, il turismo in Italia cresce ma cresce di più negli altri Paesi.  Il Mezzogiorno è quasi al palo e la Calabria che potenzialmente potrebbe avere una forte presenza turistica resta quasi al palo, quasi con un  solo turismo di nicchia. La Calabria per le sue bellezze paesaggistiche, naturali, artistiche, culturali, gastronomiche ed enologiche avrebbe le carte in regola per assurgere a regione guida nel panorama del turismo italiano ed internazionale, ma questo non accade.
   Lo scrivevo nei miei lavori da studente universitario  quarant’anni fa: la Calabria deve puntare sul turismo anche in considerazione che il turismo è un driver di sviluppo, è un’attività che alimenta la crescita degli altri settori dell’economia.
   In questi decenni mi pare si sia lavorato in senso contrario e l’ultimo grave gravissimo errore è stato appunto quello di non portare i bronzi all’Expo.
   “La grande bellezza non si impone per grazia divina”,  scrive l’ economista Renzo Salvia nel suo ultimo libro “Resort Italia”, i turisti bisogna andarseli a cercare e saperli cercare. E’ necessario imporre dei brand (dei marchi),  rinfrescarli, ricordarli o crearne dei nuovi se opportuno, consapevoli in quest’ultimo caso che è necessario del tempo per la loro affermazione.  Non basta essere i migliori o avere monumenti e bellezze uniche, bisogna catturare l’attenzione. L’Expo, con la presenza dei Bronzi di Riace,  avrebbe dato sicuramente un brand forte, fortissimo alla Calabria con un effetto direi immediato e capillare.  L’occasione purtroppo  è ormai persa , dovremo cercare di recuperare con un lavoro di anni,  sapendo che non è facile.

Luigi Cosmo Damiano Rebecchini

domenica 18 ottobre 2015

Prima delle elezioni di Senigallia la furbata, ora la menzogna


Rebecchini (Unione Civica) attacca sindaco e giunta per la (poca) trasparenza sulla rendicontazione del bilancio 2014

Luigi Rebecchini
Uno dei momenti più importanti di un Consiglio Comunale è la discussione del bilancio, sia nella fase della previsione che in quella della rendicontazione. In queste occasioni la trasparenza dovrebbe essere naturalmente d’obbligo e massima. E invece, a Senigallia, la vecchia consiliatura ha chiuso il suo mandato con sindaco e giunta che sono riusciti a nascondere ai consiglieri comunali i conti del bilancio 2014. La nuova si è malamente aperta con la difesa menzognera di quel comportamento a dir poco “singolare”.
Vado per ordine e cerco di spiegare. Il 29 aprile scorso viene portata alla discussione del precedente consiglio comunale la rendicontazione del bilancio 2014. Con grande enfasi, da parte del sindaco, i consiglieri vengono informati che vi è un avanzo in bilancio di circa sei milioni e centomila di euro! Ma, incredibilmente, il sindaco tace di una nuova e diversa rendicontazione eseguita con il metodo cosiddetto “armonizzato”, metodo a cui tutti i comuni da quest’anno devono sottostare, e che ha portato ad un disavanzo di sei milioni e trecentomila euro(!).
Sindaco e giunta si sono ben guardati dall’informare, la sera di quel 29 aprile, che la rendicontazione di cui si discuteva era di fatto “superata” in quanto con il nuovo metodo di calcolo i conti sarebbero stati molto diversi e avremmo dovuto ripianare addirittura un debito.
Sindaco e giunta avevano sicuramente in cartella il nuovo conteggio, lo avevano già inviato ai revisori dei conti due giorni prima (Verbale del 28.04.2015, Ndr) e la stessa giunta lo avrebbe poi approvato la mattina seguente (dodici ore dopo) con Delibera n. 97Riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi ai sensi dell’art. 3, comme 7 del D.Lgs. 118/2001, corretto ed integrato dal D.Lgs. 126/2014, dal quale si evince un disavanzo di amministrazione di euro 6.315.604,25“.
Gravissimo sia il comportamento politico che quello tecnico nei confronti del precedente consiglio comunale. Un’amministrazione seria, corretta e veramente trasparente avrebbe dovuto far presente la situazione ai consiglieri comunali e non congedarli con la falsa consapevolezza di un avanzo di oltre sei milioni di euro. Ma, evidentemente, le incombenti elezioni hanno indotto sindaco e giunta di allora ad un colpevole silenzio!
Anche il dirigente, dottoressa Filonzi, avrebbe dovuto informare il consiglio, per il semplice fatto che non era un’opzione politica l’applicazione del nuovo sistema di contabilità, ma un atto dovuto per sopraggiunte norme e come tale andava riferito. Purtroppo anche la parte tecnica è stata colpevolmente in silenzio.
Lascio ai lettori di questo mio breve scritto giudicare questi incredibili comportamenti: certo è che non si può e non si deve amministrare la cosa pubblica con l’atteggiamento inammissibile di una cricca di amici buontemponi che pensano di far i furbi, tacendo per convenienza di immagine!
E oggi che succede? La nuova consiliatura, dopo la seduta del giuramento del sindaco e dell’investitura dei nuovi assessori, è stata chiamata a votare il ripiano del disavanzo, decidendo per un mutuo trentennale. Il sindaco, contestato fortemente dal sottoscritto, ha avuto l’ardire di affermare, alzando anche la voce, di non aver mai taciuto niente e non aver mai nascosto nulla. Lo ha ripetuto pure nel consiglio comunale successivo, pensando che ripetendo più volte e a voce alta una bugia, possa poi essa diventare la verità.
Bisognava avere il coraggio di ammettere il grave comportamento tenuto in precedenza e non perseverare in una biasimevole, improponibile e meschina menzogna e negazione dei fatti. Cari signori del Pd, di Città Futura e alleati vari, ci parlate di partecipazione e trasparenza, avete perfino creato e assegnato le deleghe alla partecipazione (assessore Monachesi) e alla trasparenza (assessore Bomprezzi), ma di quale partecipazione e trasparenza parlate, se poi i comportamenti sono quelli che ho sopra riferito?
Per voi la partecipazione e la trasparenza sono evidentemente solo quelle di facciata, ma non certo la partecipazione concreta e la trasparenza vera che i cittadini avrebbero il diritto di avere.

martedì 23 giugno 2015

L' OPPOSIZIONE NON PUO' ESSERE AMMUTOLITA


Lunedì sera il nuovo “presidente” del Consiglio Comunale Dario Romano, che si è già dimostrato del tutto inadeguato al ruolo che ora ricopre, prima concede la parola al Sindaco per i saluti di rito e per il discorso politico poi non concede al sottoscritto di poter esprimere la linea di condotta politica per la nuova consigliatura. Ci è stato impedito nel momento giusto, in risposta al Sindaco, di prendere la parola e abbiamo dovuto ricorrere ad una forzatura sia io che il consigliere Paradisi ed effettuare i nostri interventi durante la trattazione del punto all’odg che riguardava l’elezione dei componenti la commissione elettorale. Porto a conoscenza dell’opinione pubblica il testo integrale del mio intervento che si è tenuto in un clima non certo sereno e tranquillo, tra i disturbatori “supporters” del Pd presenti in sala, disturbatori che non sono stati richiamati dal presidente come avrebbe dovuto.

“Oggi si insedia il Consiglio Comunale votato dai cittadini di Senigallia, in verità con una partecipazione al voto assai ridotta rispetto alle precedenti tornate elettorali comunali. Comunque chi vota decide: voi avete avuto il 51, 62 % e l’opposizione tutta il 48,38 %. L’opposizione anche se in numero di nove consiglieri rappresenta quindi la quasi metà dei cittadini che non si riconosce in voi. Come si pone e come si dovrà porre, a mio parere, l’opposizione nei confronti di chi governa? In democrazia, per l’essenza stessa del sistema democratico e per la sua natura, di fronte al gruppo o ai gruppi che governano deve esistere una forte, tenace e combattiva opposizione, che se viene affievolita o addirittura appoggia la maggioranza, la democrazia cessa di esistere e si precipita in una pseudo-democrazia, una democrazia malata che è anticamera di governi autoritari anche nelle comunità locali. Perché dico questo, lo dico perché negli anni del recentissimo passato, mi è parso di assistere ad una sorta di insofferenza e fastidio da parte della maggioranza che ha governato la città e che oggi con il cambio di alcuni consiglieri e assessori si appresta a governare di nuovo la città, nei confronti dell’opposizione.

Lo dico perché non si abbiano a ripetere quegli atti di insofferenza e fastidio che vorrebbero una muta opposizione. Secondo una certa visione di falsa democrazia l’opposizione dovrebbe solo in alcuni casi denunciare, o forse mai, e secondo la visione della falsa democrazia, dovremmo confrontarci ed interagire con la maggioranza in modo collaborativo per cercare di non disturbare perché altrimenti verremo additati come facinorosi e addirittura nemici della città. La vera opposizione costruttiva, cari signori consiglieri e caro Sindaco, è quando l’opposizione fa il suo dovere fino in fondo, quando non fa sconti, quando denuncia politicamente, quando è tenace, quando sa dire i suoi no in modo serio e motivato, quando non cerca inciuci con la maggioranza. Certo che di fronte ad alcune e poche pratiche di natura non politica e che andranno verso il soddisfacimento di bisogni dei cittadini sapremo dire di si, ma questo nulla toglie e toglierà alla nostra linea ferma di dura opposizione. Come anche la maggioranza dovrebbe a volte ascoltare quanto proviene dai banchi dell’opposizione, cosa che nel recente passato non è mai, mai, avvenuto.

Mi auguro che i consiglieri di maggioranza di fronte ad alcune questioni sensate proveniente da questi banchi sappiano ascoltare e non siano sempre degli yes man delle proposte della giunta. Vi ricordate quando , ad esempio, il 30 luglio dell’anno passato, meno di un anno fa quindi, avevamo proposto al consiglio di soprassedere all’approvazione del project financing della Cpl Concordia, di “congelare” quel progetto della Cpl Concordia, e avevamo proposto la sospensione di quell’approvazione leggendo in consiglio articoli di alcuni giornali che riportavano l’indagine aperta dalla magistratura su una presunta collusione tra Cpl Concordia e la Camorra, anzi con quella parte più pericolosa della camorra, quella della terra dei Fuochi. I consiglieri di maggioranza non vollero sentir ragione e all’infuori del consigliere Sardella, si comportarono, mi dispiace dirlo, come degli yes man, votando ciecamente la proposta della giunta e quindi il progetto della Cpl Concordia.

Oggi, a quasi un anno di distanza e precisamente in data 8 giugno, il dirigente ing. Roccato è costretto con una determina a revocare tutto. Ecco perché chiedo alla maggioranza di saper ascoltare e saper considerare i gruppi di opposizione come il sale della democrazia. Credo di essere stato chiaro in questo mio intervento, era nostro obbligo, da subito, chiarire qual è e sarà il nostro atteggiamento di opposizione, quello almeno di Unione Civica, ruolo che riteniamo importante e fondamentale e che ci sforzeremo di assolvere fino in fondo.
da Luigi Rebecchini
Consigliere Comunale Unione Civica

venerdì 20 marzo 2015


INTERROGAZIONE SULLO STOCCAGGIO GEOLOGICO DI CO2

 – PROGETTO SIBILLA -

 
Su sollecitazione di  Leo Badioli, che ringrazio e che sta adoperandosi sul tema dello stoccaggio di CO2 anche con una raccolta firme, ho rivolto questa interpellanza in Consiglio Comunale. In assenza del sindaco per malattia, mi ha risposto l’assessore Ceresoni che non ha prodotto elementi di novità, ma solo un vago impegno ad ulteriore interessamento, forse perché ormai il decreto renziano “Sblocca Italia”, accettato quasi in silenzio da tutti i sindaci, fa piazza pulita della volontà politica dei cittadini e degli enti locali sulle grandi opere.

 
Ecco il testo della mia interpellanza :

“Premetto che questa amministrazione si è già tempestivamente occupata del problema dello stoccaggio geologico di CO2 davanti alla costa senigalliese con interrogazioni e interessamento del consigliere Dario Romano, con la conseguente interrogazione al Consiglio d'Europa di Debora Serracchiani e con la “netta e ufficiale posizione in merito al proposito della Independent Gas Management s.r.l.” assunta dal Sindaco in quella occasione ( correva l’anno 2012, al governo non c’era Renzi…).

 
    La IGM aveva infatti presentato istanza di licenza di esplorazione per lo stoccaggio di biossido di carbonio per un'area marina di duecento chilometri quadrati tra Fano e Ancona (progetto Sibilla), molto vasta, dunque.

Si tratta di una s.r.l. di una sola persona  che muore e rinasce in sedi differenti, a Livorno, a Milano ed ora a Roma. Ora, dalla visura camerale emerge che la IGM risulta inattiva da novembre scorso.

    Considerato che l'implementazione del progetto era prevista per il 2015, possiamo ritenere che la IGM abbia concluso il suo lavoro preparatorio e che il progetto sia approdato sul tavolo del Ministero per lo Sviluppo Economico che deve produrre la VIA e dare l'attesa approvazione.

 
Le domanda sono:  a che punto del suo iter è arrivato il procedimento relativo al Progetto Sibilla? Il Ministero ha emesso la sua VIA? Ha  approvato il progetto? Ha avviato le procedure di affidamento della concessione alla società interessata alla fase operativa? O forse sono già cominciati i lavori a nostra totale insaputa?

Sono cose che la città chiede abbastanza ansiosamente, e questo silenzio non ci rassicura per niente.
I motivi per temere una simile attività, sono già noti da molta letteratura, e, per quanto riguarda Senigallia, aggravati dal fatto che il progetto classifica l'area di Senigallia come caratterizzata da “minima o nulla sismicità”, affermazione che contraddice in pieno la realtà e la storia di questa città. La stessa area prevista per lo stoccaggio è, secondo le carte geologiche, attraversata da una faglia.

 
Non può rassicurarci in nessun modo il ricorso promosso dalla Regione Marche alla Corte Costituzionale per violazione degli articoli 117 e 118 Cost. relativi alle competenze decentrate, perché il progetto potrebbe andare avanti a prescindere nell'attesa che la Corte emetta una sentenza. E del resto non è del tutto rassicurante che la Regione torni titolare di un progetto che questa città di mare rifiuta per più di una ragione di vita e di lavoro.

 
In questo tempo che intercorre tra il 2012 e oggi, quello che è mancato da parte dell'Amministrazione Comunale è il coinvolgimento di una città che ha diritto di sapere quello che le succede. Per esempio che il deposito di CO2 sotto il fondale marino della nostra costa è “per sempre”.

Ora quarantacinquemila persone conteranno pure qualcosa; ma debbono essere informati.

Chiedo al  sindaco Mangialardi che diffonda se le ha, o che acquisisca se non le ha, e in brevissimo tempo data l'incombenza del problema, ogni informazione attuale e prossima riguardante lo stoccaggio geologico di CO2 sotto il nostro mare.

Perché il nostro mare sia ancora nostro, sia ancora mare.

 

Luigi Rebecchini

(capogruppo Gruppo Misto)

mercoledì 1 ottobre 2014

Ex Arena Italia: un piano in più e maggiore altezza rispetto al Piano Cevellati!


    L’assessore Ceresoni, in un recente articolo apparso sulla stampa,  presenta l’esito  finale della vicenda dell’ex Arena Italia come risultato esaltante.  E per rendere ancor più trionfalistica la variante puntuale, votata ormai mesi fa dalla giunta ,  chiama in causa maggioranza, minoranza, comitati cittadini e proprietà. Da quanto scrive Ceresoni, che usa argomentazioni di pura propaganda, emerge grande soddisfazione  per il risultato raggiunto, a cui tutti hanno dato un proprio contributo.

    Poiché sulla vicenda non c’è mai stata accondiscendenza né da parte del sottoscritto, né da parte del gruppo Partecipazione, credo mi corra l’obbligo chiarire.

   Già  durante le discussioni nella  commissione competente,  ho espresso  disappunto e  indignazione, sia sulla prima ipotesi di giunta che sulla  seconda poi approvata dalla stessa giunta.

Ho chiesto e ripetuto più volte, assieme ai colleghi del gruppo Partecipazione,  presentando  anche un’osservazione alla variante (osservazione respinta),  che si rispettasse quanto previsto dal Piano Cervellati.  

Ma da parte dell’assessore Ceresoni e dei suoi colleghi di giunta è stato adottato un metodo furbesco, per raggiungere l’obbiettivo di un cospicuo aumento di altezza e cubatura.  Il Piano Cervellati prevedeva per quell’edificio un’altezza massima di m. 7,80 ,  ma nella prima ipotesi di variante, Ceresoni e giunta  portano l’altezza a m. 13,22 ,  nella successiva deliberazione di variante  a m. 10,50.

Credo  che la giunta fosse  ben consapevole  nella prima proposta di “sparare alto”, per poter poi arrivare   comunque ad un aumento cospicuo di altezza, secondo i propri obiettivi, facendo la “bella figura”  di essere stati democratici, aperti al confronto e bravi, portando l’altezza a m. 10,50 dai 13 e rotti  da loro stessi prima preventivati…

   La verità finale è che hanno regalato  un aumento di cubatura,  permettendo ad un privato di poter costruire un piano in più, ripeto un piano in più,  rispetto al Piano Cervellati  e permettendo con la nuova variante di portare l’altezza dai metri 7,80 previsti sempre dal Piano Cervellati,  a metri 10,50 e di portarsi con l’edificio a m. 8 di distanza dalle mura urbiche anziché m. 12 ! Questa è la realtà.

      Quanto ho detto sopra è stato oggetto di un ulteriore mio  intervento nel consiglio comunale di lunedì 29 settembre, a chiarimento del recente articolo di Ceresoni.  La risposta dell’assessore Ceresoni in pratica non c’è stata, perché l’assessore ha spostato il discorso su via Carducci e sulla Sacelit . Nello specifico dell’edificio ex Arena Italia, ha riferito di aver come governo cittadino preso una decisione soddisfacente che “intanto ha contribuito a risanare l’area dal degrado, dall’amianto e  dall’invasione  dei ratti”, in attesa della futura nuova costruzione, che avverrà secondo la variante puntuale da loro approvata, da me e altri contestata. 
 
 Effettivamente l’ area era in degrado, ma l’assessore non  può introdurre un nuovo criterio in urbanistica. Il degrado e la presenza dei ratti non possono giustificare  il “regalo”  di un piano in più!

Mentre Lei assessore si esalta, io esprimo la  triste considerazione che  il Piano Cervellati  per tutti gli altri cittadini  viene applicato in modo rigoroso e per l’ex Arena Italia ciò non è avvenuto.

 

 

sabato 9 agosto 2014

Gestione e manutenzione illuminazione pubblica e semafori

  Il consiglio comunale di Senigallia, in data 31 luglio 2014, oltre ad approvare il nefasto bilancio 2014, ha dato via libera ad un Project Financing, proposto dalla cooperativa modenese Cpl Concordia,  per “ la gestione, conduzione, manutenzione ordinaria e straordinaria, fornitura di energia elettrica, realizzazione di interventi di  miglioramento dell’efficienza energetica  e adeguamento alle normative sugli impianti di pubblica illuminazione e impianti semaforici ”.

  La Cpl Concordia è un colosso cooperativo nel campo dell’energia, lavora in tutta Italia da nord a sud e già nella nostra città gestisce gli impianti di riscaldamento degli edifici comunali.  Dopo il via libera di giunta e consiglio, partirà una gara ad evidenza pubblica con la precisazione che la ditta proponente, la Cpl in questo caso,  avrà il diritto di prelazione di cui all’art. 278 del DPR 207/2010.

   Il sottoscritto ha espresso in consiglio comunale forte avversione alla delibera, motivando il voto contrario e proponendo un’alternativa che la maggioranza non ha preso per nulla in considerazione.

Chi ha “sollecitato” la Cpl Concordia ad elaborare e presentare  un progetto per la gestione dell’illuminazione pubblica di Senigallia?  Non sarebbe stato più giusto ed opportuno “sollecitare” allora ditte della nostra provincia? La ditta riconosciuta come proponente ha l’indubbio vantaggio della prelazione e quindi parte favorita.

Oltre al dissenso sopra citato  e che conteneva la proposta a favore di ditte locali,   ho fatto notare ai consiglieri la non opportunità, secondo il mio parere, di avallare il progetto-proposta della Cpl Concordia.

 Da una semplice ricerca su google si evince che la cooperativa in questione ha finanziato il Pd. Un articolo del Resto del Carlino, del 6 maggio 2013,
evidenzia un finanziamento al Pd di Ferrara di 15.000 euro. Il finanziamento è avvenuto nella legalità e trasparenza perché dichiarato secondo la legge attuale sul finanziamento ai partiti.  Ma come dice Don Ciotti “non tutto quello che è permesso ed è legale è sempre opportuno”. 

    Tutte le imprese che “aiutano” le macchine dei partiti non dovrebbero, secondo me,  essere prese in considerazione da nessuna amministrazione pubblica, al fine di  interrompere la catena di finanziamenti  dalla dubbia motivazione.  Ma è un mio convincimento,  spero condiviso da tanti.

Luigi Rebecchini

giovedì 26 giugno 2014


Che fine ha fatto la giusta esigenza di un nuovo Regolamento Edilizio?

 

“Senigallia ha una strumentazione urbanistica vecchia di 20 anni e non più adeguata per governare la città e il paesaggio”. La frase virgolettata è scritta nella relazione che accompagna la delibera della giunta n.60 del 16/04/2013.

Nel testo della stessa delibera di giunta troviamo ancora:

“ A seguito dell’emanazione di nuove disposizioni legislative sovraordinate, in particolare in tema di ambiente, risparmio energetico, sviluppo sostenibile, tutela e valo-rizzazione del “paesaggio” nonché delle innumerevoli criticità che si riscontrano nella gestione degli interventi edilizi, in particolare per quelli che concernono il recupero di fabbricati, si rende indispensabile procedere ad una revisione generale e organica della strumentazione regolamentare in materia di trasformazioni edilizie ed urbanistiche del territorio comunale”.

 

In pratica sindaco, assessore all’urbanistica e gli altri membri della giunta comunale, questa volta in maniera condivisibile, affermano che nel Comune di  Senigallia vige  un  Regolamento Edilizio ormai vecchio, superato e  che serve a poco e addirittura è di ostacolo ad una normale e corretta attività edilizia.

 

Alla delibera citata si allega una articolata proposta di revisione generale del Regolamento Edilizio Comunale  da portare alla discussione delle categorie interessate, della commissione consiliare competente, del Consiglio Comunale. Viene anche stabilito un cronoprogramma che porta come data conclusiva dell’intero iter di approvazione  da parte del Consiglio Comunale il 6 dicembre 2013.

 

Ma come sono andate e come stanno ora effettivamente le cose?  Dopo la delibera  del 16 aprile 2013, la commissione competente aveva iniziato subito l’esame della prima parte della proposta del nuovo Regolamento Edilizio,  tutti consapevoli dell’importanza di un nuovo e aggiornato strumento. Avevamo iniziato lo studio della parte che riguardava l’edilizia rurale , sicuri che avremmo continuato i lavori e finito quella  parte in esame e poi proseguito sul resto dell’articolata proposta che ci era stata presentata.

 

Invece, dopo poche riunioni, l’iter  sul regolamento edilizio si è bloccato (sono passati molti mesi ormai) per volere della stessa maggioranza, non certo della commissione, di regolamento edilizio non si parla più! Ad una mia interpellanza effettuata nell’aprile scorso in Consiglio Comunale su questa questione, l’assessore Ceresoni in pratica non mi ha dato risposta.

 

Ritengo urgente la ripresa dei lavori di commissione sul regolamento edilizio, per poter giungere all’approvazione di un nuovo regolamento ormai veramente necessario.  

 

Le regole in edilizia devono essere chiare e codificate il più possibile, non si possono  lasciare le pratiche edilizie ad un regolamento “non più adeguato e dove si riscontrano innumerevoli criticità nella gestione degli interventi edilizi…”, non si possono lasciare alla completa libera interpretazione  e discrezione, non è possibile mandare in confusione cittadini, progettisti, imprese e gli stessi uffici comunali. 

La discrezionalità amministrativa, quando è eccessiva, come nel nostro caso, compromette seriamente la imparzialità che dovrebbe avere un servizio pubblico. Ma in vista  delle elezioni del prossimo anno, evidentemente,  qualcuno ci ha ripensato ed ha considerato più utile, a fini elettorali, mantenere  regole inadeguate e confuse per sviluppare meglio forme di clientela.

 

Luigi Rebecchini    (capogruppo gruppo misto)

venerdì 30 maggio 2014


Elezioni Comunali 2015: la “lastra ai raggi X” è per il consigliere Rebecchini


... ed a fungere da "radiologo-fotografo-regista-giornalaro", anche questa volta, è: Franco Giannini il brontolone! -

VIDEO   https://www.youtube.com/watch?v=XwxLQxnwspM


Paziente lettore che ti appresti a scorrere queste righe, vorrei suggerirti, prima di iniziare la lettura della cronaca di questo incontro, di andare in fondo alla pagina e visionare prima il video. Questo perché è da lì che comincia questo colloquio con il consigliere comunale Luigi Rebecchini e che poi prosegue qui sotto, con il solo scritto.

Un colloquio dal tono del tutto amichevole, come piace a me e come ho raccomandato al consigliere Rebecchini, affinché tutto fosse comprensibile a tutti, proprio perché lontano dal quel linguaggio istituzionale e tecnico, che invece solitamente e spesso si usa in politica.



Giannini – Lei non sa Rebecchini, quanto mi sia difficile abbinare il suo nome a quello di “Gruppo Misto“. Lei, mi disse una volta, che col non avere più un partito a cui rispondere si è più liberi. Immagino che ciò sia vero. Ma che farà, ora, durante questo periodo elettorale, senza un partito dietro le spalle? Farà come il sottoscritto? Si divertirà solo a vedere le notti dei “lunghi coltelli”, che se ne diranno di tutti i colori? Non è che alla fine farà come quegli allenatori di calcio esonerati, che alla domenica si mangiano le dita vedendo le partite alla TV, senza poter gridare dalla panchina ordini e schemi? Penso infatti che continuerà ad avere le sue idee, i suoi ideali da portare avanti, ma, nel bene o nel male che sia, lei resta sempre senza un partito ufficiale!
Rebecchini – Bella domanda. Si, devo dire la verità, io mi sento in questo momento orfano di Partito. Allora racconto anche brevemente il perché ho lasciato Rifondazione. Io penso che il Partito a cui ho appartenuto, anche esso diceva nei congressi di voler costruire  una nuova sinistra di alternativa. Invece dopo, e questo spesso e volentieri, si è dimostrato ruota di scorta per il PD. Beh, allora quando non c’è chiarezza di linea, c’è disorientamento negli elettori, i risultati alla fine non premiano e non hanno premiato questo Partito che per me è ormai un Partito finito. Ma quello che mi dispiace è che io non vedo al momento in Italia un Partito della Sinistra. Non che gli ideali del socialismo non siano più validi, anzi, io, non so quando, non so se tra un secolo o tra poco, tra qualche anno, oggi nella politica le cose cambiano anche velocemente, penso e prevedo che ci sarà un cambiamento. Io ritengo che certi valori come l’Uguaglianza, per esempio, siano valori sicuramente per il bene del mondo e mio auspicio, che essi tornino in auge. Altrimenti questa guerra fra gli uomini, per il predominio di uno sull’altro, continuerà ad abbruttirci. Lei mi dice praticamente – e me lo fa notare sorridendo – che farà da grande? Sicuramente continuerò a fare politica. Però non è detto che la politica bisogna farla sempre e solo nelle Istituzioni. No, infatti anche lei, scrivendo, fa politica, perché leggo i suoi interventi. Io quindi non lo so in che modo lo farò, se dentro o fuori le Istituzioni. Al momento, mi sento orfano di Partito, ma certamente andrò a votare, e tra tutti i “partiti” sceglierò quello che ritengo a me più vicino, che opera in maniera corretta. E quindi mi esprimerò comunque. Un voto ed una vicinanza, se vuole.


G - Già mi ha fornito in un certo qual modo la risposta alla mia seconda domanda che avevo preparata, ovvero mi dica, che tanto non ci ascolta nessuno, si presenterà a candidato a Sindaco?
R - Noooo – e si lascia andare ad una risata – guardi, proprio non credo…


G - Allora è ufficiale il No. Lei non si presenterà. Ma allora a quale componente della minoranza, dell’opposizione, o per quale candidato o per quale lista o partito, inviterà a votare i suoi elettori, o meglio a quale lista offrirà il suo nominativo per una sua eventuale riconferma a quel minimo sindacale che è un posto in Consiglio Comunale?
R - Dicevo che penso di no, ma sa in politica mai dire mai. Io mi auguro che il Gruppo “Partecipazione” continui la sua esperienza, perché ci vedo delle persone valide all’interno sia del Consiglio Comunale e che sono Roberto Mancini e Paolo Battisti, ma anche fuori. Un gruppo abbastanza attivo. Quindi io credo, mi auguro che loro possano continuare. Vedo questo gruppo, che merita già attenzione e, si, può far paura. Un gruppo che non dimentichiamo nella volta elettorale precedente ha toccato un discreto 13% di consensi. Io voglio sperare che questo gruppo riesca a coalizzare forze anche più ampie. Ritengo comunque a questo punto si renda necessaria una discontinuità dal punto di vista politico, perché sempre un partito solo che governa una città, un paese, io penso che dal punto di vista democratico, sia un fatto non buono. E’necessaria una alternanza. E credo che ormai i tempi siano maturi per questo tipo di alternanza. Se il Gruppo Partecipazione dovesse fare qualche cosa, mi dichiaro quindi disponibile a dare una mano, anche perché politica l’ho fatta da sempre, da bambino quasi. Non che io comunque campi o abbia mai campato di politica. Lei lo sa, ma sarà bene che anche i cittadini che leggono lo sappiano. Ho infatti lavorato a Pesaro  prima e per trent’anni poi nella Scuola.


G - Ho parlato di “Opposizione“, ma a parte quella che ha fatto lei, ma che cosa mi può dire di quella degli altri componenti . Mi dica sinceramente, come è suo solito, ma l’Opposizione a Senigallia in questo quinquennio che va concludendosi, c’è mai stata veramente? O se c’è stata, è stata all’acqua di rose, oppure trattasi solo di una mia sensazione? Questo mia perplessità credo che risponda al vero, almeno dalle voci di popolo che sembrano confermare il mio interrogativo?
R - Io penso che la mia opposizione e quella degli amici di “Partecipazione” sia stata in questi anni un’ “Opposizione” molto ferma, molto precisa, molto puntuale. Posso fare anche un esempio: La variante urbanistica approvata dal Consiglio Comunale un mese fa che ha visto il mio voto contrario, unico voto contrario. Contrari anche Mancini e Battisti, ma erano assenti uno per motivi di salute e l’altro per un impegno con il giornale che dirige. Voto contrario, unico voto contrario, mentre le altre “Opposizioni” o si sono astenute o mi pare uno sia stato anche a favore. Faccio questo esempio, ma ce ne sarebbero tanti altri. Non è una Opposizione preconcetta. Ci sono state decine e decine di Commissioni. Era una variante che innalzava nella prima proposta l’altezza degli alberghi tutti a 26 metri. E lì noi ci siamo ribellati, con articoli con interventi in Consiglio Comunale. E devo dire che ci ha seguito anche qualche Commissario di Maggioranza e ci è stata una correzione che però non è stata sufficiente a mio parere, perché per gli alberghi della parte centrale, per alcuni alberghi può anche essere possibile, secondo me, alzare le altezze è deleterio. Infatti Senigallia ha questa caratteristica di avere un Lungomare gradevole e quindi variare le altezze vuol dire renderlo meno vivibile, meno piacevole. Dal mare non si vedranno più le colline. Comunque si è moderata, si è mitigata la prima proposta. E questo io penso anche al contributo forte dell’Opposizione. Non abbiamo votato poi quella variante perché si prevedono parcheggi, cosa positiva, sei parcheggi sulla statale sud, ma fatto assai negativo, che questi devono essere legati a dei Centri Commerciali. Capannoni che rovinano l’ambiente! Invece fatto positivo che abbiamo giudicato, che abbiamo cercato è che sono state accolte le richieste dei cittadini, di trasformare i terreni che avevano, o delle porzioni di terreno che avevano magari vicino alla casa, da edificabili a verde privato o agricolo. Anche qui però una critica ci sta. Questa opportunità doveva essere data a tutti i cittadini di Senigallia. Non tutti i cittadini di Senigallia seguono, ed aggiungo purtroppo, e leggono i giornali, seguono le vicende del Comune, quindi molti non hanno saputo di questa opportunità. perché i cittadini hanno chiesto questo, perché oggi l’IMU grava molto sui terreni edificabili, quindi questa opportunità di trasformare i terreni non edificabili doveva essere data a tutti e per essere data a tutti, bisognava che come arrivano i bollettini per i pagamenti vari doveva ugualmente arrivare ai cittadini tutti una lettera nella quale ci doveva essere scritto che coloro che si trovavano in queste situazioni su descritte, aveva questa opportunità. Però questo non c’è stato. Non mi piace di quella variante neppure che il Comparto di via Cellini, anche se si riduce la superficie degli edifici che andranno ad insistere, avremo però edifici di cinque piani. E già sulla collina avere edifici di cinque piani in via Cellini è una cosa non buona. Come può vedere, opposizioni dure si, ma anche propositive!


G - Comunque questo mio “J’Accuse” era indirizzato più che a lei, agli altri componenti dell’Opposizione…
R - Riconosco anche il ruolo impegnativo svolto da Paradisi nell’Opposizione. Paradisi, lo riconosco, è una persona preparata, molto corretta che spesso conduce, ha condotto delle battaglie in maniera esemplare. Ruolo di Opposizione che riconosco meno, invece, lo devo dire con tutta sincerità, al centro destra, a codesto Nuovo Centro Destra. E’ un’ Opposizione spesso di facciata, fatta sui giornali, ma quando si va sul pratico, il voto è spesso di astensione o di favore verso la Giunta. Ed anche le ultime vicende che stanno accadendo, sembra lo stiano confermando, dove parte di quell’Opposizione si riconosce nel Nuovo Centro Destra ed un’altra è confluita nel Gruppo Misto. Non so se ora il Consigliere Rimini si metterà in Opposizione con la Giunta, ed allora potremmo lavorare assieme, se invece si prepara per fare il salto in braccio alla Maggioranza, beh!! lui allora starebbe per conto suo. Diciamo che nel secondo caso, conviveremo nel Gruppo Misto, ma in maniera, molto separata.


G - Da quello che mi consta, se l’Opposizione “piange”, si può affermare che la Maggioranza ha poco da ridere. Dico questo, perché, a quel che mi risulta, nella pancia della maggioranza, si dice ci siano “fermenti”, “brombolii”… e qualche nome – Pulcinella tiene, in un segreto caveau di cui però tutti posseggono la chiave, il nome o i nomi – che prima o poi dovrebbe o dovrebbero, venire allo scoperto. Quindi, come le chiamano, ci saranno, s’immagina, di nuovo le “Primarie”. Sa quelle cose che si fanno “democristianamente”, con il sorriso sul viso ed il “coltello” nella tasca? Ci sarà, magari, anche un terzo nome che fungerà però solo da “agnello sacrificale”. Chiedo allora a Lei, gli risulta tutto ciò? Ma non mi dica però, anche lei, che non sa nulla ? Non sarebbe da lei!
R - Sorride e quindi già di per sé è una conferma ! – Sinceramente, devo dire la verità, non m’importa. Non vado dietro a questi fermenti, a questi giochi.
G - Ma qui il mio gioco, il mio compito, è quello di conoscere dei nomi… su non faccia ora anche lei il “politico”!!
R - Si, so anche io di proposte nel PD di candidati che si vorrebbero proporre a sindaco… – e continua a sorridere-
G - Allora questo che mi dice mi conferma che le voci di popolo, stanno diventando voci di Dio!!
R - Si ci sono malumori … ma sono fatti di casa loro! Non mi perderei insomma su queste vicende.


G - E se quello che gli ho rivelato fosse vero, i voti dell’Opposizione come pensa verrebbero distribuiti, Pro o Contro questa stessa Amministrazione. Ha detto che i suoi sarebbero “no pro”, ma certo è che anche contro, sarebbe dura da scegliere chi, perché se guarda l’ideologia è all’opposto della sua. Salvo allora si guardi i nomi dei singoli. Ed allora quale sarebbe la sua scelta?
R - Francamente io mi auguro che ci sia, come dicevo prima, una coalizione di alternativa a questa Giunta. Praticamente al PD che governa oramai da un decennio in questa città. Quindi una coalizione chiaramente orientata a certi valori. Io mi auguro che questa proposta possa avere un successo. Che abbia un programma molto semplice, molto chiaro, la vicinanza con i cittadini, con dei punti fondamentali e chiari. Programma che sintetizzerei in tre punti principali, che poi chiaramente possono avere una sottoelencazione di altri punti. Ma i tre punti principali su cui orienterei il programma di questa alternativa al PD, quindi questa coalizione, sono : Turismo,…


G - Mi scusi, ma lo fermo subito qui, perché sembra che mi abbia letto le domande successive che mi ero preparato e che quindi passo subito a rivolgerle.
Anche se non aspira alla carica di primo cittadino, però può provare a divertirsi nel fare una lista delle priorità che ha Senigallia tra quelle che le elencherò, facendoci su un’analisi telegrafica del perché e di come le si potrebbero migliorare: Commercio, Sanità, Economia, Rifiuti, Ecologia, Sicurezza ?
Nell’elenco, come avrà potuto vedere non ho inserito Urbanistica&Viabilità, Edilizia, Cultura, Turismo, perché ho imparato a conoscere, da quando lo seguo in Consiglio, quanto questi argomenti le stiano a cuore, quanta sia la sua preparazione e quanto le piaccia di conseguenza parlarne più ampiamente.
R - Ecco un’altra bella ed interessante domanda. Io direi quindi tre temi grandi che poi racchiudono in essi altri sottotitoli che sono l’Economia, che poi racchiude anche il Turismo, il Sociale e poi l’Urbanistica ed Edilizia. Turismo. Comprende molte di queste voci: Cultura, Commercio, Agricoltura. Quindi questo è fondamentale per la città di Senigallia. A me il settore del turismo è sempre piaciuto. Fin da quando ero già studente all’Università di Firenze, sia nella tesi di laurea che in altri esami, ho sviluppato dei piani per il turismo. Sul turismo, la sinistra ha molte colpe, per non averlo sviluppato in Italia in maniera adeguata. A parole la sinistra, nei programmi, nei dibattiti, nei convegni, anche nei congressi, metteva sempre la parola “Turismo”. Si diceva che esso era lo sviluppo economico, era l’industria pulita. Nei fatti, invece, ho visto, ed ho toccato con mano, l’esatto contrario.
Quando poi si andava a livello locale a parlare di turismo, venivano fuori dei luoghi comuni non accettabili. Si, non accettabili. Io penso che solo una regione in Italia abbia lavorato per il bene del turismo e sia la regione Toscana. E posso affermarlo, perché sul turismo in Toscana, c’ho studiato. Per il resto niente. Dicevamo i luoghi comuni. Quando si va sul locale si parla sempre di albergatori che lavorono poco, che lavorano tre mesi, la stessa cosa si dice per i bagnini, la stessa cosa per i ristoratori. C’è una sorta di avversione verso chi, poi dopo, deve essere per forza, un anello importante per favorire il turismo. E non si può avere questa avversione verso suddette categorie! E’ come dire io voglio che l’industria funzioni però voglio che poi vada male. Sul turismo, in Italia, si è fatto molto, molto poco. Il turismo può essere veramente il nostro “Petrolio”. Io sono convinto di questo, perché abbiamo delle ricchezze culturali, architettoniche, di paesaggio, veramente grandi e le Marche per esempio, è una regione che può veramente offrire molto al turismo. In questi ultimissimi anni vedo che le Marche qualcosina in più, lo devo riconoscere, fa, però deve esserci una strategia molto chiara di valorizzazione, perché poi il turismo si lega alla Cultura, si lega pure ai prodotti del territorio e si lega al Commercio ed all’Artigianato.
Quando sono stato Assessore al Turismo, ho tenuto sempre questa strategia. Ogni iniziativa era legata a questa strategia. C’è un rischio per Senigallia, visto che parliamo della nostra città, che io ho detto anche in Consiglio Comunale ed ho anche scritto e pare che anche lo stesso Sindaco sia daccordo con me, non trasformare il nostro turismo, nel “Turismo dello Sballo”. In cui, durante l’estate, arrivano orde di giovani per fare chiasso e basta. Deve essere un turismo di alto livello culturale, penso, perché è questo che richiama anche i giovani. Nell’ultima Commissione Turismo ho proposto un nuovo evento che ha avuto l’approvazione da parte di tutti i membri della Commissione ed anche dello stesso Sindaco a cui questa proposta è piaciuta molto ed ha detto che ci vuole lavorare su : la proposta era di caratterizzare Senigallia, come città dalla vista culturale avanzata. La creazione del “Giorno delle Viole e dei Violini”. Cioè riempire la città di Senigallia di musica classica nelle varie piazze, fatta da giovani che frequentano il Conservatorio o altre scuole di musica, dal mattino fino a tarda notte. E questo può essere un evento che può assumere dimensioni molto grandi, perché se ci sono degli sponsor o delle risorse economiche, la serata si può concludere con la presenza di una persona importante, di un artista importante nel campo musicale che può richiamare turisti anche dall’estero, con un grande concerto. E’ accaduto già in Sardegna, a Cagliari mi sembra di ricordare, dove mi sembra un violinista, ha richiamato turisti fin dal lontano Giappone.
Però è una città che vive, dove anche le piccole cose possono diventare grandi e farla diventare grande.
Poi il Sociale. Molta attenzione va rivolta alla Sanità, sia per quanto riguarda l’Assistenza alle persone più svantaggiate, come diversamente abili, sia economicamente parlando e qui allora entra in gioco l’attenzione al non aumentare i tributi.
Mi riferisco ad esempio a quando poco prima che cadesse il Governo Letta, o fatto cadere, il Comune aveva preparato una lettera contro il Governo Letta dove si diceva che al Comune si sottraevano risorse e questo si traduceva nel depauperamento generalizzato della cittadinanza tutta. Io non ho visto cambiamenti, il giorno dopo la lettera non è più partita. Quindi dicevo, non depauperare più i cittadini, perché i cittadini non ce la fanno più neppure a Senigallia. Tarsu, Tasi, tributi vari, Addizionali Irpef dove il cittadino non si accorge immediatamente, ma lo vede quando arriva la pensione che l’importo del cedolino si riduce.
Già negli anni passati abbiamo avuto una forte stangata dalla Regione sull’addizionale Irpef. Quindi su questo c’è da fare molta attenzione.
Dell’Urbanistica ed Edilizia ne abbiamo parlato prima. Dico solo una cosa : anche qui bisogna snellire certe pratiche, perché stanno troppo negli uffici comunali. Il regolamento edilizio era partito – e come vede devo richiamare in causa l’Assessore Ceresoni – che giustamente diceva che il regolamento non è più valido. Che è un regolamento vecchio. Sono venute leggi nuove, nuove norme, nuovi regolamenti che lo rende non più valido. Lo abbiamo trasformato in piccola parte sulle monetizzazioni, il resto era venuto in discussione nella Commissione, lo stavamo discutendo, c’è stata la delibera N° 60 di Giunta dove nel 2013 si dava anche un termine, ma non se n’è parlato e non se ne parla più e temo che questo sia dovuto alla vicinanza delle prossime elezioni comunali. E questo non va bene. Il regolamento è una palla al piede per l’edilizia.


G - Quali sono le proposte o gli argomenti che ha trattato in Consiglio e che magari sono stati osteggiati all’inizio, ma poi alla fine hanno ottenuto quell’attenzione in cui sperava?
R - Alcune proposte che hanno trovato una forte opposizione nostra era la privatizzazione delle Farmacie. Ci siamo mossi in maniera molto ferma. Non capivamo quale know how il privato potesse portare a Farmacie che erano e sono redditizie. Dopo, finalmente, il Comune ho visto che ha fermato, per il momento, questo progetto di vendita. E’ stata una battaglia dura, dove sono intervenuto sia con uno scritto che con un video che ho lanciato su FB. Poi anche la battaglia che stiamo conducendo contro la privatizzazione dei Servizi Cimiteriali. Anche qui il Comune, al momento, sta esaminando il progetto e nulla è stato ancora deciso.


G - Abbiamo iniziato la chiacchierata con un apprezzamento sulla miglior cosa fatta da questa Amministrazione. Per chiudere sarei a chiederle… e la peggiore, invece, per cui sarà ricordata?
R - Mahh, io direi la peggiore per cui sarà ricordata questa Amministrazione… – e dal momento che si lascia andare ad una lunga pausa di riflessione, gli faccio…
G - … gli verrebbe da dire che sono tante??? – e lui allora si lascia andare ad un sorriso … -
R - No, voglio essere concreto! Potrei dire tante si, ma una è principalmente il modo di porsi, la vicinanza con i cittadini, a come si prendono i provvedimenti, non solo con i tagli dei nastri, ecc. Io penso una vicinanza particolare ai cittadini di Senigallia che in questo momento stanno male. Sarà una piccola cosa, una minima cosa, però penso che questa ci deve essere e deve essere un tratto d’unione tra l’Amministrazione ed il cittadino.
Comunque la cosa peggiore, continuo a pensare e ritorno sull’edilizia: ho parlato di ex-Arena Italia, non è cambiato il parere su Via Rodi, anche se è un lascito del passato, non sono cambiate le responsabilità di questa Amministrazione su Palazzo Gherardi, che si è lasciato andare in degrado. Non si è mai cercato fondi, mentre sarebbe stato possibile cercarli come si è fatto per altri edifici storici. E questa poteva essere veramente una sede museale importante per Senigallia ed invece… ! Poi c’è il problema della Sacelit-Italcementi: avevamo detto che era un progetto faraonico, non adeguato ai tempi. Già nel 2008 c’era questa crisi edilizia. Io leggo una relazione della stesso proprietario Lanari in cui diceva: io inizio una scommessa… e da cui emerge che già lui stesso era scettico, ma voleva scommettere. E l’Amministrazione è andata dietro a questa sua scommessa perdente. Noi l’abbiamo detto chiaramente che era perdente, che non poteva farcela, che il mercato stava cambiando. E’ un’area che è nata male ed è finita peggio!!


G - Ultima domanda, questa volta veramente. Forse anche un po’ cattiva, non nei suoi confronti!! Allora: Non sarebbe corretto chiederle, prima di tutti nei suoi confronti, anche per non metterlo in imbarazzo, e secondo nei confronti dell’intera Giunta, i nominativi degli Assessori “meno brillanti”. Però vorrei chiederle, che per un solo istante indossasse i panni del Briatore nella trasmissione su Sky. A quanti di costoro, badi bene no a chi, mi basta solo che dica un numero, tenderebbe lateralmente il braccio destro, per esclamare, ” Tu per me, sei Fuori!!”. Attenzione però a non dirmi 7, oppure 8 considerando che il Sindaco è anche Assessore al Turismo.
R - Non dico né un numero né tanto meno indico i meno brillanti. Dico invece con chi ho lavorato bene, anche in Commissione, e ci tengo anche a farne il nome: l’Assessore Stefano Schiavoni, con il quale ho sempre avuto un buon rapporto. Ho notato in lui molta sensibilità in ambito culturale, artistico e credo che non sia considerato in questo settore dalla Giunta, come invece dovrebbe e messo nelle condizioni migliori per operare.

https://www.youtube.com/watch?v=XwxLQxnwspM

mercoledì 4 dicembre 2013

FARMACIE COMUNALI DI SENIGALLIA.

La proposta di delibera di costituire una Srl per la gestione delle Farmacie Comunali è carta straccia. Tiriamo un sospiro di sollievo, almeno per ora!

http://www.youtube.com/watch?v=rM2P2Hk8DRk

venerdì 29 novembre 2013


VERSO  LA  SCIAGURATA   PRIVATIZZAZIONE  DELLE  FARMACIE  COMUNALI  

Se ne parlava già da metà agosto, ma allora erano solo voci, oggi cominciano a giungere gli atti scritti. Nella proposta di delibera, arrivata alcuni giorni fa in sesta commissione,  troviamo la volontà dell’amministrazione comunale di cedere al privato una quota di minoranza delle due farmacie comunali per non meno del 40% , per aprirne in società una terza. Una delle motivazione scritte in delibera è che il privato porterebbe  “know how e logica manageriale” !!!

La questione della vendita di quote importanti delle farmacie comunali non può essere considerata al di fuori del contesto generale della tendenza alla privatizzazione dei sistemi sanitari e di considerazioni sul mercato dei farmaci. Il mercato del farmaco è il principale mercato legato alla salute e nel corso di questi ultimi anni, in Italia e non solo, è stato caratterizzato da grandi investimenti motivati dalle previsioni di crescita dovute a fattori sia legati alla domanda (invecchiamento della popolazione), sia alle novità delle cure.

A fronte di questo, si sta sviluppando   un processo di concentrazione  per mezzo delle più grandi operazioni di acquisizione e fusione.  Siamo di fronte alla creazione di oligopoli che si mettono nelle condizioni di esercitare un forte controllo sui prezzi anche attraverso  il controllo diretto  della rete al dettaglio.

Le farmacie comunali italiane sono più di 1300 (tutte con bilanci in attivo e localizzate principalmente nel centro nord) contro le circa 15000 farmacie private. Fra privatizzazioni già fatte e privatizzazioni in corso, diverse centinaia sono già praticamente nelle mani dei privati. L’acquisizione dei pacchetti azionari delle comunali costituisce la più facile forma  per costituire catene di distribuzione nell’ambito del quadro normativo attuale.

Le formule di privatizzazione delle farmacie pubbliche passano quasi sempre attraverso la creazione di una Spa o una Srl, a cui i comuni cedono spesso il 49% (mantenendo quindi, temporaneamente, il controllo di maggioranza,  per poi negli anni, come quasi sempre accaduto, cedere tutte le quote non essendoci più il  precedente utile).

 Da un esame delle privatizzazioni finora realizzate, è facile constatare che i soggetti interessati all’acquisizione sono  le  multinazionali europee della distribuzione del farmaco, le cooperative di acquisto o società di capitali già operanti a livello italiano nella distribuzione del farmaco,  la Lega delle cooperative che si è aggiunta in questi ultimi anni, alcune Spa multiutility così vicine ai partiti e così lontani dalle persone e infine privati farmacisti già in possesso di forti capitali .

Opporsi alla privatizzazione delle farmacie comunali ha il significato di opporsi all’alienazione di una struttura distributiva pubblica, la cui cessione ai privati, siano essi catene multinazionali, catene nazionali in via di formazione o farmacisti privati, non può che avere l’effetto di una minore possibilità di controllo dei costi e di una sicura riduzione di servizi, senza tralasciare il reale rischio di licenziamento di personale in servizio da moltissimi anni e già vincitore di concorso pubblico.

 

Le nostre due farmacie sono in attivo e rappresentano un presidio di natura sociale per la città. Come non sottolineare, ad esempio, la garanzia di calmierazione dei prezzi che svolgono per una vasta fascia di farmaci prevalentemente usati dalla popolazione  più anziana, o per il minor costo di pannoloni per incontinenti che è inferiore al 30% rispetto al mercato, o per il minor costo del latte in polvere che arriva ad un meno 20%, o ancora per il trasporto gratuito e giornaliero delle medicine alla Casa Protetta o all’ Opera Pia , e infine come non sottolineare la  buona redditività delle nostre Farmacie Comunali benefica per il  bilancio comunale, quindi per tutti noi.

Invece di privatizzare, proponiamo un  rafforzamento e un ulteriore  rilancio  in termini di servizi delle due Farmacie che appartengono ai cittadini di Senigallia.

Ciò che più spiace è che una giunta che si dice di “sinistra” (e non di larghe intese) attui una politica di privatizzazione, una scelta che rappresenta bene quanto i partiti tendano a comportarsi in modo sempre più simile tra loro

 

Luigi Rebecchini (Gruppo Misto)

Paolo Battisti e Roberto Mancini (Gruppo Partecipazione)

domenica 24 novembre 2013

No alla privatizzazione

dei cimiteri”

Gruppo Misto e Partecipazione: "Basta col far pagare la crisi ai cittadini"

                                        Per l’ennesima volta (dato che l’iter sembra procedere spedito) interveniamo sul rischio della privatizzazione dei cimiteri di Senigallia e, lo facciamo per cercare di convincere la maggioranza che governa la nostra città a respingere la proposta di una “finanza di progetto”, giunta al Comune ormai da tempo e a cui l’Amministrazione dovrà per legge dare una risposta.

Due ditte di Catania e una di Roma, il cui titolare è sempre di Catania (ma potrebbero essere anche di Bolzano o Genova, per noi nulla cambia), che intendono riunirsi in  ATI – associazione temporanea di imprese -, asseverate come da legge da altra società di revisione e organizzazione contabile (di Roma), hanno presentato un “project financing” (finanza di progetto) per l’ampliamento e la gestione dei cimiteri di Senigallia, Montignano e Roncitelli. Se tale proposta dovesse essere accettata dalla Giunta, partirebbe la gara per la realizzazione del progetto. E qui inizierebbero i guai.
Questo perché la privatizzazione dei cimiteri sarebbe a quel punto cosa fatta a Senigallia, delegando al privato l’ampliamento e la gestione di questo servizio con un importo  da impiegare di oltre 19 milioni  in  cambio di 30 anni di gestione.
Qualcuno potrebbe dire: ma come, il privato mette una cifra così considerevole (anche se diluita negli anni)  e noi ci lamentiamo pure?
E qui casca l’asino, perché nessuno fa niente per niente, un privato investe solo per trarne un tornaconto, e con l’intervento esterno di capitali extra comunali, i profitti che gli investitori realizzeranno saranno tutti a carico dei cittadini, con un aumento certo ed esagerato dei costi. Inoltre la privatizzazione costringerà a corrispondere  l’Iva sui servizi cimiteriali, che attualmente i cittadini non pagano, essendo il servizio gestito dal Comune.
Il privato quindi è pronto a costruire e vendere in proprio i loculi, le cappelle e gestire tutti i servizi inerenti la tumulazione, la manutenzione, fino alla gestione delle lampade votive.
I servizi cimiteriali, per la delicatezza delle situazioni psicologiche ed affettive che coinvolgono gli individui, non possono essere considerati alla stregua della gestione di altri servizi meramente “commerciali”, necessitano di particolare attenzione poiché si incrocia la sensibilità e la dignità di ogni persona, anche dopo la morte. Le logiche speculative e di guadagno dovrebbero restare fuori dai cimiteri.
Vogliamo ricordare come si esprime sui project financing l’ing. Ivan Cicconi, uno dei più grandi esperti europei di appalti pubblici e direttore di Itaca, istituto per l’innovazione e la trasparenza negli appalti: “Chi appoggia il project financing è un catalizzatore di illegalità, un ladro di risorse, un ladro di democrazia, un ladro di futuro, appunto un ladro di tutto ! Il finanziamento del privato rimane solo aleatorio perché alla fine sarà il pubblico, quindi noi, a caricarsi di immani spese, ai privati invece rimangono gli utili”.
L’analisi del mercato sul project financing effettuata in Italia negli ultimi 10 anni individua una serie  di limiti legislativi, amministrativi, procedurali ed economici,  che impediscono una piena ed efficace risposta della finanza di progetto alla pressante richiesta dei servizi di pubblica utilità proveniente dal territorio.
Vogliamo quindi augurarci che l’amministrazione rispedisca al mittente la lettera e il plico ricevuto e gestisca al meglio le ditte che attualmente lavorano per conto dell’amministrazione e sotto il controllo della stessa, per un servizio sempre più adeguato. Visto anche che lo stesso servizio è in attivo nel bilancio del Comune, per cui non c’è nessuna motivazione logica e fondata per privatizzare.
da Luigi Rebecchini (capogruppo gruppo Misto)
Paolo Battisti (capogruppo gruppo  Partecipazione)

sabato 20 luglio 2013

CASSE E CIMITERO


Il comune vuol riempire le casse comunali con un project financing

Nel bilancio appena approvato  (con il voto contrario del Gruppo Misto e di Partecipazione), è passato anche il piano triennale di investimenti.

In detto piano troviamo l’avvio della proposta di Finanza di Progetto art. 153 ex D.lgs 163/2006,  gestione ed ampliamento complesso  cimiteriale  comune di Senigallia.

In poche parole si prevede di realizzare il progetto di ampliamento  e la gestione del Cimitero delle Grazie tramite lo strumento della Finanza di Progetto , meglio conosciuto con il termine anglosassone  Project Financing,  per la cifra di ben 19.242.760,00 euro.

Durante il dibattito in consiglio,  considerate le “raccomandazioni”  scritte nel verbale dei revisori dei conti e considerato il fatto che ormai la letteratura contro l’utilizzo della  Finanza di Progetto è sempre più ampia, ho chiesto chiarimenti e posto alcune domande.

So che la  Finanza di progetto si realizza attraverso il coinvolgimento di partner privati nel finanziamento (totale o parziale)  e nella realizzazione dell’opera, i privati poi recupereranno l’investimento attraverso il costo del servizio che verrà fatto pagare agli utilizzatori dell’opera. Il tutto può avvenire per il privato  intrecciandosi a banche e strumenti finanziari vari.

Si può pensare che la cosa sia utile e funzionale, invece io credo, come tantissimi  più esperti del sottoscritto,  che le  vittime principali saranno ovviamente i cittadini. Basta ascoltare le interviste sul web dell’ing.  Ivan Cicconi esperto in appalti e direttore di ITACA – Istituto per l'Innovazione e Trasparenza degli Appalti e la Compatibilità Ambientale.

 Gli stessi nostri revisori dei conti hanno scritto nel verbale del 15 luglio 2013 alcune raccomandazioni  importanti ed espresso  forti dubbi : “…raccomandando l’Ente affinchè si adoperi per il massimo e costante monitoraggio e controllo delle diverse procedure da affrontare nei vari steps delle operazioni da intraprendere soprattutto nell’intervento dei privati, trattandosi di opere di interesse pubblico che esplicano il loro effetto nel tempo, raccomandiamo inoltre di verificare attentamente, coinvolgendo gli tutti  uffici interessati, il piano economico-finanziario e quindi la convenienza di tale operazione e l’impatto che potrebbe avere nei prossimi Bilanci”

Ho anche aggiunto, nella mia richiesta di chiarimenti, se le voci ricorrenti  su una ditta di Catania interessata  alla Finanza di Progetto per il nostro cimitero  corrispondesse al vero.

Concludevo  con la semplice considerazione che qualsiasi ditta privata che verrà a Senigallia per ampliare e gestire per almeno vent’anni  il cimitero, sicuramente non verrà con spirito di ditta benefattrice.

La risposta immediata  del sindaco è stata  che non c’è al momento nessuna ditta perché siamo alla fase iniziale del percorso, che la cifra dei 19 milioni  potrà essere anche di sei milioni  e che nulla di certo al momento si sa,   che la partecipazione al progetto avverrà con bando. In ogni caso la procedura iniziata, concludeva il Sindaco,   verrà eseguita secondo le normative vigenti.

 Mi sono permesso  di replicare  prendendo atto che le voci di corridoio sulla ditta catanese risultano infondate, che la cifra dei 19 milioni e passa sta scritta sulla relazione ufficiale dei lavori pubblici allegata al bilancio e per ultimo, aggiungevo, che mi risulta incomprensibile l’ignoto sulle cifre espresso dal sindaco quando l’ing. Roccato attesta che” l’intervento in esame allo stato attuale ha tutte le caratteristiche per essere dichiarato di Pubblico Interesse” (dichiarazione riportata sempre nel verbale dei revisori dei conti).

   Un’ altra totale esternalizzazione di un servizio pubblico è alle porte.  L’appalto  attuale ad una cooperativa sociale mi pare cosa ben diversa dalla Finanza di Progetto proposta.   

    L’amministrazione comunale mi risponderà che resteremo comunque proprietari….

Luigi Rebecchini
(capogruppo Gruppo Misto)

Notte Bianca: I vomitatoi non ci devono appartenere, lasciamoli ad altri

      Poco più di un mese fa ho rivolto al Sindaco un’ interpellanza-appello, sottolinenando come Senigallia in questi anni si sia connotata sempre più come città dai turismi diversificati: città che ha saputo attrarre e sa attrarre un turismo fatto per le famiglie, per i giovani, per gli anziani, un turismo per lo sport, un turismo religioso, un turismo culturale, abbiamo un turismo che vuole godere delle bellezze paesaggistiche dei nostri luoghi, insomma ricordavo che gli sforzi fatti in questi anni e che si continuano a fare in questa direzione e con questa strategia hanno avuto e hanno un certo successo.
Purtroppo aggiungevo che, nel fine settimana, sta prendendo sempre più piede, qui a Senigallia, un altro tipo di turismo che rischia di vanificare tutto il lavoro fatto e che si continua a fare, un turismo che rischia di uccidere tutti gli altri tipi di turismo e che io ho definito e definisco “turismo dello sballo” o il “turismo degli ultras dello sballo”.

Ho trovato nella risposta del Sindaco, alla mia interpellanza di un mese fa, una positiva sensibilità con l’impegno di una costante e maggiore attenzione e considerazione sui problemi che avevo sollevato.

La notte bianca o notte della Rotonda, svoltasi pochi giorni fa, non è andata nella direzione del buon turismo auspicato. E’ stata una “festa” - festa tra virgolette - che si è connotata, per i contenuti espressi, come momento per uno sballo collettivo, per la felicità e le tasche di alcuni locali e il malumore della maggioranza dei cittadini e turisti che si aspettavano ben altro.
Non mi dilungo su quanto personalmente visto, ma certo una città in festa non vuol dire musica sparata a palla e alcool a gogò in ogni dove, ma deve andare nella direzione originaria della notte della Rotonda con un pullulare di iniziative di qualità, di buona musica e di cultura. Per la notte della Rotonda devono essere coinvolti e impegnati più assessorati, in modo che si elabori un progetto coordinato e che coinvolga tutta la città con eventi plurimi anche se non per forza costosi.

E’ necessario essere, ora, più solerti e attenti a trovare delle risposte per mantenere la nostra buona immagine e non degradarla. Mi permetto, anche questa volta, di proporre e chiedere che sul lungomare e in città avvengano solo un certo tipo di iniziative. Se non abbiamo risorse economiche per far pullulare la città di buone cose, meglio annullare la notte bianca tipo anno 2013, perché creiamo solo danno all’immagine della città.

Io credo , comunque, che anche con l’ausilio di associazioni e gruppi di cui la città è ricca, si possa fare molto nella direzione giusta per la prossima festa del 2014, mi riferisco all’organizzazione di spettacoli di teatro, di musei aperti, di musica d’autore, di dibattiti, di incontri culturali, di musica classica, di clawn, di artisti di strada, di mostre di pittura, di mostre fotografiche, insomma una città viva e vivace nelle sue piazze e vie che anche i giovani sapranno sicuramente apprezzare.
Dobbiamo cambiare completamente registro dalla notte della Rotonda del 2013, non possiamo mettere a rischio l’economia turistica per il beneficio di pochissimi, con azioni errate. Agiamo con iniziative di qualità, perché queste, meglio della repressione e delle sanzioni, fanno e faranno piazza pulita dei comportamenti da ultras dello sballo. Il Comune ha il dovere di proporre modelli positivi e alternativi allo sballo.
da Luigi Rebecchini
capogruppo Gruppo Misto